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PECHINO 2008

 

OLIMPIADI 2008: NO ALLO STERMINIO DI ANIMALI IN CINA

 Sperando che anche questa petizione non venga cancellata questo è il link dove firmare:     http://firmiamo.it/sterminiogatticinesixolimpiadi

In  Cina esistono purtroppo poche leggi in difesa degli animali. Sono costantemente vittime di infiniti maltrattamenti, solo per citarne qualcuno:

I mercati degli animali sono noti per la loro crudeltà. Animali di molte specie, tra cui gatti, cani, uccelli, polli e rettili sono confinati in gabbie metalliche in cui possono muoversi con difficoltà. Spesso gli animali vengono scuoiati vivi e lasciati morire per dissanguamento.

Allevamento degli orsi per la bile: gli orsi della luna (Moon Bears) vengono uccisi per le loro cistifellee. Migliaia di orsi vivono una vita di torture negli allevamenti in cui viene estratta la loro bile, utilizzata poi dalla medicina tradizionale per curare malesseri di vario genere. Gli Orsi sono imprigionati in gabbie piccolissime e tutto ciò è causa di terribili sofferenze sia fisiche che mentali. I metodi di estrazione della bile inoltre sono molto dolorosi, come anche il trattamento chirurgico per l’impianto di un catetere d’acciaio nell’addome o per la creazione di un foro permanente nell’addome noto come “free-dripping” (sgocciolamento libero).

Peta ha condotto indagini nel mercato delle pellicce di cane e di gatto, mostrano al mondo, cosa quell’industria macabra cercava di nascondere. Persino investigatori di lunga esperienza sono rimasti sconvolti: milioni di cani e gatti bastonati, impiccati, dissanguati, strangolati con filo metallico, tutto per poi trasformare la pelliccia in capi di vestiario ed accessori. Questa pelliccia spesso viene deliberatamente etichettata in modo fraudolento come pelliccia di altre specie di animali e venduta poi ad ignari consumatori.

Animalisti di Pechino sono sconcertati e stanno protestando riguardo alla decisione presa dal governo locale di ripulire le strade dai randagi in vista delle Olimpiadi del 2008. Nessuno conosce il numero dei gatti presenti sulle strade, ma Animal Care Association di Pechino stima che dai 160.000 ai 200.000 animali siano in pericolo, contando randagi e senza tetto. Qin Xiaona, leader del gruppo di Pechino, ha denunciato alla stampa internazionale il modo brutale in cui vengono trattatati gli animali: “Sono condizioni da tortura”. Il Times riporta che i gatti vengono rinchiusi in “gabbie grandi come un forno a microonde”, teoricamente dovrebbero essere trasportati in un centro zoologico nella provincia di Changping ma la maggior parte di loro sono malati. Le autorità governative hanno ordinato la totale “rimozione” degli animali randagi da Pechino entro la fine di giugno, vogliono che gli atleti olimpici non ne vedano nemmeno uno.

L’associazione francese One Voice, di recente ha realizzato un video documentario sul commercio della carne di cane in Cina. Gli animali vittime di questo brutale mercato vivono tra atroci sofferenze e muoiono uccisi nei modi più cruenti immaginabili. I cani caricati sopra camion, all’interno di piccole ed affollate gabbie, viaggiano anche per 48 ore prima di giungere a destinazione, un interminabile viaggio senza cibo, senza acqua. Arrivati poi ai ristoranti vengono stipati dentro gabbie metalliche piccolissime, appoggiate sul suolo, dove aspettano all’aperto il loro destino. I clienti vogliono la carne fresca. Il video è visionabile al link: http://www.onevoice-ear.org/films/chiens_chine_vgb.htm

In mezzo a tanti orrori, gli animali cinesi possono contare sul supporto di straordinarie persone che quotidianamente lavorano affinché la situazioni cambi e sia restituita agli animali, la libertà ed il rispetto che meritano.
Il “Chinese Companion Animal Protection Network – CCAPN” è un coordinamento di associazioni ed individui che da dentro il paese lavora per cercare di rendere giustizia ai senza voce. Oltre 40 gruppi, che quotidianamente promuovono campagne di vario tipo, dalla protezione degli animali e contro la carne di cane/gatto, a progetti educativi a campagne di adozioni randagi da loro salvati e curati. Vi è Animals Asia, guidata da una straordinaria donna che da anni da voce a chi non ne ha. Animals Asia è un ente di beneficenza con sede a Hong Kong, che si dedica a porre fine alle crudeltà ed a ripristinare il rispetto per gli animali in Asia.

Con i fari puntati sulla Cina in occasione delle Olimpiadi a Beijing, c’è un’opportunità d’oro per cambiare. Per favore, scrivi una lettera alle autorità e sollecitale ad emanare una legge per la protezione degli animali, così che le crudeltà possano avere fine. Prima di ogni cosa serve una legge che vieti simili atrocità. Per favore, nel caso in cui personalizziate i messaggi, mantenete un tono educato, messaggi colmi di rabbia od insulti sono solo controproducenti, non aiutano gli animali ne tanto meno i gruppi cinesi che sul posto lavorano per la loro protezione.

 

Pechino, al bando la carne di cane
Ma non decolla il made in Italy

La ‘prelibatezza’ è off limits nel villaggio olimpico e sconsigliata nei menù dei ristoranti “per non urtare la sensibilità di atleti e turisti”

 
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 PECHINO, 11 luglio 2008 – Carne di cane al bando in tutti i ristoranti del villaggio olimpico. Lo hanno deciso le autorità cinesi “per  non urtare la sensibilita’ di atleti e turisti stranieri”. Fuori dal villaggio il piatto cinese – da molti considerato una vera prelibatezza – potrà essere presente nei menù anche se viene caldamente ‘sconsigliato’, almeno nel mese delle olimpiadi.

 

A dare la notizia è la Coldiretti, che nel contempo lamenta una scarsa diffusione del Made in Italy durante le olimpiadi a causa delle molte barriere commerciali ancora presenti alle esportazioni.
 

La campagna cinese – aggiunge Coldiretti – ricorda gli sforzi compiuti dalla Corea del Sud per vietare il popolare consumo di carne di cane durante le Olimpiadi di Seul del 1988, a seguito delle feroci critiche degli animalisti. 
 

Quello della difficoltà di trovare cibo Made in Italy – insiste Coldiretti – è un evidente paradosso soprattutto alla luce delle grande diffusione di imitazioni sugli scaffali cinesi dei prodotti alimentari dove il falso Made in Italy e’ arrivato spesso prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita.La Cina ha deciso di vietare la vendita di carne di cane in hotel e ristoranti durante le Olimpiadi di Pechino di agosto per non urtare la sensibilita’ di atleti e turisti stranieri che, tuttavia, non potranno godersi molte specialita’ ‘made in Italy’ per le barriere commerciali ancora presenti alle esportazioni. E’ quanto afferma la Coldiretti, sottolineando che il bando alla carne di cane nei menu’ e’ obbligatorio per i ristoranti del villaggio olimpico e che comunque, fino alla fine dei giochi, viene consigliato di evitare questo piatto che viene considerato una prelibatezza in molte regioni del Paese.
  L’attenzione agli ospiti stranieri , precisa la Coldiretti, non ha pero’ fatto venir meno i pesanti vincoli protezionisti ancora presenti per prodotti della gastronomia Made in Italy: prodotti come la mozzarella di bufala campana Dop e altri formaggi freschi e a pasta filata non saranno sulle tavole del gigante asiatico per la ‘quarantena’ di 21 giorni imposta dalle autorita’ locali mentre per i prodotti ortofrutticoli freschi, in particolare mele e kiwi, sono presenti ostacoli di carattere burocratico, sanitario ed amministrativo, che hanno impedito sinora le spedizioni. Solo recentemente – continua la Coldiretti – c’e’ da registrare il positivo sdoganamento di alcune centinaia di prosciutti made in Italy che difficilmente riusciranno ad arrivare sulle tavole di atleti e turisti per il mese di agosto.
  “Si tratta di un evidente paradosso – commenta la Coldiretti – soprattutto alla luce delle grande diffusione di imitazioni sugli scaffali cinesi dei prodotti alimentari dove il falso Made in Italy e’ arrivato spesso prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita”. Sui banchi dei supermercati cinesi, si segnala, sono numerosi i prodotti del falso Made in Italy: dal Parmesan al Provolone, dall’ extravergine alla mozzarella che vengono dall’estero, ma anche quelli di produzione locale come i pomodorini di collina, pomodori pelati, caciotta e pecorino, ma con raffigurata sulla confezione una mucca al posto della pecora.

PECHINO 2008ultima modifica: 2008-08-19T10:43:00+02:00da
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