il cassetto degli appunti

pass per disabili

Coinvolti anche professionisti. L’accusa è di falso e truffa’

C’è chi ha fotocopiato il pass e chi, invece, ha usato quello intestato a un disabile ormai deceduto o più semplicemente ha parcheggiato esibendo il contrassegno di un proprio familiare. I casi sono diversi, ma la sostanza non cambia. Il fenomeno dei pass falsi o usati in modo non regolare è molto diffuso. Lo dimostrano i numeri dell’inchiesta del sostituto procuratore Francesco Bretone che ha disposto il processo per una cinquantina di automobilisti. Le accuse sono di falso, occupazione di suolo pubblico e truffa. E tra i destinatari del decreto di citazione diretta a giudizio ci sono anche professionisti, gente perbene e non soltanto cittadini abituati a una vita di espedienti.

L’indagine, condotta dagli agenti della polizia municipale, ha dimostrato come quello dei pass falsi sia uno stratagemma adottato molto frequentemente dagli automobilisti che vogliono risolvere il problema del parcheggio in città. Tre le tipologie di truffa, evidenziate dall’inchiesta. La prima consiste nella riproduzione artigianale dei contrassegni che configura già il reato di falso. Sui parabrezza delle auto, così come accertato dai vigili urbani, gli automobilisti che ora dovranno affrontare un processo, esponevano la fotocopia di un contrassegno. C’era chi aveva lasciato la macchina sulle strisce gialle, negli spazi riservati ai disabili (e per questo risponderà del reato di occupazione di suolo pubblico) e chi, invece, aveva parcheggiato sulle strisce blu, senza pagare il grattino (in questo caso l’accusa contestata è di truffa).

Il primo è uno dei sistemi più diffusi, ma non è l’unico. Dei cinquanta automobilisti che ora sederanno sul banco degli imputati, molti hanno usato, per evitare la ricerca di un parcheggio, pass intestati a portatori di handicap oramai deceduti e per questo risponderanno del reato di uso di atto falso. Le macchine sono state lasciate, anche in questo caso, o nello spazio, destinato alle auto dei portatori di handicap o sulle strisce blu. E per questo si configurano i reati di occupazione di suolo pubblico o truffa: non pagando il grattino ed esibendo un pass senza più validità perché intestato a una persona morta hanno di fatto causato un danno alle casse del comune.

Dall’inchiesta emerge anche un altro sistema ideato per aggirare il problema del parcheggio ed è quello più semplice: gli automobilisti usavano il pass, intestato a un loro familiare, per parcheggiare o sulle strisce blu o negli spazi riservati ai disabili. Anche in questo caso, il pubblico ministero Francesco Bretone ha ipotizzato i reati di occupazione di suolo pubblico e truffa. L’indagine, avviata all’inizio dell’anno e sfociata in diversi decreti di citazione diretta a giudizio, non è conclusa. I controlli degli agenti della polizia municipale, infatti, vanno avanti.
(08 ottobre 2008)

pass per disabiliultima modifica: 2008-10-11T23:35:00+02:00da
Reposta per primo quest’articolo