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Dic 1, 2011 - cura    1 Comment

CURA PER IL RAFFREDDORE

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 Mettete in bocca un cucchiaino di zucchero e fatelo scio­gliere muovendolo leggermente per uno o due minuti, quindi sputatelo e prendetene un altro cucchiaino. A questo scopo, l’ideale è lo zucchero fine, che si scioglie in fretta. Continuate così per qualche ora, finché i sintomi del raffreddore, come la congestione da muco nel naso e nei seni, scompaiono e riuscite a respirare facilmente dal naso. Tendenzialmente passeranno anche mal di testa e altri fastidi. Ho scoperto che un forte raffreddore si può arrestare in circa quattro ore usando questo metodo; per un raffreddore leggero basterà meno tempo. Per l’influen­za e altre congestioni persistenti, potrebbe essere necessa­rio ripetere il procedimento per vari giorni. Lo zucchero attira in bocca il muco dissolto nel fluido linfatico, e in questo modo le cavità della testa si svuotano gradualmen­te. Per precauzione, se pensate di essere predisposti al raf­freddore o soffrite di rinorrea o altri tipi di congestione alle cavità della testa, potete usare la cura dello zucchero per una o due ore e ripeterla una volta alla settimana o secondo le esigenze.
Lo zucchero tenuto in bocca non danneggia i denti, poi­ché è troppo concentrato per l’attività batterica, come il miele puro applicato sulle ferite. È solo dopo aver ter­minato la cura dello zucchero che lo zucchero rimasto si diluisce a sufficienza nella bocca per incoraggiare la proli­ferazione batterica, ma a quel punto potete risciacquare la bocca con dell’acqua. Chi non può o non vuole usare lo zucchero può provare con il sale, oppure combinare sale e zucchero o utilizzare del miele.

Lug 15, 2011 - cura    Commenti disabilitati su L’acqua in bottiglia lasciata nella vostra automobile è molto dannosa!

L’acqua in bottiglia lasciata nella vostra automobile è molto dannosa!

 È stata identificata come la causa più comune dell’elevato tasso di diossina nella formazione del cancro al seno. Un oncologo ha detto: “ le donne non dovrebbero bere l’acqua dalle bottiglie lasciate nelle automobili. Il calore reagisce con i prodotti chimici della plastica che libera la diossina nell’acqua.” La diossina è una tossina che trova un buon alloggio nel tessuto e genera il cancro al seno. Quindi dovreste essere molto prudenti e non bere mai l’acqua lasciata in automobile se c’è la bottiglia di plastica. Fate passare il messaggio a tutte le donne che conoscete. Abbiamo bisogno di diffondere queste informazioni che possono salvare delle donne! Utilizzate una borraccia in acciaio inossidabile o una bottiglia di vetro al posto di quella di plastica! Fatelo sapere anche a chi ha una figlia o un figlio se vi pare! Questa informazione circola dal centro medico dell’esercito. Non mettere i recipienti e gli imballaggi di plastica nel microonde. Né la bottiglia d’acqua nel congelatore. La diossina causa il cancro specialmente quello al seno. La diossina inquina tantissimo le cellule del vostro corpo.. Non congelate le vostre bottiglie di plastica con l’acqua così che non liberi diossina dalla plastica. Il primario della clinica del benessere nell’ospedale di Castle, Edward Fujimoto ha parlato della diossina ed è quindi malvisto. Egli ha detto non dovremmo mai riscaldare il nostro cibo nel microonde, soprattutto nei recipienti di plastica perché la combinazione delle alte temperature libera la diossina nel cibo e di conseguenza nel nostro corpo. Raccomanda invece di utilizzare recipienti di vetro come il pyrex o Corning o recipienti in ceramica, si ottiene lo stesso risultato ma senza diossina. La carne o le zuppe istantanee dovranno essere tolte dal recipiente e riscaldate con qualcos’altro. La carta non è malvagia ma non sapete cosa contiene. È più sicuro utilizzare il vetro soprattutto per riscaldare. Vi ricordiamo che i fast-food hanno modificato i loro imballaggi per diversi problemi di cui la diossina è una delle ragioni. È anche molto dannoso il film plastico (PVC) per rinvolgere e riscaldare il cibo nel microonde. È come una bomba atomica nel cibo, il calore eccessivo miscela la tossina velenosa del film ai cibi. È meglio coprire il cibo con un tovagliolo di carta. Questo articolo dovrebbe essere inviato a tutte le persone importanti della vostra vita

LA BELLA ITALIA

Amministratori incapaci, progettisti inetti e avidi speculatori

 

I veri deturpatori delle bellezze italiane

di Gilberto Oneto 

Ci si lamenta per gli scarsi risultati della stagione turistica. Ma perché uno straniero dovrebbe venire da noi in vacanza? Per farsi rapinare da albergatori e ristoratori? Per farsi fregare la macchina, scippare o violentare? Per stare in mezzo alla pattumiera e alla sporcizia? Ovunque – basta farsi una navigata sui siti dei vari operatori che prenotano pernottamenti on line – si possono trovare alberghi più belli, moderni, puliti ed economici di quelli del Bel Paese. Qui gran parte del patrimonio ricettivo è rimasto – se va bene – agli anni Settanta, con le tapparelle di plastica, le tesserine che piastrellano il cesso e la tazza di caffelatte per colazione. I ristoranti poi è un miracolo se espongono fuori i prezzi, insistono con il “coperto” (vero segno di italianità) e coltivano con fedeltà la cucina dei film di Alberto Sordi, tutta pizza, spaghetti e profiterol. Alla fine – fisso – un patriottico espresso che impesta l’alito, un ammazzacaffè di limoncello, sambuca o grappa strizzabudelle. I ristoranti sono rumorosi, pieni di plastica, foto di Padre Pio e della Juvent485892047.jpgus, televisore acceso, bottiglie di vino messo a invecchiare sulla credenza delle stoviglie. Grazie a Sirchia, almeno hanno perso il fascino neorealistico delle camere a gas.

Piste ciclabili non se ne vedono, è già tanto se ci sono i marciapiedi. I treni e i mezzi pubblici hanno la qualità e la pulizia dell’Happy Bus degli anni Sessanta, però senza hippies e destinazioni esotiche. Il biglietto si deve obliterare: difficile tradurlo in inglese… Le manifestazioni culturali o ricreative sono poche, paesane e rumorose: ci si aspetta sempre di veder comparire la Lollo adolescente tampinata da De Sica vestito da maresciallo. I turisti ci vengono (o venivano) per l’arte, per il paesaggio e per il clima. Il clima è – grazie a Dio – rimasto ma si trova di uguale o di meglio in cento altri paesi meno cari, sporchi e insicuri. Uno si abbronza molto meglio sul Mar Rosso o ai Caraibi, spende di meno e non ha vu-cumprà o rompiballe vari che lo infastidiscono, e neanche i vicini di ombrellone che ascoltano la partita con la radiolina e berciano vigorosamente. Pure l’arte è rimasta, anche se si fa un po’ di fatica a vederla in mezzo a sacchetti di ruffo e fast-food maleodoranti. Ma è rimasta solo quella protetta e ingessata nei musei perché quella esposta, sulle facciate degli edifici, in cappelle e santelle isolate, in strada, è abbandonata all’incuria, allo smog e ai ladri. Ma è in esaurimento perché si è prosciugata la vena creativa: non se ne fa più. C’è il paesaggio ed è meglio lasciar perdere. Decenni fa si era inventato lo slogan: “Visitate l’Italia prima che gli italiani la distruggano!”.

Detto fatto: sono venuti tutti quelli che potevano e poi se ne sono andati altrove. Comparisse oggi Goethe, si sparerebbe (o ci sparerebbe)! Per questo la responsabilità è largamente collettiva ma qualcuno è sicuramente più responsabile di altri: amministratori ignoranti, speculatori avidi e – soprattutto – progettisti incapaci. Soprattutto, perché a loro sarebbe spettato il dovere di insegnare un po’ di buone maniere culturali ai politici, e di convincere gli “investitori” che le cose fatte bene rendono di più – e più a lungo – di quelle fatte male. I veri distruttori del Bel Paese, i responsabili del nostro vivere male e della catastrofe dell’economia turistica sono proprio loro: ingegneri, architetti e geometri. Sono quelli che hanno redatto piani regolatori demenziali (fatti di corsa alla fotocopiatrice), sono quelli che nelle università, sui libri e sulle riviste hanno per decenni vomitato insulti contro la tradizione, contro la cultura classica e l’architettura popolare. Sono quelli che hanno progettato strade e ponti senza guardare quello che c’era attorno, che hanno disegnato case e condomini tutti uguali (tutti brutti) da Trento a Trapani.

Sono quelli che hanno fatto villette e chalet del cavolo badando solo a essere originali, a “lasciare il segno” come fanno i cani sui lampioni, sbattendosene della tradizione, del paesaggio, della cultura locale e anche del clima: così poi le pareti senza sporto di gronda sono devastate dalla pioggia e i tetti piatti pieni di infiltrazioni. Ma sono anche i disgraziati che hanno redatto leggi e regolamenti “universali”, buoni per tutte le latitudini e pessimi dappertutto, quelli che si sono inventati i rapporti aeroilluminanti, le distanze, le altezze minime e tutte le altre tavanate che – avrebbe detto Guareschi – hanno trasformato le nostre città in padiglioni della Fiera di Milano. E per fortuna che il buon Giovannino aveva visto solo quella un po’ triste dei suoi tempi e non l’autentica vigliaccata architettonica in cui è stata trasferita. Di questo i Verdi non si sono mai occupati. Pronti a illanguidirsi per una nidiata di rospi o a fare sfracelli per un pino malandato, non si sono mai occupati di urbanistica e di architettura: fa peggio un quartiere mal fatto di un inceneritore puzzolente, che può sempre smettere di puzzare. Le case sono in cemento e restano lì. Si dirà che è un guaio successo un po’ dappertutto. Non è vero è successo solo in certi paesi.

Basta girare per la campagna inglese, in Carinzia, Baviera o Bretagna che certe schifezze non si vedono. Sciocchezze sono state fatte anche sulle coste francesi e spagnole, è vero. Però le strade sono pulite, le spiagge non sono discariche, si può andare in giro a piedi, in bicicletta, a cavallo o sul monopattino senza essere sicuro bersaglio di automedonti. Oltre naturalmente a tutto il resto che non è strettamente collegato con la qualità dell’architettura. Pensiamoci, quando spendiamo soldi per tenere in piedi scuole e università in cui si forgiano devastatori ambientali. Chiudiamole! Forse non servirà a risanare il paesaggio ma almeno risparmieremo dei quattrini.

Feb 21, 2010 - cura    18 Comments

strane idee per la testa

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Arriva l’inverno, l’insufficiente ossigenazione dei bulbi e la microcircolazione rallentata rischiano di rovingare i capelli.. per non parlare di quelle infinite asciugature che di solito si fanno con il phon. La disidratazione in questo caso secca i capelli e spezza le punte. Che fare? Una soluzione fatta in casa è la maschera alla banana! Una delle soluzioni naturali che consiglio.

Sappiamo che gli oli vegetali e soprattutto la frutta ammorbidiscono i capelli, non solo mangiarla fa bene, ma anche la sua polpa spalmata sui capelli è fenomenale. Eccovi la ricetta:
– Triturate la banana
– amalgamate con olio d’oliva e succo di limone
– applicate sulla cute e lasciate in posa per qualche minuto

Et voila! Capelli lucenti, sani, belli e cuoio capelluto pienamente ringiovanito! La vitamina A contenuta nella frutta è un toccasana,la banana contiene oli vegetali altamente idratanti e sostanze nutrienti vitaminiche anti invecchiamento.Ma state attenti se volte utilizzare questo rimedio  ogni giorno, aggiungete sempre dell’olio altrimenti l’effetto non sarà totale.

Gen 22, 2010 - cura    13 Comments

Mani pulite. 20 secondi con acqua calda per eliminare il 95% dei batteri

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Comunicato di Primo Mastrantoni
 
 Ovviamente, non ci riferiamo ad un periodo della storia patria che risale ai primi anni ’90 ma all’offerta di detergenti antibatterici, sia per la casa che per il corpo ed in particolare per le mani. Servono i prodotti antibatterici usati per le pulizie di casa? Rispondiamo con una ricerca condotta dall’Associazione dei medici americani che ha analizzato le relazioni scientifiche sull’argomento: non ci sono riscontri che questi prodotti siano necessari. Utilizzare un prodotto antibatterico per rendere sterile un pavimento ha poco senso o meglio, lo ha per le industrie che lo vendono. La cucina non puo’ essere trasformata in una sala operatoria, dove le condizioni di igiene e di assenza di contaminanti microbici e’ essenziale per il paziente sottoposto ad intervento chirurgico. Eliminare tutti i batteri e’ una operazione sostanzialmente inutile, anche perche’ le superfici interessate dopo un po’ di tempo tornano a popolarsi di microrganismi, che tra l’altro hanno anche la funzione di indurre la risposta immunitaria nel nostro organismo. Per ottenere una buona igiene, per la casa e il corpo, bastano i normali detergenti e un po’ di… olio di gomito. Per fare un esempio basta sfregare le mani sotto l’acqua calda, per 20 secondi, per eliminare il 95% dei microbi, il 96% e’ eliminato con il comune sapone e il 99% con i detergenti antibatterici. Per analogia si possono estendere le considerazioni anche ai virus. Vale la pena spendere di piu’ per rimuovere il 3% in piu’ di microorganismi?

 

Nov 6, 2009 - cura    3 Comments

CREMA PER IL CORPO FAI DA TE

Come fare da soli un’ottima crema per il corpo,molto semplicemente e con ingredienti facilmente reperibili

– OCCORRENTE:olio naturale,olio essenziale,cera d’api(reperibile in erboristeria)oppure cioccolato bianco(avete letto bene:cioccolato!),uno stampino o un contenitore tipo uno stick per deodorante ben pulito

-COME SI PROCEDE:far sciogliere in un tegamino la cera o il cioccolato,aggiungere l’olio naturale e versarlo nello stampino ed aggiungere qualche goccia di olio essenziale

-Bella idea anche come regalo utilizzando simpatici stampini            

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