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Ott 29, 2009 - blog life    18 Comments

EVVIVAAAAAAA

CHE BELLO, LA REDAZIONE MI HA SEGNALATO QUI

Il mondo di Laura

Eccola, Laura, che con le sue manine fatate crea veri capolavori, dea del riciclo e dell’uncinetto, nei suoi blog ci delizia con creazioni artigianali originalissime!
Laura è un vulcano di idee carine, sui suoi blog puoi trovare  semplici
tutorial per fare da soli ad esempio delle calde sciarpe di lana morbida morbida (e con questo freddo…direi che ce n’è un gran bisogno) oppure dei guanti originali … se amate le sue creazioni ma non avetre la pazienza di cimentarvi anche voi nell’impresa… perchè non fare un salto sul suo fotoblog?

Di sicuro potrete trovare qualche idea carina per fare dei regalini alle vostre amiche 🙂 Ma Laura è davvero una ragazza speciale, che unisce alla passione del “hand made” una grande sensibilità.

strampalaura-creazioni.jpgSul Blog redazione ci ha segnalato un’iniziativa di cui è promotrice:
 “Le farfalle si sono messe in testa di far volare le tartarughe
Un’iniziativa che nasce con lo scopo di far conoscere l’associazione
Sindrome di Crisponi e Malattie rare (associazione impegnata nello studio e ricerca relative alle difficoltà pedagogiche e comunicative che nascono tra medico e paziente) a tutti gli amici blogger! Per partecipare basta inviare un disegno, una foto, una poesia, una frase, una creazione, una favola, un saluto sul tema della farfalla e della tartaruga, sulle malattie rare o la disabilità.
I lavori più belli saranno raccolti nel calendario 2010 dell’associazione!
Basta andare sul Fotoblog dedicato per conoscere il regolamento e partecipare all’iniziativa!

Ott 14, 2009 - blog life    8 Comments

falsi storici

“New Scientist” ha selezionato alcuni dei più divertenti falsi scientifici

Le migliori bufale scientifiche

Dal fossile metà uomo metà scimmia alla pianta che uccideva chiunque nel raggio di 15 miglia

Era il 1957 quando sull’emittente britannica Bbc andava in onda una puntata del programma televisivo Panorama dedicata all’albero degli spaghetti, in Svizzera. Le immagini in bianco e nero che scorrevano sul piccolo schermo mostravano una famiglia intenta a raccogliere la pasta fresca dai rami delle piante e a distenderla poi ad asciugare, prima di poterla cuocere e mangiare. Prima che si venisse a sapere che si trattava solo di un pesce d’aprile architettato dalla stessa BBC, i centralini dell’emittente sono stati tempestati di telefonate di gente che voleva sapere come fare a coltivare le piante degli spaghetti. Un fake in piena regola e ben riuscito, quindi, che il New Scientist classifica come una delle burle scientifiche più belle di tutti i tempi, assieme ad altri casi più o meno noti.

IL GIGANTE – Come quello del Gigante di Cardiff, un uomo pietrificato di oltre tre metri di altezza ritrovato in una fattoria dello stato di New York alla fine del 1869. La notizia della scoperta si diffuse velocemente e in tanti si recarono in pellegrinaggio a Cardiff per vedere con i propri occhi. All’inizio dell’anno seguente, tale George Hull ammise la paternità della burla raccontando di aver commissionato l’enorme scultura di pietra.

L’UOMO SCIMMIA – È durata decisamente più a lungo la leggenda dell’uomo di Piltdown, una delle più colossali beffe archeologiche della storia, nata nel 1912 quando Charles Dawson – paleontologo per passione – annunciò che all’interno di una miniera a Piltdown, nel Sussex, aveva ritrovato i resti del teschio e della mandibola di un ominide sconosciuto. Battezzato Eoanthropus dawsoni, il misterioso uomo-scimmia è stato considerato per ben 50 anni come l’anello mancante nella catena dell’evoluzione. Solo nel 1953, infatti, l’uomo di Piltdown è stato riconosciuto dalla scienza come un falso: la mandibola era di un orang utan e il frammento di teschio risaliva invece al medioevo.

IL VERDE CHE UCCIDE – Tornando poi a parlare di piante, vale la pena di ricordare la leggenda del cosiddetto Upas tree, nata sulle pagine del London Magazine nel 1783. Si raccontava di un albero assassino, presente sull’isola di Java, talmente velenoso da uccidere chiunque si trovasse nel raggio di 24 chilometri, animali compresi. L’albero di Upas esiste realmente in Indonesia: è effettivamente velenoso, ovviamente non come vuole la leggenda, e nel suo veleno gli indigeni erano soliti intingere le punte delle loro armi.

LA VITA ETERNA – Porta infine la firma del medico e fisico tedesco del diciottesimo secolo Johann Heinrich Cohausen il trattato sul segreto dell’immortalità. Intitolato Hermippus redivivus, il manuale suggeriva – tra le altre cose – di imbottigliare il fiato delle vergini per poterlo poi respirare: una pozione miracolosa in grado di prolungare la vita e donare eterno vigore. Una burla fin troppo palese, questa dell’Ermippo redivivo – lo stesso Cohausen alla fine del libro accenna alla satira -, che però, chissà, avrà sicuramente spinto qualche credulone a tentare l’esperimento.

Ott 9, 2009 - blog life    13 Comments

attesa

 

 

Per molti l’attesa significa sconfitta,non aver coraggio,non osare.       

Ma l’attesa significa solo raccogliere le forze per affrontare meglio il futuro ,per non farsi trovare impreparati.

E significa fermarsi ed osservare,osservare significa essere in grado poi di conoscere meglio quello che ci aspetta.

Chi corre vede,ma chi si ferma osserva,chi osserva medita,chi medita progetta,chi progetta ha un futuro,chi ha un futuro vive…

Set 9, 2009 - blog life    12 Comments

Il 95% dei blog giace abbandonato

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Milioni di blog non vengono più aggiornati dai loro autori: caduta l’illusione di una facile notorietà, restano in attività quei pochi che hanno qualcosa di interessante da dire.

 

C’è stato un tempo in cui pareva che la massima aspirazione di ogni internauta fosse aprire un proprio blog: i contenuti potevano spaziare da domande sulla vita, l’universo e tutto quanto agli eccitanti avvenimenti della vita in un sperduto paesino di montagna, ma in ogni caso chiunque sembrava avere qualcosa da dire.

Poi anche Internet è cambiata,

sono nati i social network e l’effimera attrattiva dei diari online è andata spegnendosi per una buona parte degli autori.

Così, come testimoniano i dati di Technorati relativi al 2008, dei 133 milioni di blog tenuti sott’occhio dal motore di ricerca della blogosfera solo 7,4 milioni sono stati aggiornati negli ultimi 120 giorni.

Se in 4 mesi i loro autori non hanno avuto uno straccio di idea o un momento per scrivere qualcosa nel proprio spazio, quei blog sono virtualmente morti, ridotti a testimonianze del tempo che fu e dei sogni di gloria infranti.

Secondo i calcoli di Technorati il 95% dei blog esistenti nell’intera Internet si trova in questo stato comatoso; il restante 5% è ancora attivo, ma sembra probabile ritenere che la maggior parte delle pageview sia generata da un numero ancora inferiore di blog, stimabile tra i 50.000 e i 100.000.

Ai tempi d’oro, molti avevano aperto un blog convinti di ricevere migliaia di visite e commenti ogni giorno; forse avevano iniziato a scrivere dopo essere stati attirati dalle storie di chi riusciva a guadagnare tanto da poter vivere con questa attività. Altri invece speravano di diventare famosi, di rivelarsi al mondo come scrittori o di mostrare il proprio genio.

Mentre tutti scrivevano, tuttavia, pochissimi leggevano, e sono pochi gli scrittori abbastanza stoici da sopportare di avere solo sé stessi come lettori.

Nel frattempo iniziavano poi la propria storia MySpace, Twitter e Facebook i quali, oltre a rappresentare la nuova moda, hanno rapidamente imposto un modo di comunicare più rapido, immediato, a livello di Sms: nessuno – o quasi – ha più tempo e voglia di leggere lunghi post.

Ecco quindi che dall’abbandono si sono salvati solo quei pochi – pochissimi, se confrontati con il numero complessivo – che oltre ad avere qualcosa da dire sanno anche come dirlo, quelli che si sono conquistati un pubblico di affezionati grazie alla qualità dei propri interventi e hanno fatto del proprio blog non una vetrina personale ma uno spazio di riflessione e confronto.

 

Lug 29, 2009 - blog life    12 Comments

INDIFFERENZA

L’indifferenza è un segnale di una immaturità affettiva che non prevede nè empatia nè comprensione verso gli altri.

E in fondo neppure verso se stessi,perchè se niente riesce più a toccare il cuore,se diventa impossibile mettersi nei panni delle persone che stanno intorno,alla fine si ha la sensazione di essere irrimediabilmente soli.

Lug 21, 2009 - blog life    16 Comments

senso di colpa

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Il Senso di Colpa: il grande alleato

Il senso di colpa, tipico della religione ebraica, alveo iniziale del cristianesimo, è passato, da generazione a generazione, fino a noi, grazie alla religione cattolica. La Bibbia, infatti, descrive come il peccato originale (ed il conseguente senso di colpa) provengano da Adamo ed Eva e come, in seguito al loro comportamento, l’uomo abbia perduto il Paradiso.
Se proviamo a ragionare come un bambino, ci potremmo chiedere: se l’uomo deriva dagli originari primati, che già 55 milioni di anni fa popolavano il nostro pianeta, che c’entrano Adamo ed Eva? Infatti, da un punto di vista storico non c’entrano nulla e la Chiesa ha impiegato qualche secolo ad accettare le teorie evoluzionistiche sull’origine della specie umana (tra una condanna al rogo e l’altra), pur continuando ad utilizzare la trappola del senso di colpa.
Allora, il senso di colpa da dove nasce e a che serve?
La radice del senso di colpa è la presenza di una immagine idealizzata di noi stessi, costruita nelle primissime relazioni di vita, a cui non riusciamo (e non riusciremo mai) ad aderire, perché quest’immagine non tiene conto dei nostri limiti, che ci rendono reali esseri umani. Pertanto, la sua presenza dentro di noi ci impedisce costantemente di crescere, perché non ci consente di toccare i limiti e di poterli superare.
Ad esempio, uno dei sensi di colpa più diffusi è legato all’idea di poter ferire una persona amata, a cui siamo profondamente legati. In qualsiasi relazione dove c’è spazio per l’intimità ci si ferisce di frequente, perché i propri limiti ci portano ad essere spesso distratti e, quindi, non “impeccabili” nei confronti dell’altro (come pure nei confronti di Dio). Se continuiamo, però, a mantenere integra l’immagine di noi stessi che non ferisce mai l’altro, ogni volta che, invece, ciò accade, e cioè lo feriamo, dovremo distogliere l’attenzione: minimizzando l’accaduto, negando l’evidenza dei fatti, o giustificandoci con le scuse più varie, perché ci fa troppo male (incrinare l’immagine di “buoni” è troppo doloroso).
Oppure, se proprio non riusciamo a mascherare l’accaduto, dovremo ammettere, solo per un attimo, di aver sbagliato, cercando di richiudere l’attenzione subito dopo, magari scusandoci e promettendo di non ricaderci più: l’immagine, in tal modo, appare appena intaccata e può facilmente essere ricostruita. Anzi, possiamo pensare di essere ancora più “buoni”, perché riusciamo anche a riconoscere i nostri errori ed a scusarci con l’altro.
Infatti, l’ultima fase dell’intera sequenza è la riparazione dell’immagine: dobbiamo fare qualcosa (ai nostri occhi ed a quelli degli altri) per dimostrare che siamo realmente come quell’immagine ci impone di essere. Questo vuol dire che faremo qualcosa per dimostrare che siamo realmente “buoni”.
In realtà, anche se ci arrabbiamo tantissimo, quando qualcuno la mette in discussione, siamo noi stessi i primi a non credere in quell’immagine, ma non sapendo come venir fuori da questa trappola, troppo sofisticata per cavarcela da soli, riduciamo questa consapevolezza ad un lumicino e la releghiamo in cantina.
L’utilità del senso di colpa è evidente: si crea un legame di dipendenza, dal quale l’altro non riesce più ad uscire. Si può, infatti, contagiare inconsapevolmente, un altra persona con il virus dell’attaccamento all’immagine, illudendola che se aderirà a quell’immagine, non sarà più sola e si sentirà sempre protetta. A quel punto, il programma inconsapevole del “nuovo schiavo” sarà quello di esplorare il mondo, e la propria interiorità, senza mai infrangere l’immagine: ogni volta che proverà a varcare la soglia della sua gabbia, il senso di colpa lo riporterà indietro.

Lug 11, 2009 - blog life    3 Comments

NON TUTTI I GUSTI SONO GUSTI…O GIUSTI!!!

 

Indovina cosa viene a cena

Un sito vende cibi inusuali come formiche ricoperte di cioccolato, vodka con scorpione, curry di coccodrillo o caffè di zibetto. Da leccarsi i baffi.

[ZEUS News www.zeusnews.it – ]

Secondo la nostra cultura, il solo pensiero di cibarsi di insetti suscita fastidio, quando invece altri popoli li considerano una prelibatezza. Chi volesse togliersi qualche sfizio superando i pregiudizi del mondo occidentale può rivolgersi al sito Edible, situato a Londra, che offre una grande varietà di cibi decisamente inusuali per i nostri palati.

Il primo prodotto che Edible ci offre, consigliato ai neofiti, è un leccalecca alla menta arricchito di formiche nere (il prezzo è di 3,25 sterline), dal gusto speziato simile al peperoncino: pare diano una carica di energia. Le formiche 8353a4bd4aaf5295f9726563adc4df2d.jpggiganti invece, provenienti dalla Colombia e considerate una rara delizia, possono essere meglio apprezzate se ricoperte di cioccolato (3,95 sterline). Fanno anche bene al sistema immunitario, quindi perché non provarle?

Sul fronte degli alcolici, non possiamo non citare il brandy alla lucertola (24 sterline), fatto fermentare per 12 mesi. Ma il pezzo forte è la Scorpion Vodka (16 sterline): come si può immaginare, è una particolare vodka con uno scorpione annegato dentro, che si dice aumenti il desiderio sessuale. Il sito avvisa che lo scorpione è stato detossinizzato al 100% e può essere mangiato con sicurezza, ma raccomanda di fare attenzione al pungiglione. E suggerisce di preparare uno scorpion martini con uno scorpione al posto dell’oliva.

Gli scorpioni essiccati (25 sterline) vanno fatti rinvenire con un po’ d’acqua e poi fritti in olio bollente, o cucinati al forno a 170 gradi e poi conditi con sale e pepe: sono ottimi come snack. Chi è attento alla linea apprezzerà le caramelle allo scorpione (4 sterline), senza zucchero.

Decisamente per stomaci forti sono i vermi del Sud Africa (10,95 sterline), raccolti da terra oppure fatti cadere scuotendo gli alberi. Una volta essiccati, si conservano per diversi mesi e hanno un alto contenuto proteico, tre volte quello della carne bovina. I più saporiti sono quelli più grandi, poiché contengono più grassi. I vermi provenienti dall’Inghilterra (2,25 sterline) e cotti al forno invece sono consigliati come snack, simili ai pop corn; potete stare tranquilli perché tali vermi son9a1e54be568641cad811e426dcbc6db6.jpgo stati nutriti con una dieta di grano selezionato e altri cereali.

E’ considerato altamente afrodisiaco il miele con la vespa gigante (22 sterline), prodotto da una anziana signora giapponese nell’isola di Kyushu. Pare che di questo miele abbiano fatto ampio uso gli atleti giapponesi che parteciparono alle Olimpiadi del 2000, anche se il sito ammette di non poter affermare con certezza che abbia contribito a vincere qualche medaglia.

Decisamente più di gusto europeo, anche se inusuale, è il patè di renna (15 sterline), che è consigliato a Natale e probabilmente scatenerà le ire degli animalisti più del curry di coccodrillo, proveniente dalla Thailandia, ottimo caldo per accompagnare il riso bollito.

Deve avere poi un gusto tutto particolare il tè della scimmia (9,95 sterline) raccolto esclusivamee da scimmie 1902aab10ea99dccb33a455d02a3d8ab.jpgammaestrate in una remota regione della Cina, seguendo una c0191f95bbc2a71c5e144eeae6ea57c5.jpgtradizione secolare.

E per finire, il caffè. Ovviamente il famoso caffè di zibetto, o Kopi Luwak (22 sterline), un tipo di caffè straordinariamente aromatico – stando a chi l’ha provato. Per produrlo vengono usate le drupe dell’arabica, dopo essere state ingoiate, parzialmente digerite e quindi espulse dal Paradoxurus hermaphroditus ossia lo zibetto delle palme, un carnivoro cacciatore simile a un gattone chiamato Luwak che vive in Indonesia.

Pare che l’aroma particolare derivi solo in parte dalla semidigestione della parte esterna e dipenda anche notevolmente dalla dieta dell’animale, costituita in gran parte da proteine derivante da rettili, uova di uccello e piccoli mammiferi.

 

 

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