Ott 28, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su PHILADELPHIA EXPERIMENT

PHILADELPHIA EXPERIMENT

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 Il 28 ottobre del 1943, uno sconvolgente esperimento venne compiuto a Philadelphia: alle 17.15, un cacciatorpediniere, l’USS Eldrige-codice DE 173, scompave con tutto il suo equipaggio mentre era in mare, nei pressi del molo di Philadelphia, e ricompave dopo pochi minuti, a Norfolk, Virginia. Ancora qualche minuto e la nave scomparve di nuovo, tornando nel molo di Philadelphia, nello stesso punto in cui si trovava precedentemente. Il progetto, conosciuto con il nome di “Progetto Arcobaleno”, aveva lo scopo di rendere invisibili le navi agli occhi dei nemici durante la seconda guerra mondiale. Per farlo, era necessario generare un campo magnetico di incredibile intensità intorno alla nave stressa, installando nel suo guscio un’apparecchiattura composta da cavi elettrici, lungo tutta la circonferenza dello scafo. Così, facendo passare una corrente di una certa intensità attraverso questo anello di cavi, si sarebbe creato un campo magnetico in grado di annullare il campo magnetico stesso della nave. Tale processo, che prende il nome di Degaussing, viene montato standard sui monitor dei computer e sui televisori, per evitare la magnetizzazione del tubo catodico. Alcuni ricercatori, erroneamente, hanno tentato di rendere invisibile un oggetto partendo dal suddetto principio, ma sottoponendo l’oggetto stesso ad altissimi voltaggi di corrente e applicando all’esperimento la Teoria dei campi unificati di Einstein (che si rilevò, purtroppo, incompleta). Un campo magnetico simile avrebbe dovuto creare una sorta di cupola riflettente, in grado di rendere invisibile, agli occhi dei nemici, ciò che conteneva al suo interno, come accade nei miraggi. L’apparecchiatura di Degaussing, così modificata, fu installata nel guscio della nave USS Eldrige. L’esperimento, svolto una prima volta il 22 luglio del ’43, venne ripetuto nell’ottobre dello stesso anno a Philadelphia, ma, mentre nel primo caso si ottenne l’invisibilita della nave, con conseguenze relativamente gravi sui componenti dell’equipaggio, che avvertirono nausea e capogiri, le conseguenze del secondo esperimento furono devastanti. La nave, questa volta, scomparve realmente dietro un forte flash azzurro, materializzandosi in Virginia e, successivamente, di nuovo nel molo di Philadelphia. Alcuni marinai scomparvero totalmente, altri impazzirono e 5 di loro furono ritrovati fusi con il metallo della struttura della nave. Gli uomini che riuscirono a sopravvivere non furono più gli stessi e riportarono conseguenze irreversibili nel sistema nervoso centrale. Nononte le numerose testimonianze, a tutt’oggi, tra le annotazioni nel ramo operativo degli archivi del centro storico navale, ripetutamente consultate, non esiste alcun documento che confermi l’evento. Inoltre, l’esperimento, insieme alla nave, avrebbe “teletrasportato” circa 1900 tonnellate di acqua, per colmare il vuoto lasciato dalla nave, con il risultato di creare una enorme onda che avrebbe sommerso la baia di Philadelphia. Ma anche di questa conseguenza non esistono documentazioni attendibili. La soluzione del mistero dell’USS Eldrige e del Philadelphia Experiment sembra ancora lontana; nessuno sa cosa realmente sia accaduto, ma molti ne hanno parlato… …. forse, dietro questo forzato silenzio, si nasconde la più affascinante scoperta scientifica del XX secolo, una scoperta su cui, da oltre 50 anni, qualcuno sta ancora lavorando…

PHILADELPHIA EXPERIMENTultima modifica: 2011-10-28T00:47:00+02:00da lauratani
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