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Gen 29, 2009 - animali    10 Comments

DIRETTAMENTE DA FOCUS 3 storie di cavalli

Un cavallo per amico, un amico per motore

Vi ricordate la mitica i Citroën 2 Cavalli? Ebbene, dalla primavera di quest’anno è disponibile sul mercato la… 1 cavallo, la vettura ibrida più ecologica del mondo. Niente cilindri, nè bielle, nè pistoni: il cuore di questa rivoluzionario mezzo di trasporto batte infatti circa 56 volte al minuto e non romba ma nitrisce. L’idea è venuta a Abdolhadi Mirhejaz, creativo appassionato di cavalli di Teheran, specialista nella costruzione di macchine agricole. Il funzionamento del singolare veicolo è semplice: il cavallo trotta o cammina su un tapis roulant e un sistema di cinghie trasmette il movimento alle ruote. Il conducente siede comodamente nella parte anteriore della Naturmobil, guida e si fa portare a spasso.

 

Faticoso e crudele? Per niente: il prototipo è infatti dotato di un accorgimento semplice ma geniale: il tapis roulant è collegato a una batteria che viene caricata dal movimento del motore a zoccoli e lo sostituisce quando è stanco. Un efficace sistema di sensori rileva continuamente la temperatura della “sala macchine” e quando è troppo alta, quando cioè il cavallo è affaticato, fa intervenire il motore elettrico. La Naturmobil è insomma un ibrido cavallo-elettrico assolutamente ecologico e rispettoso dell’equino.


La macchina pesa circa 300 kg, più o meno come una comune carrozza: quando è spinta dalla batteria può raggiungere una velocità di 80 km/h, mentre la propulsione equina non le permette di superare i 20 km/h. Allo studio ci sono già alcune versioni “pullman” dedicate ai turisti e spinte da “motori” a 2 o 4 cavalli.

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Cholla, il cavallo artista

I critici di tutto il mondo sono concordi: le opere di Cholla hanno al loro interno il fuoco di Pollock e il misticismo di Milton Resnik. Cholla Chambers da Reno, Nevada, è recentemente balzato agli onori delle cronache per aver ottenuto la menzione d’onore al concorso di pittura tutto italiano Arte Laguna, la cui giuria era presieduta daViviana Siviero, con la seguente motivazione: per la natura provocatoria del gesto, non necessariamente polemica, che può essere considerato un’evoluzione interessante ed ironica del mito dell’arte astratta ed informale nei suoi fondamenti teorici e nelle sue derivazioni formali, possibile in questi termini grazie all’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Mica male per uno che dipinge tenendo il pennello tra i denti e che ha scoperto la sua vena artistica solo 4 anni fa: Cholla è un vero artista di grido, anzi… di nitrito. Eh sì, perchè Cholla Chambers è un cavallone baio di 23 anni, mezzo mustang e mezzo quarter di proprietà della famiglia Chambers. I suoi quadri, considerati da molti critici espressione dell’action painting più spinto, sono già stati esposti nelle principali città americane dal 24 aprile al 24 maggio 2009 saranno in mostra presso la galleria d’arte Giudecca 795 di Venezia.

I quadri di Cholla sono in vendita: chi volesse aggiudicarsene uno deve prepararsi a sborsare una cifra compresa tra i 600 e 2000 euro. E non è tanto il fatto che un cavallo dipinga a stupire, quanto il suo riconoscimento formale come artista. “Viviamo in un mondo dove limiti e confini si spostano di continuo”, afferma Kurt Kohl curatore di The Art Cafè, una delle mostre a cui a partecipato Cholla. “Le opere del cavallo sono al livello di quelle che potrebbe realizzare un bambino molto piccolo: non c’è una grande meditazione dietro al tratto, ma nessuno ha mai sollevato questo genere di obiezioni a proposito di Pollock o De Kooning o Rothk”. Gli fa eco Vittorio Sgarbi: “queste opere potrebbero essere legittimate come espressione di quella scuola che si chiama action painting. Gli artisti che seguono quello stile rinunciano volutamente a ogni mediazione della ragione e si affidano al puro istinto. Ed è ovvio che un’azione completamente istintiva e uguale negli uomini come negli animali.”
E voi? Che ne pensate?
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Il cavallo col buco

Questa storia ha dell’incredibile: è stata pubblicata sul numero 195 di Focus.

Questa fotografia, tratta dall’Archivio Gallino, è stata inviata alla redazione di Focus da un lettore Friulano. Siamo in piena Grande Guerra e il povero cavallo ritratto nell’immagine insieme a un gruppo di Alpini è stato ferito da un proiettile di grosso calibro durante la battaglia di Bevorchians (Udine). Il cavallo sembra tutto sommato godere di buona salute e in effetti, stando a quanto riportano le cronache, è vissuto senza troppi problemi fino al marzo del 1918. Abbiamo chiesto a Mauro Quercioli, il nostro veterinario esperto di cavalli, come ciò sia clinicamente possibile. “Dal punto di vista anatomico è possibile che il cavallo sia sopravvissuto, compatibilmente con le cure dell’epoca. Infatti la parte colpita non è attraversata da strutture vitali. Oggi sarebbe guarito completamente con residui di scarsa mobilità del collo dovuti alla reazione cicatriziale, allora probabilmente si formò una fistola.

Come tutte le cose incredibili… anche questa è vera.

Gen 25, 2009 - animali    16 Comments

DISGUSTOSO!!!

Merida (Messico), 24 gennaio 2009 – 

baby torero.jpg
Non solo continua la corrida ,questo spettacolo ripugnante in cui si torturano e massacrano tori intontiti e narcotizzati,ma si autorizzano bambini a fare i toreri .Che esempio diamo a questa generazione?Che uccidere torturando un animale reso indifeso sia giusto?Che solo così si diventa importanti?Che un animale,solo perchè è un animale,non soffra?Che tutto sia lecito per fare spettacolo?Ma perchè mi chiedo io?!? 

La passione per i tori non ha età, e “Michelito”, 11 anni,  già vive per le corride: di professione fa il torero (o meglio il “novillero”, data l’età). Ora la procura della città messicana di Merida lo ha autorizzato a partecipare ad una corrida nonostante l’opposizione dei difensori dei diritti dei minori.


La corrida di Merida – nella quale
saranno impegnati sei “novillos”, tori giovani di età da 1 a 2 anni – era stata sospesa dal municipio in attesa di una decisione della magistratura: come ha spiegato il padre dell’enfant prodige, l’ex matador francese Michel Lagravere, “Michelito” maneggia cappa e stocco “dall’età di 6 anni, non ha mai avuto incidenti gravi, segue i corsi della scuola taurina e vive la sua passione che è quella della sua famiglia”.

Gen 22, 2009 - animali    8 Comments

Gabry mi ha informato di questa assurdità ed io mi sono precipitata a cercarla in web

cervo.jpg Confermato l’abbattimento dei cervi al Parco dello Stelvio

Il Wwf ha annunciato che farà ricorso al Tribunale amministrativo regionale.



 

Riportiamo il comunicato diffuso dal WW.

 

Chiederemo inoltre al Ministro dell’Ambiente di annullare la delibera perché oggi il Parco nazionale ha deciso di procedere agli abbattimenti senza la necessaria Valutazione Ambientale Strategica così come previsto dalla normativa  europea. ” Ha detto Enzo Venini Presidente WWF Italia.

La delibera approvata oggi prevede un tariffario per i cacciatori:  168 euro per abbattere un cervo, scontati a 79 nel caso se ne abbattano 10.

Il piano prevede l’abbattimento di migliaia di cervi da parte di “selecontrollori”, normali cacciatori di selezione “formati” da un corso di soli tre giorni e non appartenenti all’ente pubblico, nonché una vera e propria vendita di capi secondo una precisa tabella ai cacciatori residenti in valle.

Il tutto, senza coerenza con il mandato di un parco nazionale, è giustificato da presunte ragioni gestionali e di contenimento di danni vegetazionali.

Sulla decisione il rappresentante della Regione Lombardia si è astenuto, non avvallando così una decisione illegittima.

“Questa decisione è un segnale di grossa debolezza da parte del parco che rinuncia così a gestire la fauna selvatica a favore di un espediente per fare cassa, cedendo alle pressioni di parte del mondo venatorio.” ha detto EnzoVenini, Presidente WWF Italia.

L’unico mezzo efficace per controllare la popolazione di ungulati è infatti legato al ritorno potenziale dei predatori naturali e altre ragioni  conservazionistiche quindi rendono inammissibile il prelievo di cervi all’interno dei confini del Parco Nazionale dello Stelvio. Stando ai dati attuali sull’areale occupato dal lupo il Parco sarà presumibilmente presto colonizzato dalla specie, il quale in tutta Europa ha una funzione regolatrice delle popolazioni di cervo. E’ un’ipotesi fondata quindi che all’arrivo del lupo la densità dei cervi diminuirà molto a causa della predazione e per una migliore distribuzione degli animali. Potrebbe essere un grave errore rimuovere una risorsa importante per il predatore proprio ora che sta ricolonizzando anche le Alpi centrali.

“In un’ area protetta la fauna è un fondamentale elemento attrattivo per i visitatori  e la loro scarsa visibilità potrebbe portare ad una minor fruibilità turistica del luogo – dice ancora Enzo Venini -, con conseguenze sullo sviluppo economico locale in zone di montagna. Chiediamo che il piano sia sottoposto alla normale procedura di Valutazione Ambientale Strategica prevista dalla legge”.

Gen 15, 2009 - animali    27 Comments

A rischio estinzione

1779023867.jpgCento animali nel mondo rischiano l’estinzione. Ma oggi la loro salvezza ha un nuovo, potente alleato.È il popolo del web, che sta finanziando le missioni del sito http://www.edgeofexistence.org/ , nato sotto il patrocinio della Società zoologica di Londra. A coordinare i lavori, sette scienziati inglesi. Il progetto è semplice: gli studiosi andranno nei luoghi dove questi animali vivono, li censiranno e addestreranno professori e studenti del posto affinché li controllino e li tutelino.

Le mete? Soprattutto Mongolia, Cina e Africa. «Per ora» precisa la zoologa Carly Waterman, supervisore dell’iniziativa. «Perché ogni trasferta dipende dai fondi che riusciamo a raccogliere. Abbiamo scelto questi primi 100 animali secondo un criterio di reale possibilità di aiuto, ovvero perché sappiamo dove e come andarli a cercare». «È una missione lodevole» commenta l’etologo Giorgio Celli. «L’estinzione degli animali si è molto accelerata nell’ultimo secolo. Più l’umanità cresce, più l’habitat per gli animali si riduce. Caccia selvaggia, coltivazioni intensive, distruzione massiccia di boschi e foreste, pesca senza controllo sono solo alcuni dei fattori che portano alla decimazione di molte specie. Ma ci sono anche le mode a dare manforte: in Asia le pinne degli squali sono una ghiottoneria, col risultato che gli animali vengono catturati a migliaia. In Cina usano il grasso di tigre

per fare il balsamo e le ossa tritate del felino come rimedio contro i reumatismi. Senza contare che l’efficacia di questi cosiddetti farmaci è ancora tutta da dimostrare».

Gen 12, 2009 - animali    2 Comments

UNA BRUTTA STORIA FINITA BENE,ALMENO QUESTA

enpa

Al mercato il giallo della capra incaprettata

L’animale è stato ritrovato nel parcheggio a san Lorenzo. Forse era destinato al commercio clandestino. La capretta è stata battezzata Enpa come l’ente che l’ha salvata

 

capra--190x130.jpgEnpa, la capretta trovata a San Lorenzo

Una scena che a Firenze non si vedeva dagli anni trenta: un animale con zampe e testa legate insieme, letteralmente incaprettato, in un luogo pubblico, attaccato ad una transenna. Non è accaduto in uno sperduto casale di campagna ma nel centro di Firenze, al mercato centrale di San Lorenzo. Erano più o meno le otto di ieri mattina quando i custodi del parcheggio sotterraneo si sono trovati davanti una capra di sette mesi, legata ad un palo e abbandonata lì da chissà quante ore. Ma ancora viva. Hanno subito chiamato le guardie zoofile dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) che l’hanno portata al loro ambulatorio di via Ricasoli.

MACELLAZIONI CASALINGHE – Le ipotesi portano al mondo dell’Islam e ai riti propiziatori legati alle macellazioni casalinghe di animali: solo un anno fa l’Enpa era stata chiamata da alcuni cittadini di Sorgane, allarmati dalla vista di una capra sanguinante, appesa ad un balcone. Era un appartamento di cittadini di fede musulmana che, come loro consuetudine, si erano procurati l’animale vivo per poi sacrificarlo in privato. Quella di ieri è però la prima volta che un animale, evidentemente pronto per il trattamento, viene trovato in queste condizioni in un luogo pubblico della città. La prima volta, almeno dal 1930: «Che è l’anno dell’ultimo ritrovamento del genere, illegale anche allora – dice il presidente di Enpa Firenze Simone Porzio -. Siamo nati nel 1870 e fino a settanta anni fa, la pratica era abbastanza diffusa tra gli allevatori della provincia, abituati a trasportare così i loro animali in città. L’usanza si era persa con il tempo». Almeno fino a ieri.

INDAGINI – La polizia municipale ha avviato le indagini. Il fatto che la capra sia stata trovata a due passi dal mercato può far pensare ad un commercio sommerso, a un patto con un venditore della zona, visto che, continua Porzio, «non dobbiamo dimenticarci della numerosa comunità islamica presente in San Lorenzo. È solo un’ipotesi, ma si può pensare a qualche macellaio senza scrupoli, né igienici né etici, pronto a soddisfare questo tipo di richieste». Nell’attesa che le indagini portino a qualcosa – per maltrattamenti ad animali il Codice Penale prevede fino a sei mesi di carcere – c’è un lieto fine: l’Enpa ha affidato la capra, battezzata appunto Enpa, scampata al sacrificio ad un volontario, che l’ha già portata nella sua tenuta vicino San Casciano: «Il nostro volontario è vegetariano», rassicura Porzio.

Francesco Garozzo
11 gennaio 2009

 

Gen 11, 2009 - animali, blog life, messaggi, sfoghi    16 Comments

MASSACRO DELLE FOCHE

ecbf55adc0a2af5a292a3e04976b5291.jpgRipropongo questo vecchio ,ma ancora purtroppo attuale,post,perchè mi è stato commentato da Sonia,di 11 anni,ed è giusto darle voce.

La LAV coordina la campagna internazionale promossa da IFAW per porre fine a questo “massacro autorizzato” delle foche e insieme chiedono al Governo Italiano di vietare l’importazione e la commercializzazione dei prodotti derivati da questi animali.La caccia alle foche e’ il più grande e crudele massacro di mammiferi marini nel mondo, legalemente autorizzato dal Department of Fisheries and Ocean Canadese.
Soprattutto avviene la barbara uccisione dei cuccioli (che nascono i primi del mese di Marzo) vittime preferite dai cacciatori sia per la morbidezza del manto sia per la facilità di cattura. Questi piccoli ancora non sanno nuotare, per cui non hanno possibilità di fuggire davanti ai cacciatori, e le loro madri li difendono fino alla morte usando il proprio corpo come scudo. Il 97% delle foche massacrate ha un’eta’ variabile tra i 12 giorni e quattro mesi.
Così senza scampo arriva la morte, la più violenta e crudele immaginabile: un team di veterinari indipendenti ha documentato che il 42% delle foche esaminate erano state scuoiate vive, e il 40% viene colpito ripetutamente prima di morire.Per il governo canadese questi animali vengono uccisi in “maniera umanamente accettabile”.
Dal 1970 l’IFAW è impegnata in prima linea in questa battaglia. Sono state le immagini girate segretamente dal suo fondatore, Brian Davis, che, nel 1981, hanno fatto conoscere la strage dei cuccioli neonati di foca avvenuta nel Golfo di San Lorenzo. Immagini che hanno sconvolto l’opinione pubblica ed innestato un movimento di boicotaggio dei prodotti canadesi, ottenendo nel 1983 dalla CEE il divieto di importazione dei prodotti ricavati dai cuccioli di foca. Finalmente nel 1987 il Canada stesso vietò ufficialmente la caccia commerciale dei cuccioli di manto bianco.
Nonostante questo passo in avanti, la situazione rimane urgente ed allarmante: i cuccioli sono cacciabili non appena iniziano la muta del pelo (15 giorni dopo la nascita) e sono le prede preferite dei cacciatori, che li massacrano con crudeltà. La situazione è diventata ancora più insostenibile dopo l’approvazione del “piano triennale di gestione” con cui è aumentato il numero delle foche che possono essere uccise legalmente ogni anno. L’IFAW ha rilanciato la campagna a favore delle foche, supportata da documentazione scientifica e filmati, chiedendo il sostegno alle associazioni di tutto il mondo, perché solo un’azione internazionale di pressione contro quanto sta accadendo in Canada sarà in grado di porre fine al massacro.L’opinione pubblica mondiale ha più volte condannato la crudeltà della caccia alle foche. La condanna della caccia alle foche ha indotto i Governi di alcuni Paesi a emanare normative di divieto della commercializzazione dei prodotti di foca. Contrariamente a quanto avviene nel nostro paese, alcuni stati hanno recepito le istanze contro il massacro delle foche, prendendo ufficialmente posizione contro il commercio di prodotti derivati da questi animali. Gli Stati Uniti con il “Marine Mammal Act” hanno vietato l’uccisione e la commercializzazione di qualsiasi prodotto di foca fin dal 1972, impedendone l’importazione, l’esportazione, la vendita ed il possesso. Hanno inoltre approvato una Risoluzione, nel 2003, che chiede al Canada di cessare questa cruenta caccia.Nell’Unione europea, principale mercato mondiale delle pelli di foca, il Belgio ha già approvato una prima moratoria e il bando definitivo, già approvato dal Governo è in fase di ratifica dai Parlamenti federali. L’Olanda sta esaminando un provvedimento analogo a quello del Belgio. La Commissione Affari Esteri del Parlamento italiano ha già approvato due risoluzioni che impegnano il Governo ad emanare norme in tal senso.L’Italia non ha ancora preso nessuna posizione ufficiale contro la caccia commerciale alle foche, poichè riveste un ruolo primario nel mercato internazionale di prodotti derivati dalla foca. Dai dati forniti dal nostro Governo all’Eurostat Data Shop di Berlino, si evince che negli ultimi tre anni l’import di prodotti di foca è stato di 8,4 milioni di euro e l’export si è attestato intorno ai 16,2 milioni di euro.La LAV si impegna affinché anche il Governo italiano prenda una posizione di condanna verso la caccia alle foche e decida di vietare il commercio di prodotti derivanti dall’uccisione di questi animali. “L’Italia in passato si è già schierata in favore degli animali – dichiara Roberto Bennati, responsabile LAV campagna antipellicce – emanando un’Ordinanza, trasformata in legge nel 2004, che ha vietato l’importazione e la commercializzazione delle pelli di cani e gatti. Ci auguriamo che il Governo italiano segua la scelta di civiltà già intrapresa in tema di pellicce di animali domestici, e l’esempio del Governo Belga ponendo fine a questo ingiustificato e riprovevole commercio”.Intanto è nata nel Golfo di San Lorenzo in Canada, la prima foca Groenlandica della stagione 2005. Si è deciso di chiamarla HOPE (Speranza) perché rappresenti la speranza, per questi mammiferi, di non essere mai più vittime della caccia commerciale per confezionare capi di abbigliamento e altri accessori in pelliccia.Da parte sua il governo di Ottawa si giustifica dicendo che il vero motivo della gigantesca riapertura della caccia non è il denaro quanto la necessità di controllare l’eccessivo moltiplicarsi di mammiferi negli sconfinati territori nordici. Le foche sarebbero colpevoli di aver diminuito la popolazione del merluzzo, fonte di vita per i pescatori canadesi. Secondo il dipartimento della Pesca e degli Oceani di Ottawa la popolazione di foche è triplicata dal 1970 a oggi raggiungendo i 5,2 milioni di esemplari.
Il governo canadese afferma che la foca non è una specie minacciata e che la quota annuale di caccia consente alle foche di rimanere una “risorsa sostenibile”. Un rapporto pubblicato su “Marine Mammale Science”, stima che in ognuno degli ultimi tre anni siano state uccise tra le 400.000 e il mezzo milione di foche. Ben oltre il numero legalmente consentito, perché molte foche colpite e ferite a morte, riescono a scappare per morire tra i ghiacci, e quindi non vengono contate nelle statistiche ufficiali. Gli scienziati affermano che mantenere questo livello di uccisioni, mette in serio pericolo il mantenimento della specie.
Una delle giustificazioni alla caccia alle foche è che fornirebbe una fonte di reddito e cibo necessari alla sopravvivenza delle popolazioni aborigene. In realtà il contributo economico dato da questa pratica alla regione è marginale. Considerando l’Isola di Terranova, dove si svolge il 93% della caccia, risulta che meno di un decimo delle esportazioni sia relativo ai prodotti di foca e che le persone impiegate siano appena 4.000 su mezzo milione. Un’alternativa per valorizzare il territorio in modo non soltanto più equo ma anche economicamente più redditizio, è invece quella di puntare sulle foche come risorsa per incentivare l’ecoturismo e il SealWatch.Non sono d’accordo però il Fund for Animal Welfare e The Sea Shepherd i quali hanno ribadito a viva voce quanto questa caccia sia inumana e che le foche non hanno nulla a che fare con il fenomeno. Le foche, nella maggior parte dei casi cuccioli, verrebbero spellate vive. “Non è assolutamente vero – ha detto a difesa del governo il ministro delle Risorse Naturali John Efford – non verranno affatto uccisi i piccoli di foca”. Di fatto, ribadiscono gli animalisti, dietro questa caccia barbara c’è un grosso business.

LE CIFRE.

Nel 1983 – 80 pelli di foca importate in Italia.
Nel 1998 – 2.500 pelli.
Nel 1996 furono uccise 27.000 foche.
Nel 1997 furono uccise 38.000 foche.
Di queste, 25.000 avevano meno di un anno.

Le foche sono state uccise a bastonate o a fucilate.
Tali metodi hanno spesso rovinato la pelliccia delle foche, da renderla inutilizzabile.
Le pelli, che non possono essere importate negli USA per divieto (per tutelare i cacciatori canadesi), finiscono sul mercato europeo.

Gen 11, 2009 - animali    17 Comments

NON COMPRIAMO PELLICCE DALLA CINA!!! ANIMALI SCUOIATI VIVI! LI VUOI ADDOSSO TU????????????

Basta maltrattamenti

agli animali “da pelliccia”

 

Basta maltrattamenti agli animali

Un investigazione condotta da Swiss Animal Protection e EAST International, ha portato alla luce orrori inimmaginabili all’ interno degli allevamenti di animali da pelliccia in Cina: animali rinchiusi in piccolissime gabbie di rete metallica,completamente spoglie e senza riparo.

Una prigionia che provoca gravi effetti sul loro comportamento: stereotipie, passività, automutilazione, problemi di riproduzione, fino all’infanticidio.

Al momento dell’ uccisione gli animali, portati nei mercati all’ingrosso dove le grandi compagnie vanno ad acquistare le pelli, vengono storditi con ripetuti colpi alla testa, inferti con un bastone, con una barra metallica, oppure prendendo gli animali dalle zampe posteriori e sbattendoli a terra con violenza.

Gli animali lottano, hanno convulsioni, infine giacciono tremanti a terra: la maggior parte dei quali rimane ancora vivo.

Poi arriva l’ accetta, ma non per finirli, ma per mutilare le zampe.
La scuoiatura avviene quando molti sono ancora coscienti; anche alla fine respirano ancora e il cuore continua a battere, i movimenti degli occhi e del cuore sono evidenti per altri 5 /10 minuti.

Tutto questo è documentato da foto,filmati e rapporti, puoi vedere con i tuoi occhi se te la senti www.nonlosapevo.com

Dagli allevamenti cinesi provengono la maggior parte degli inserti che vedi nei parka, nei guanti, negli stivali e persino nei peluches.
ARTICOLI A BASSO COSTO E AD ALTO TASSO DI CRUDELTA’.

Chiediamo al Governo Italiano di approvare al più presto un bando nazionale che vieti l’importazione e la commercializzazione di pelli e di pellicce dalla Cina.

Puoi aiutarci informando tutti i tuoi amici su quello che succede ogni giorno in cina:
scarica e diffondi il video denuncia, o invita i tuoi amici a visitare il sito www.nonlosapevo.com


Basta maltrattamenti agli animali

Basta maltrattamenti agli animali

Promuovi questa petizione con un banner!

oppure personalizza il banner con il tuo nome!

 8 gennaio 2009

Ciao laura tani,
la petizione Basta maltrattamenti agli animali “da pelliccia” ha raggiunto quota 100 sottoscrizioni!!!
Se vuoi vedere lo stato della petizione, con le ultime sottoscrizioni e gli ultimi commenti effettuati, clicca sul link seguente:
http://www.sottoscrivo.com/16_basta-maltrattamenti-agli-animali-da-pelliccia.htm

Nel ringraziarti per la tua partecipazione al progetto Sottoscrivo.com, ti auguriamo una felice giornata!

🙂
Lo staff di Sottoscrivo.com
www.sottoscrivo.com

Gen 11, 2009 - animali    2 Comments

succede a Londra

Edward sor1lo.jpgpreso a bastonare i cani
                                          “Un esempio ripugnante”: è quanto ha offerto ai sudditi di Sua Maestà il principe Edward, il più giovane dei figli della regina Elisabetta, colto dal fotografo mentre si appresta a bastonare due cani da caccia che si azzuffano per la preda. Lo ha detto Barry Hugill, portavoce della Lega contro gli sport crudeli, le cui accorate parole sono riportate dalla stampa britannica
 Tutte le associazioni del Regno impegnate nella difesa dei diritti degli animali sono insorte. Poco è servito a ammorbidire le loro lamentale la precisazione di Buckingham Palace, secondo cui non è affatto detto che il principe abbia effettivamente picchiato i cani. Ciò che è stato accertato è che brandiva un bastone allo scopo di indurre i due animali a dividersi. Non c’è prova nè ragione di pensare che li abbia effettivamente colpiti. Il malaugurato gesto del principe – avvenuto nella riserva di Sandringham, Norfolk – ha rinfocolato le vecchie polemiche contro la famiglia reale, l’amore dei suoi membri per la caccia alla volpe e il loro scarso sentimento animalista. Il principe Harry è stato accusato in passato perfino di avere sparato a due albanelle, specie di uccello protetta. Domenica davvero nera per chi si preoccupa della salute dei migliori amici dell’uomo.
Il Times mette in prima pagina oggi un avvertimento: non lanciate bastoni ai vostri cani, specie se giovani, perché li vadano a raccogliere dopo una bella corsa. Sono innumerevoli le ferite e le infezioni che i cuccioli si producono portando pezzi di legno in bocca. Il consiglio dell’esperto: lanciate solo finti ossi di gomma.

Dic 15, 2008 - animali    17 Comments

NON PERMETTIAMO DI CREARE PRIGIONI PER ANIMALI

 


RAVENNA, L’ENPA PROMUOVE UNA PETIZIONE PER BLOCCARE L’ILLEGITTIMA COSTRUZIONE DELLO ZOO DELLA STANDIANA.

La Protezione Animali di Ravenna ha promosso una petizione online

 (presso il sito www.enpa.it

per bloccare la costruzione, illegittima, dello zoo della Standiana. “A suo tempo – rilevano all’Enpa – i terreni sono stati ceduti solo per la costruzione del complesso alberghiero del mare d’inverno; cambiarne la destinazione d’uso per costruire uno zoo sarebbe anzi un buon motivo per annullare a costo zero il contratto di cessione e impedire così l’edificazione della struttura detentiva”. “Se in Italia hanno ancora senso le stipule notarili e i regolamenti d’asta pubblica – ha dichiarato Giovanni Guadagna, responsabile Ufficio Cattività di Enpa – la cessione dei diritti d’uso della Standiana riguarda solo il progetto del mare d’inverno ed esclude ogni altra destinazione”. Secondo la Protezione Animali l’arbitrario cambio di destinazione nasconde una strampalata sanatoria. “Solo dopo che Enpa ha svelato il progetto Mare d’Inverno” – ha aggiunto Guadagna – l’amministrazione comunale di Ravenna ha reso noto che il contorto iter amministrativo seguito negli ultimi cinque era finalizzato a equiparare un albergo ad uno zoo”. “Evidentemente – ha concluso Guadagna – gli amministratori di Ravenna sono convinti che un albergo e una struttura di detenzione possano essere la stessa cosa”. “Pur di evidenziare le palesi differenze esistenti tra questi due tipi di strutture – ha dichiarato Carlo Locatelli, Coordinatore Regionale dell’Enpa – siamo disposti a sopportare lo spettacolo degli animali in sofferenza e a condurre gli amministratori locali all’interno di uno zoo. In tal modo costoro potranno rendersi di come gli animali, tanto quelli nati in cattività quanto quelli prelevati in natura, patiscano di essere rinchiusi in spazi inadeguati rispetto alle caratteristiche della loro specie. Spero che finalmente si capisca la differenza tra un albergo, destinato allo svago e al rilassamento, e uno zoo, edificio di detenzione e sofferenza”. La Protezione Animali ha già da tempo attivato i suoi legali. Se il Comune, o chi per lui, vuole costruire lo zoo deve annullare la vecchia Asta Pubblica e indirne un’altra; se un bene pubblico è stato reso disponibile a terzi con stipula notarile solo per un progetto specifico, non si può disporre di esso diversamente.

Per inviare l’appello: scaricare il testo della lettera, compilarlo e inviarlo via mail a: Comune di Ravenna, Sindaco Sig. Fabrizio Matteucci, mail: sindaco@comune.ra.it

SCARICA QUI L’APPELLO

ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI – Via Attilio Regolo, 27 – 00192 ROMA
Realizzazione TheRightHand
Per qualsiasi contatto con il nostro Ente: enpa@enpa.it