QUI CI SONO ANCHE IO. SFIDO CHIUNQUE A TROVARMI.IMPOSSIBILE !!!
guarda dove metti i piedi…
Parlare al telefono mentre si attraversa la strada è pericoloso e c’è chi pensa di vietarlo per legge.
Attraversare una strada, in molti casi, presenta degli elementi di rischio. Da un lato, chi guida l’auto ha il dovere di essere sobrio e vigile. Dall’altro, il pedone non può pensare che gli sia concesso di attraversare distrattamente, magari senza guardare con attenzione perché sta conversando al telefonino, e poi poterlo andare a raccontare.
Persino trovarsi a passare sulle strisce – i recenti fatti di cronaca ce lo testimoniano – non è garanzia di sicurezza.
Facendo un ragionamento del genere un politico dell’Illinois, Kenneth Dunkin, ha proposto di rendere illegale l’attraversamento stradale mentre si parla al cellulare.
Dunkin è partito dalla propria esperienza: dice di aver visto troppe persone arrivare molto vicino a essere investite da un’auto solo perché stavano chiacchierando distrattamente al telefono, o magari inviando un SMS.
Il Segretario di Stato dell’Illinois, Jesse White, appoggia la proposta, ma restringendone l’applicazione solo a coloro che attraversano senza servirsi delle strisce.
L’opinione pubblica nello Stato americano è divisa: c’è chi ritiene che sia un atto di eccessivo paternalismo e intromissione da parte del governo locale, chi pensa che parlare al telefono mentre attraversa non sia poi diverso dal chiacchierare con un amico, e chi invece ritiene che, essendo il cellulare bandito in auto, non ci sia motivo di non vietarlo anche ai pedoni che attraversano.
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L’IMMAGINE DELL’UOMO AL SERVIZIO DELLA TECNOLOGIA
L’immagine dell’uomo al servizio della tecnologia
In una dimensione dove la ricerca spirituale fosse al primo posto, l’organizzazione sociale potrebbe essere strutturata in modo da orientare la tecnologia al reale servizio dell’uomo. Cioè, la tecnologia potrebbe servire per rendere meno preoccupanti le basi della sopravvivenza, come il vitto e l’alloggio, così da lasciare gli esseri umani liberi da queste preoccupazioni e con una maggiore possibilità di investire sullo scambio e la crescita interiore.
Nella realtà dei fatti, invece, non è difficile incontrare una pubblicità dove un telefono cellulare è associato all’idea di “libertà”, o di “crescita” ed una macchina all’idea di “forza” e di “felicità”. Siamo circondati di stimoli ipnagogici, dove il messaggio continuo è sempre lo stesso: ti sentirai finalmente sicuro (o libero, o forte, o potente) se comprerai questo o quel prodotto.
Capite? La tecnologia non è al servizio dell’uomo, ma l’immagine dell’uomo è al servizio della tecnologia ed è da alcuni anni che l’industria ha capito che il fatturato cresce di parecchio se assieme al prodotto si vende una immagine apprezzabile e desiderata di se stessi. Tutto ciò produce più guadagni (economici), a breve termine, ed una continua miseria interiore (che è la stessa che poi si cerca di utilizzare per continuare ulteriormente a vendere con questo stile), a lungo termine. Infatti, questo tipo di organizzazione commerciale ha bisogno dell’insicurezza incolmabile, per continuare a vendere immagini.
Esasperando la riflessione, possiamo dire che se guardiamo interagire le persone per strada, in buona percentuale sono immagini che interagiscono con altre immagini, osservandosi tra di loro per l’immagine che ciascuno mostra all’altro, non esseri umani che scambiano tra loro arricchendosi reciprocamente.
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DASPARKHOTEL-Andreas Strass.LINZ
È il Dasparkhotel di Linz e garantisce un’esperienza quantomeno singolare, inedita, apparentemente soffocante.
Poi, invece, si scopre che è assolutamente divertente!
L’idea è di Andreas Strass e suona certamente bizzarra, ma le prenotazioni al Dasparkhotel fioccano, segno che i tubi di cemento sono confortevoli e intriganti.
È concepito come un campeggio all’aperto: le camere dispongono di letto matrimoniale e corrente elettrica, mentre i servizi -bagni, bar, spaccio- si trovano nel grande parco che le accoglie.
Spazio anche al romanticismo, nonostante il cemento: stando sdraiati sul letto si possono ammirare le stelle attraverso un oblò.
Qualcosa del genere lo si è già visto a Lipsia, all’Hotel Everland, l’albergo-guscio di una sola stanza concepito dagli svizzeri Sabina Lang & Daniel Baumann e posto sul tetto della Galleria d’Arte Contemporanea della città.
Forme e materiali diversi, volontà di rendere possibili esperienze simili.
La proliferazione di questo tipo di strutture recettive, in effetti, è sinonimo di un mutamento delle aspettative legate alla vacanza, al viaggio, al soggiorno.
Denunciano l’esigenza di sperimentare nuove forme e innovative modalità dell’abitare temporaneo.
Spiega Andreas Strass: e idea of Dasparkhotel was born as a mixture out of memories, ideas and emotions about my personal travelling style and the needs and wishes of some people around me, people I met around the world.” A dimostrazione del fatto che il Dasparkhotel è il risultato di un’esperienza emotiva, relativa ad un comportamento, ad un’abitudine, piuttosto che ad un’ispirazione creativa finalizzata semplicemente ad una prova formale.
Qui, insomma, l’architettura si lega ad un modo ben preciso di “sentire” il viaggio e le sue soste.
La scelta di adoperare questi grossi tubi in cemento risponde anche all’intenzione di riutilizzare materiali e oggetti esistenti, concepiti inizialmente con altri scopi.
Il tubo è un componente standard prodotto in qualunque industria: se si decide di chiudere l’albergo, è sufficiente togliere la porta e il minimo arredo della camera. A quel punto il tubo può ritornare ad essere, per esempio, una conduttura per l’acqua potabile. All’interno, le superfici sono state laccate e trattate dall’artista Thomas Latzel Ochoa.
Ogni camera è diversa dall’altra.
Dasparkhotel è aperto da maggio a ottobre, si prenota online e il costo della camera lo decide l’ospite!
Francesca Oddo