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Feb 21, 2014 - animali, messaggi    Commenti disabilitati su GATTI E BAMBINI

GATTI E BAMBINI

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Questi bambini leggono i libri ai gatti. Sembra stupido finchè non sai il perchè. di Giulio Pons
In Pennsylvania (Stati Uniti) c’è un’associazione che si occupa di recuperare i gatti abbandonati e maltrattati e di riavvicinarli all’uomo,… per farli poi adottare a chi se ne vuole prendere cura. Una specie di canile per gatti disperati che non hanno più fiducia negli esseri umani. Ma come fanno a recuperare gli animali? Beh, gli affiancano quello che di meglio l’umanità può offrire: un bambino. I bambini che partecipano a questo programma devono sedersi lì tranquilli, in apposite stanzine con i gatti e leggere ad alta voce libri per bambini. Piano piano i gatti si abituano al suono ritmico della voce e tornano ad avere fiducia, si avvicinano e iniziano a fare amicizia e a ricevere coccole. Funziona? A detta dell’inventore di questo metodo, Kristi Roderiguez, sì: i gatti tornano ad essere socievoli e funziona molto bene anche per i ragazzini che -esercitandosi- migliorano la propria capacità di lettura, nonchè l’autostima.
Ecco le foto che documentano il programma di recupero gatti con la lettura: <> http://www.dailybest.it/2014/02/12/questi-bambini-leggono-i-libri-ai-gatti-sembra-stupido-finche-non-sai-il-perche/
Ago 8, 2013 - animali, messaggi    Commenti disabilitati su L’ASINO E IL CONTADINO

L’ASINO E IL CONTADINO

 Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva più uscire. Il povero animale continuò a ragliare sonoramente per ore. Il contadino era straziato dai lamenti dell’asino, volev
a salvarlo e cercò in tutti i modi di tirarlo fuori ma dopo inutili tentativi, si rassegnò e prese una decisione crudele. Poiché l’

asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla e poiché il pozzo era ormai secco e in qualche modo bisognava chiuderlo, chiese aiuto agli altri contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo. Il povero asino imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano dal cielo capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto irrefrenabile. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase quieto. Passò del tempo, nessuno aveva il coraggio di guardare nel pozzo mentre continuavano a gettare la terra. Finalmente il contadino guardò nel pozzo e rimase sorpreso per quello che vide, L’asino si scrollava dalla groppa ogni palata di terra che gli buttavano addosso, e ci saliva sopra. Man mano che i contadini gettavano le zolle di terra, saliva sempre di più e si avvicinava al bordo del pozzo. Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino l’asino riuscì ad uscire dal pozzo con un balzo e cominciò a trottare felice.

MORALE:
Quando la vita ci affonda in pozzi neri e profondi, il segreto per uscire più forti dal pozzo é scuoterci la terra di dosso e fare un passo verso l’alto. Ognuno dei nostri problemi si trasformerà in un gradino che ci condurrà verso l’uscita. Anche nei momenti più duri e tristi possiamo risollevarci lasciando alle nostre spalle i problemi più grandi, anche se nessuno ci da una mano per aiutarci.

Gen 4, 2010 - animali    4 Comments

BELLE STORIE,PIU’ UNICHE CHE RARE

Animali salvati… gli altri 

 

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Storie vere di animali di ogni specie salvati dalla morte.

Ogni giorno sentiamo di storie di cani e gatti salvati: dalla strada, dai maltrattamenti, da una vita in canile. Molto piu’ raramente ci capita di sentire le storie degli altri animali salvati. Quelli che i piu’ non considerano animali, ma solo “produttori” di carne, latte e formaggio. Vogliamo riportare alcune storie di questi animali che hanno un destino infinitamente peggiore di cani e gatti, per i quali non esistono protezioni, e quasi non esistono rifugi. Dal sito di Progetto Vivere Vegan riprendiamo alcuni frammenti di storie di animali salvati.

Mozzarella…

Una ragazza che si e’ laureata in veterinaria per lavorare con gli animali “da reddito”, racconta dello shock che ha subito nella sua prima esperienza al macello, dove tanti animali giungevano gia’ morti, colpiti da infarto durante il trasporto; e poi le stalle, con i maiali tenuti sul cemento che si automutilavano, e i vitelli al buio, le vacche alla catena. Ha cambiato mestiere e ha smesso di mangiare carne, ma non latte e formaggi. Occultava a se stessa il grido delle mamme quando veniva loro strappato il vitellino, e i loro pianti disperati che pure ben conosceva. Ma una sera, tornando a casa ha visto una cosa nera sul ciglio della strada: sembrava un grosso cane, ma era un bufalotto. Abbandonato perche’ maschio, inutile che non valeva nemmeno la pena di ucciderlo. E’ stato curato, accudito, coccolato. Aveva bisogno di latte ma anche del calore di un corpo: di calore e carezze. Lui, Emilio-Giovanni, e’ stato fortunato, tutti gli altri, centinaia di migliaia, muoiono cosi’. Per la mozzarella.

Topicidi…

Girava per casa, come a volte capita a chi sta in campagna. Lei voleva prenderlo con la gabbietta, il padre no: aveva deciso di andare per le spicce con la colla topicida. E ci era quasi riuscito: quasi, perche’ il topino e’ stato trovato in tempo. Si e’ lasciato pulire da quella schifezza senza paura, aveva ripreso a mangiare, e gli piaceva venire a dormire nella mano. Dava le testatine e non voleva mai ritornare nella sua casetta. Era domestico, come lo puo’ essere un gatto o un criceto. Pareva andasse tutto bene, ma quella colla e’ un veleno e penetra nel corpo uccidendo lentamente. Le colle, e i topicidi di vario genere sono in libera vendita. Le aziende di derattizzazione sono legali.

Euro 1,60…

Questo e’ valore di una gallina “da brodo”: cioe’ galline da uova a fine carriera. Riscattate per 3 euro e 20 sono finite in un pollaio dove fare le uova non e’ obbligatorio per vivere. Appena hanno potuto mettere le zampette su un prato, si sono immediatamente scrollate di dosso gli anni di vita ammassate in una gabbia a produrre uova. Hanno conosciuto il sole, l’erba, il piacere di correre e svolazzare. Hanno provato la gioia di farsi bagnare dalla pioggia, di raspare la terra. Sono affettuose, curiose e allegre. Libere di viversi la vita.

Prendete ‘sta roba…

“‘Sta roba”, come l’aveva chiamata il pastore, era un agnellino malconcio il cui destino era quello di “santificare” la Pasqua o di andarsene per malattia. Tre mesi di cure e allattamento, e quella “roba” e’ diventata una bella pecora. Ti segue sempre come un cagnone affettuoso, ti cerca, vuole giocare a testate, cerca sempre la compagnia. Ora vive da persone che se ne prendono cura assieme ad altri animali.

Tante storie

Ogni storia e’ diversa ma ogni storia ci dice come una mucca o un coniglio, un asino o un maiale siano animali come gli altri: che hanno bisogno di calore e compagnia, ma sopratutto di liberta’ e di non subire violenza. Quella violenza che invece e’ la norma in ogni tipo di allevamento, quale che siano le dimensioni dei box, perche’ nulla e’ piu’ atroce che far nascere qualcuno per poi ammazzarlo.

Altre storie di animali, le potete trovare sul sito Incontra gli Animali.

Lug 22, 2009 - animali    17 Comments

Bambino in mimetica col fucile, polemiche su Federcaccia

VERGOGNA!

1bb.jpg L’immagine scelta per nuovi tesseramenti, animalisti: Vergognoso

Roma, 21 lug. (Apcom) –

Un bambino in mimetica che ‘fischia’ con un richiamo per i volatili e posa accanto ad un fucile adagiato su una balla di fieno: in basso la scritta ‘Conserviamo il nostro futuro’. È l’immagine scelta da Federcaccia per la nuova campagna tesseramenti. L’immagine ha sollevato già qualche polemica tra le associazioni ambientaliste e animaliste, che hanno rinfocolato la polemica sul ddl del senatore leghista Orsi sulla riforma della legge sulla caccia.

Chiedendo “l’immediato ritiro della campagna” l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ritiene “agghiacciante l’immagine scelta da Federcaccia”, che rivela “le difficoltà in cui da anni si dibatte un mondo in crisi, quello venatorio, ormai ridotto ai minimi termini e che giorno dopo giorno vede assottigliarsi le proprie fila. Gli interessi di una piccola lobby non devono assolutamente giustificare l’incivile strumentalizzazione di un minore, quale il bambino ritratto nell’immagine. Valori quali il rispetto la non violenza e il rispetto per tutti gli abitanti del pianeta – conclude l’Enpa – sembrano essere sconosciuti al mondo venatorio come dimostra il fatto che il ddl Orsi sulla deregulation venatori è ancora in discussione”.

Anche per il Wwf è “vergognoso il tentativo di Federcaccia di sfruttare l’immagine di un bambino e la sua serenità nella natura per ‘svecchiare’ la caccia: è ormai noto infatti che di anno in anno i cacciatori diminuiscono anche per l’età matura della maggioranza. E dunque oggi Federcaccia non solo chiede a gran voce la licenza di caccia ai sedicenni, ma addirittura sfrutta la foto di un bimbo di non più di 4 anni con tanto di fucile accanto. Chiediamo l’immediato intervento della Commissione bicamerale per l’infanzia e della sua presidente Alessandra Mussolini, per fermare la pubblicità della Federcaccia e intervenire per fermare il ddl Orsi sulla caccia”.

 

Lug 15, 2009 - animali    18 Comments

IL GIGANTE E IL CAGNOLINO

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Corrono insieme, l’una a fianco all’altra. Una cagnetta bianca e un’elefantessa asiatica. Bella e Tarra. Due amiche per la pelle. Giocano, si fanno piccoli scherzi, si fanno tenerezze, e passano ore a esplorare i boschi insieme o a tuffarsi negli stagni. La loro amicizia è già leggenda: «Americani, guardateli! – esortava qualche mese fa un servizio della Cbs News – se questi due animali hanno superato immense differenze e sono stati capaci di diventare amici, che scusa abbiamo noi esseri umani?».

Ma non è stata solo l’America a guardare. La storia dell’amicizia fra la cagnetta e l’elefantessa corre sul web, e il video che li mostra girovagare insieme nel “Santuario degli Elefanti”, nel Tennessee, è diventato ”virale”: centinaia di migliaia di persone l’hanno visto, e in 23 Paesi è stato per mesi il video più popolare.

La vicenda di Bella e Tarra sembra tolta di peso da un film di Walt Disney, e difatti la società cinematografica avrebbe voluto comprarne i diritti. Ma al Santuario degli Elefanti, dove Tarra vive dal 1996, dopo una triste vita nei circhi, gli amministratori hanno sorpreso il mondo: «Grazie, no» hanno risposto alla lucrosa proposta di fare un film. Per loro, elefanti e cani non sono su questa terra per intrattenere gli esseri umani. E se la storia di Bella e Tarra può servire a salvare altri elefanti, sono felici di raccontarla e di farla circolare sul web, come sono felici di invitare ospiti a visitare la grande tenuta dove tanti vecchi elefanti si sono ritirati a vivere gli ultimi anni della loro vita. Ma trasformarla in uno spettacolo, quello no: perché è proprio dal mondo dello spettacolo che la fondatrice del Santuario, Carol Buckley, è fuggita, ”sottobraccio” a Tarra, 13 anni fa. Dopo aver lavorato come organizzatrice di spettacoli con elefanti, la signora non ha resistito più davanti alla sofferenza e all’umiliazione di questi dolci giganti, e insieme a un addestratore, Scott Blais, ha aperto una ”casa di riposo” per elefanti.

La ”casa” in realtà è una tenuta di 1350 ettari fra le colline, i campi e i torrenti del Tennessee. Negli anni, e con l’aiuto di finanziamenti pubblici e di offerte, la coppia ha creato un centro modello, dove gli elefanti vengono trattati con grande umanità, e lasciati liberi di fare quel che vogliono. 24 elefanti sono approdati nel Santuario, alcuni ridotti talmente male che ci sono voluti mesi per rimetterli in forze. Carol e Scott avrebbero decine di storie commoventi da raccontarvi. E almeno una ve la vogliamo raccontare: quella di Jenny e Shirley, due elefantesse che si erano conosciute in un circo, quando Shirley era già anziana e Jenny era una ”cucciola” spaventata.

Shirley fece da madre per la piccola elefantina. Ma la vita le separò presto, per farle reincontrare casualmente 22 anni dopo, proprio nel Santuario del Tennessee. Nel 1999, Jenny e Shirley si sono trovate a pochi metri di distanza, e dopo più di due decenni senza vedersi si sono immediatamente riconosciute. Il loro incontro è stato così emotivo e intenso, proboscidi intrecciate, orecchie che si agitavano, barriti, che Carol e Scott hanno deciso di assegnare loro un unico spazio per la notte. Le due elefantesse sono state inseparabili per dieci anni, Jenny ancora immersa nel ruolo filiale e l’anziana Shirley in quello di materno. Ma è stata Jenny ad andarsene per prima: una vita durissima nei circhi, complicata da una ferita causatale durante gli addestramenti, e mai completamente rimarginata, l’hanno stroncata, nell’ottobre del 2006. Accanto a lei, tenera e fedele, la vecchia Shirley ha continuato a carezzarla con la proboscide fino all’ultimo.

Ce ne sono di storie tristi e amare, fra i vecchi elefanti che vivono finalmente sereni nel Santuario del Tennessee. Ma è quella più gioiosa di Bella e Tarra che ha conquistato la fantasia del mondo. Gli elefanti del santuario si scelgono sempre un amico, e girano a coppie o a gruppetti. Tarra ha scelto Bella, una buffa cagnetta bianca, uno dei tanti cani che hanno trovato anch’essi ospitalità nel Santuario. Bella si fida ciecamente di Tarra, e nei giorni caldi si accuccia sotto di lei, per stare all’ombra. Quando vuole una carezza, le si sdraia pancia all’aria sotto il muso, e Tarra le gratta con la proboscide. Le due passano le giornate girovagando, e talvolta si seggono fianco a fianco a guardare l’orizzonte, perse in chissà quali pensieri. E quando Bella è stata male, ed è stata ricoverata nell’infermieria del Santuario, Tarra si è piazzata giornate intere davanti alla costruzione, testa bassa, occhi in giù, proboscide pendula: il ritratto della malinconia. Fino a che Scott non ha sollevato la cagnetta in braccio e gliel’ha portata, permettendole di farle una carezza sulla testa con la punta della probiscide, e ha fatto così ogni giorno fino a che Bella non è guarita del tutto e non è potuta tornare a scorrazzare con la sua gigantesca amica del cuore.