il gatto non è un mistero
Anarchico, intelligente, enigmatico: un studio cerca di tratteggiare il carattere del meno addomesticato degli animali domestici
Prepara un agguato, balza, poi si accuccia, infine fa le fusa: improvvisamente, però, tira fuori le unghie. «Non esistono gatti da soccorso, gatti da guardia, gatti per ciechi, gatti poliziotto, gatti addestrati a individuare esplosivi… Tutto ciò è un sollievo: se si racconta la storia del cane da una prospettiva scientifica, si rischia di attirarsi le ire di schiere di amanti degli animali imbevuti di falsi miti», spiega Stephen Budiansky, giornalista scientifico e autore de “Il carattere del gatto – origini, intelligenza, stratagemmi del Felis silvestris catus” (Raffaello Cortina Editore). «Sui gatti, invece, nessuno si fa illusioni. I gatti sono gatti e chi ne possiede uno in carne e ossa lo sa bene».
Divinità per gli egizi, entità diabolica nel Medioevo, compagno di meditazione per filosofi quali Cartesio e Voltaire, animale domestico mai davvero addomesticato: dalla storia all’etologia, il libro cerca di offrire una chiave di lettura per comprendere alcuni degli enigmi dei piccoli felini che «con i loro occhi lucenti e il passo felpato, si sono sempre sottratti a spiegazioni definitive». In realtà tutto è molto più chiaro di quel che sembra: le fusa, le posture del corpo, i miagolii e anche i gesti più misteriosi del gatto, come quando reagisce improvvisamente con un morso alle carezze – gradite fino a un secondo prima – del suo amico umano.
Qualsiasi altro animale domestico è sociale allo stato brado: il gatto no, è anzi assolutamente solitario in natura. Eppure, a livello puramente anatomico, ben poco differenzia il micio che sonnecchia sul divano dal suo parente selvatico. Il gatto domestico ha matenuto molte delle caratteristiche asociali e persino antisociali del suo analogo selvatico: territorialismo, diffidenza, avversione ai cambiamenti improvvisi, tendenza a “spruzzare” di urina il territorio (che si tratti di un albero o di un comò, poco importa). Le cose che il Felis silvestris fa e quelle che non fa, nel suo ruolo di gatto domestico, ormai da 4mila anni, sono sempre state presenti nel suo patrimonio biologico: a questo livello, le differenze tra la stirpe dei gatti domestici e quella dei gatti selvatici sono sottilissime.
Anche nel rapporto tra sessi i gatti domestici restano imbevuti del loro retaggio evolutivo. La struttura territoriale e sociale tipica del mondo felino sembra ottimizzata per incoraggiare scontri violenti tra maschi e femmine, persino nell’accoppiamento: il pene del gatto, per esempio, è ricoperto di piccole appendici simili a spine che – dopo la penetrazione e l’eiaculazione – provocano una stimolazione molto dolorosa della vagina quando l’organo maschile si ritrae. È probabilmente questa la causa del comportamento della femmina subito dopo l’atto sessuale: alla fine del rapporto essa immancabilmente si volta e sferra una violenta zampata sul naso del maschio. Baruffe sessuali a parte, nel loro stato naturale i gatti ingaggiano dispute solo per il controllo del territorio. La lotta termina quando uno dei contendenti abbandona il campo: non c’è bisogno di ulteriori umiliazioni. Per questo motivo, nella storia dell’evoluzione del Felis silvestris, si è data particolare rilevanza allo sviluppo dei segnali aggressivi.
Molto è dato anche dal carattere: ci sono gatti intraprendenti e gatti timidi, amichevoli e ostili: ma tutti, o quasi, mostrano di non avere alcun interesse nel dimostrare agli uomini di saper fare qualcosa. Ecco perché «quando scegliendo a caso tra persone con stili di vita e formazioni differenti, – racconta Budiansky – si chiede se siano più intelligenti i cani o i gatti, i cani vincono a man bassa». Ma «i padroni dei gatti hanno da tempo escogitato la loro replica a quasta calunnia popolare, ovvero che i gatti sono semplicemente troppo intelligenti per mettersi a fare tutti quegli stupidi giochetti che i cani eseguono volenterosamente e che sembrano impressionare facilmente quell’umanità già così impressionabile di cui facciamo parte».
Il primo commento al tuo post sono io? Che onore. Buongiorno Laura volevo augurarti una fantastica giornata piena gioia e d’amore come tu vorrai.—fulvio—bacibacibaci
Adoro gatti e cani ma in ogni animale mi colpiscono gli occhi. Chiedono solo di essere amati.
Certo che puoi, quello dell’abbandono lo puoi salvare sul tuo pc poi lo metti nella gestione file immagini e lo inserisci, per gli altri puoi prendere i codici già formati nel sito dell’oipa, fammi sapere. Poldy
grazie dei complimenti sulle mie foto, sono felice che ti piacciano.