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Feb 1, 2009 - blog life    11 Comments

CANONE RAI SUL PC ?

Canone Rai sul pc e l’ineffabile sottosegretario Romani: a voce dice che va pagato, per iscritto il contrario

La vicenda del canone/imposta Rai si tinge di un nuovo episodio che rende il tutto ancor piu’ parossistico e preoccupante. Nell’ambito della trasmissione “Le mani in tasca” di Telelombardia, e’ intervenuto in collegamento telefonico il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani che, tra le varie argomentazioni a difesa dell’attuale sistema di informazione pubblica Rai, a domanda precisa ha sostenuto che il canone/imposta va pagato anche per il possesso di un computer.

Un’affermazione contraddetta dalla stesso Romani. Infatti, lo scorso 8 gennaio e’ arrivata la risposta a firma di Paolo Romani ad un’interrogazione presentata lo scorso 11 giugno 2008 (1) dalla senatrice Donatella Poretti, in cui si chiedevano lumi sul pagamento del canone/imposta anche per il computer. Il sottosegretario cosi’ conclude la risposta: “In considerazione del fatto che non sussiste ancora una interpretazione univoca circa la individuazione degli apparecchi, diversi dai televisori tradizionali, atti od adattabili alla ricezione delle trasmissioni, si ritiene opportuno procedere ad un approfondimento tecnico-giuridico della questione, anche attraverso il confronto con il Ministero dell’economia e delle finanze, l’agenzia delle entrate e la concessionaria del servizio pubblico” (2).

Tradotto vuol dire: non lo sappiamo se chi possiede un pc e non un televisore deve pagare il canone.

Nel frattempo la Rai, sul suo sito e nelle lettere che invia a casa dei contribuenti, intima il pagamento alle famiglie anche per il possesso del computer (3), mentre per le aziende (canone speciale) lo intima solo per il possesso di un apparecchio tv (4).

Che deve fare a questo punto il contribuente che possiede un computer e non un apparecchio tv? A nostro avviso non deve pagare l’imposta e se la Rai insiste, col nostro sostegno anche legale, deve portare la tv di Stato in tribunale, facendo riferimento alle risposte della Rai medesima, dell’Agenzia delle entrate e del ministero delle Comunicazioni.

Gen 31, 2009 - blog life    6 Comments

LIRA

5cd32fcf6347809228c72333de9b62bf.jpgL’introduzione della “lira italiana” va fatta risalire, come per il tricolore, al periodo napoleonico.

Infatti, il tricolore venne adottato dalla Repubblica Cispadana nella prima campagna d’Italia (1796 1797).

La lira, invece, venne adottata alla seconda campagna d’Italia con la ricostituzione della Repubblica Cisalpina come Repubblica Italiana (gennaio 1802), trasformatasi poi nel Regno d’Italia (marzo 1805).

Le prime emissioni dalle zecche di Milano, Bologna e Venezia si ebbero nel 1807, con monete da 40, 5 e 2 lire; l’anno successivo vennero coniate anche monete da 20 lire e da 1 lira, caratterizzata da un peso di 5 g ed un titolo d’argento di 900/1000.

Dopo la fine del Regno d’Italia nel 1814, la lira riappare nel 1815 nel Ducato di Parma e Piacenza con l’introduzione della monetazione decimale da parte della duchessa Maria Luigia di Asburgo.

Il taglio delle monete era da 1, 2, 5, 20 e 40 lire.

Nel 1861, con la riunificazione dell’Italia sotto i Savoia, la lira torna ad essere la valuta italiana ed il 24 agosto 1862 ebbe corso legale e sostituì tutte le altre monete circolanti nei vari stati pre-unitari: 1 lira da 5 g di argento al titolo 835/1000 corrispondeva a 0,29 g d’oro fino oppure a 4,495 g d’argento fino.

A causa della crescita del debito pubblico susseguente all’unificazione, nel 1866 per la lira viene stabilito il corso forzoso, con una limitata convertibilità ristabilita nel 1892.

Nel 1893 viene messa in liquidazione la Banca Romana e creata la Banca d’Italia, con una copertura aurea di almeno il 40% delle lire in circolazione.

Alla morte di Umberto I (1900), gli successe il re Vittorio Emanuele III, un appassionato di numismatica.

L’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale, con la conseguente penuria di metallo, fece ripristinare il corso forzoso, abolito nel 1909 e che durò fino al 1927, quando 1 lira corrispondeva a 0,07919 g di oro fino.

L’obbligo della copertura in oro venne abolito nel 1935 e nel 1936 la valutazione venne portata a 0,04677 g.

La convertibilità venne ripristinata nel 1960 grazie all’ammissione al Fondo Monetario Internazionale, con una lira corrispondente a 0,00142 grammi d’oro o a 625 lire per dollaro.

Il 1º gennaio 1999 entrò in vigore l’Euro, il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira era stato fissato il giorno precedente.

Da quel momento la lira rimase in vigore solo come espressione non decimale dell’euro, anche se monete e banconote continuavano ad essere denominate in lire.

Per tutte le forme di pagamento “non-fisiche” (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), invece, da quella data si adottò solo l’euro.

Il 1º gennaio 2002, con l’entrata in circolazione delle monete e banconote in euro, si aprì una fase di doppia circolazione: le monete e banconote in lire vennero ritirate definitivamente il 1º marzo 2002, anche se quelle con corso legale fino a quella data, possono essere ancora scambiate presso le filiali della Banca d’Italia fino al 29 febbraio 2012.

Il tasso di conversione irrevocabile è di 1.936,27 lire italiane per 1 euro.

Gen 17, 2009 - blog life    8 Comments

e io sono qui…

e io sono qui che mi lamento che è freddo,

che mi preoccupo di cosa fare per cena,

che brontolo tra me e me che devo stirare,

che mi scoccio perchè la lavatrice si è rotta,

che mi domando: che abiti metto domenica?,

che mi devo ricordare di ricaricare il cellulare,

che: non mi starò mica ammalando?

uffa,ho i piatti da lavare,

e… 

ma di che mi lamento?!?

Gen 11, 2009 - animali, blog life, messaggi, sfoghi    16 Comments

MASSACRO DELLE FOCHE

ecbf55adc0a2af5a292a3e04976b5291.jpgRipropongo questo vecchio ,ma ancora purtroppo attuale,post,perchè mi è stato commentato da Sonia,di 11 anni,ed è giusto darle voce.

La LAV coordina la campagna internazionale promossa da IFAW per porre fine a questo “massacro autorizzato” delle foche e insieme chiedono al Governo Italiano di vietare l’importazione e la commercializzazione dei prodotti derivati da questi animali.La caccia alle foche e’ il più grande e crudele massacro di mammiferi marini nel mondo, legalemente autorizzato dal Department of Fisheries and Ocean Canadese.
Soprattutto avviene la barbara uccisione dei cuccioli (che nascono i primi del mese di Marzo) vittime preferite dai cacciatori sia per la morbidezza del manto sia per la facilità di cattura. Questi piccoli ancora non sanno nuotare, per cui non hanno possibilità di fuggire davanti ai cacciatori, e le loro madri li difendono fino alla morte usando il proprio corpo come scudo. Il 97% delle foche massacrate ha un’eta’ variabile tra i 12 giorni e quattro mesi.
Così senza scampo arriva la morte, la più violenta e crudele immaginabile: un team di veterinari indipendenti ha documentato che il 42% delle foche esaminate erano state scuoiate vive, e il 40% viene colpito ripetutamente prima di morire.Per il governo canadese questi animali vengono uccisi in “maniera umanamente accettabile”.
Dal 1970 l’IFAW è impegnata in prima linea in questa battaglia. Sono state le immagini girate segretamente dal suo fondatore, Brian Davis, che, nel 1981, hanno fatto conoscere la strage dei cuccioli neonati di foca avvenuta nel Golfo di San Lorenzo. Immagini che hanno sconvolto l’opinione pubblica ed innestato un movimento di boicotaggio dei prodotti canadesi, ottenendo nel 1983 dalla CEE il divieto di importazione dei prodotti ricavati dai cuccioli di foca. Finalmente nel 1987 il Canada stesso vietò ufficialmente la caccia commerciale dei cuccioli di manto bianco.
Nonostante questo passo in avanti, la situazione rimane urgente ed allarmante: i cuccioli sono cacciabili non appena iniziano la muta del pelo (15 giorni dopo la nascita) e sono le prede preferite dei cacciatori, che li massacrano con crudeltà. La situazione è diventata ancora più insostenibile dopo l’approvazione del “piano triennale di gestione” con cui è aumentato il numero delle foche che possono essere uccise legalmente ogni anno. L’IFAW ha rilanciato la campagna a favore delle foche, supportata da documentazione scientifica e filmati, chiedendo il sostegno alle associazioni di tutto il mondo, perché solo un’azione internazionale di pressione contro quanto sta accadendo in Canada sarà in grado di porre fine al massacro.L’opinione pubblica mondiale ha più volte condannato la crudeltà della caccia alle foche. La condanna della caccia alle foche ha indotto i Governi di alcuni Paesi a emanare normative di divieto della commercializzazione dei prodotti di foca. Contrariamente a quanto avviene nel nostro paese, alcuni stati hanno recepito le istanze contro il massacro delle foche, prendendo ufficialmente posizione contro il commercio di prodotti derivati da questi animali. Gli Stati Uniti con il “Marine Mammal Act” hanno vietato l’uccisione e la commercializzazione di qualsiasi prodotto di foca fin dal 1972, impedendone l’importazione, l’esportazione, la vendita ed il possesso. Hanno inoltre approvato una Risoluzione, nel 2003, che chiede al Canada di cessare questa cruenta caccia.Nell’Unione europea, principale mercato mondiale delle pelli di foca, il Belgio ha già approvato una prima moratoria e il bando definitivo, già approvato dal Governo è in fase di ratifica dai Parlamenti federali. L’Olanda sta esaminando un provvedimento analogo a quello del Belgio. La Commissione Affari Esteri del Parlamento italiano ha già approvato due risoluzioni che impegnano il Governo ad emanare norme in tal senso.L’Italia non ha ancora preso nessuna posizione ufficiale contro la caccia commerciale alle foche, poichè riveste un ruolo primario nel mercato internazionale di prodotti derivati dalla foca. Dai dati forniti dal nostro Governo all’Eurostat Data Shop di Berlino, si evince che negli ultimi tre anni l’import di prodotti di foca è stato di 8,4 milioni di euro e l’export si è attestato intorno ai 16,2 milioni di euro.La LAV si impegna affinché anche il Governo italiano prenda una posizione di condanna verso la caccia alle foche e decida di vietare il commercio di prodotti derivanti dall’uccisione di questi animali. “L’Italia in passato si è già schierata in favore degli animali – dichiara Roberto Bennati, responsabile LAV campagna antipellicce – emanando un’Ordinanza, trasformata in legge nel 2004, che ha vietato l’importazione e la commercializzazione delle pelli di cani e gatti. Ci auguriamo che il Governo italiano segua la scelta di civiltà già intrapresa in tema di pellicce di animali domestici, e l’esempio del Governo Belga ponendo fine a questo ingiustificato e riprovevole commercio”.Intanto è nata nel Golfo di San Lorenzo in Canada, la prima foca Groenlandica della stagione 2005. Si è deciso di chiamarla HOPE (Speranza) perché rappresenti la speranza, per questi mammiferi, di non essere mai più vittime della caccia commerciale per confezionare capi di abbigliamento e altri accessori in pelliccia.Da parte sua il governo di Ottawa si giustifica dicendo che il vero motivo della gigantesca riapertura della caccia non è il denaro quanto la necessità di controllare l’eccessivo moltiplicarsi di mammiferi negli sconfinati territori nordici. Le foche sarebbero colpevoli di aver diminuito la popolazione del merluzzo, fonte di vita per i pescatori canadesi. Secondo il dipartimento della Pesca e degli Oceani di Ottawa la popolazione di foche è triplicata dal 1970 a oggi raggiungendo i 5,2 milioni di esemplari.
Il governo canadese afferma che la foca non è una specie minacciata e che la quota annuale di caccia consente alle foche di rimanere una “risorsa sostenibile”. Un rapporto pubblicato su “Marine Mammale Science”, stima che in ognuno degli ultimi tre anni siano state uccise tra le 400.000 e il mezzo milione di foche. Ben oltre il numero legalmente consentito, perché molte foche colpite e ferite a morte, riescono a scappare per morire tra i ghiacci, e quindi non vengono contate nelle statistiche ufficiali. Gli scienziati affermano che mantenere questo livello di uccisioni, mette in serio pericolo il mantenimento della specie.
Una delle giustificazioni alla caccia alle foche è che fornirebbe una fonte di reddito e cibo necessari alla sopravvivenza delle popolazioni aborigene. In realtà il contributo economico dato da questa pratica alla regione è marginale. Considerando l’Isola di Terranova, dove si svolge il 93% della caccia, risulta che meno di un decimo delle esportazioni sia relativo ai prodotti di foca e che le persone impiegate siano appena 4.000 su mezzo milione. Un’alternativa per valorizzare il territorio in modo non soltanto più equo ma anche economicamente più redditizio, è invece quella di puntare sulle foche come risorsa per incentivare l’ecoturismo e il SealWatch.Non sono d’accordo però il Fund for Animal Welfare e The Sea Shepherd i quali hanno ribadito a viva voce quanto questa caccia sia inumana e che le foche non hanno nulla a che fare con il fenomeno. Le foche, nella maggior parte dei casi cuccioli, verrebbero spellate vive. “Non è assolutamente vero – ha detto a difesa del governo il ministro delle Risorse Naturali John Efford – non verranno affatto uccisi i piccoli di foca”. Di fatto, ribadiscono gli animalisti, dietro questa caccia barbara c’è un grosso business.

LE CIFRE.

Nel 1983 – 80 pelli di foca importate in Italia.
Nel 1998 – 2.500 pelli.
Nel 1996 furono uccise 27.000 foche.
Nel 1997 furono uccise 38.000 foche.
Di queste, 25.000 avevano meno di un anno.

Le foche sono state uccise a bastonate o a fucilate.
Tali metodi hanno spesso rovinato la pelliccia delle foche, da renderla inutilizzabile.
Le pelli, che non possono essere importate negli USA per divieto (per tutelare i cacciatori canadesi), finiscono sul mercato europeo.

Gen 10, 2009 - blog life    5 Comments

DOBBIAMO TUTTI DIVENTARE RESPONSABILI DI NOI STESSI

BUON WE A TE,

A TE CHE HAI DECISO DI COMPORTARTI IN MANIERA INTELLIGENTE.

A TE CHE HAI CAPITO CHE CI SI PUO’ DIVERTIRE ANCHE IN ALTRI MODI.

A TE CHE HAI CAPITO CHE UN TUO GESTO SBAGLIATO PUO’ AVERE GRAVI CONSEGUENZE.

A TE CHE HAI CAPITO DI NON ESSERE IMMORTALE.

A TE CHE HAI CAPITO DI NON ESSERE INFALLIBILE.

A TE CHE HAI CAPITO CHE C’E’ CHI NON HA CAPITO NIENTE.

A TE CHE HAI CAPITO CHE CI SONO ANCHE GLI ALTRI DA RISPETTARE.

A TE CHE HAI CAPITO CHE CI VUOLE POCO PER FINIRE MALE.

A TE CHE HAI CAPITO CHE NON E’ DIFFICILE FARE LA COSA GIUSTA.

A TE IO DICO GRAZIE…

LAUR@

Gen 7, 2009 - blog life    37 Comments

DONARE FA BENE A NOI STESSI

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Non sentite quella nostalgica sensazione di benessere nel regalare un sorriso?
Vi piacerebbe trovare qualcuno a cui cedere il posto in un autobus affollato?
Sono le piccole cose, che un giorno o l’altro possono diventare grandi, è la stretta di mano che domani può diventare un bacio sulla fronte.
Non c’importa sapere che c’è tanta, troppa gente così, che ha bisogno di una mano, o anche di due. Quando ci viene chiesto aiuto spontaneamente, noi enfatizziamo frasi cercando di cambiare discorso, arrampicandoci sugli specchi. Poi sprofondiamo davanti al televisore, afflitti da un inevitabile scompiglio: davanti ai nostri occhi
scorrono immagini…immagini che ci aprono gli occhi e la coscenza.
Ma è la pura verità e ci sentiamo male.
Ci sembra che nulla ci sia degno, che nulla sia completamente nostro.
E anche se il nostro conto corrente è cospicuo, diventiamo poveri dentro.
Uno sferzante scompiglio ci affligge, e ci accorgiamo di non essere i soli al mondo, che non è così piccolo e bello.


Vi racconto una favola, che esprime, anche se con poche parole, il vero significato
della bellezza nel donare.
Racconta la storia di un ragazzo e di una ragazza che si amavano tanto.
Era Natale, il periodo dei doni, cosa si sarebbero regalati?
Erano molto poveri, tanto da non avere i soldi per acquistare un vero regalo.
Se l’amore si potesse usare al posto dei soldi, loro avrebbero potuto comprare un pianeta intero.
Il ragazzo si frugò in tasca, cercando qualche spicciolo, ma non ne aveva.
Poi si accorse del suo antico orologio, regalatogli da suo padre: sarebbe stato un ottimo oggetto da baratto.
Anche la ragazza aveva trovato qualcosa da barattare per un regalo: avrebbe venduto i suoi bellissimi e lunghi capelli dorati pur di trovare un dono per il suo amato.
Quando giunse la sera, si sorrisero a vicenda, poiché lui aveva barattato il suo antico orologio con
un pettine d’avorio e lei aveva tagliato i suoi bei capelli per una catenina da orologio.
Si abbracciarono, ricchi l’uno dell’altra, come mai stati prima.


Dovremmo anche noi regalare con nonchalance, ma è difficile scegliere un regalo.
Non potremmo certo regalare un apribottiglie a chi percorre molti chilometri per trovare l’acqua e non certo in bottiglia.
Non è sempre materiale un regalo, io vorrei donare il cuore, ma non si può.
Ammiro coloro che offrono la loro vita agli altri, che danno tutto di se stessi.
Mi accorgo che non è importante la distanza, il luogo o il tempo, non serve andare lontano per diventare “eroi”.
Mi guardo intorno: anche la signora afflitta dalla solitudine della vecchiaia potrebbe aver bisogno d’aiuto, anche il bambino che cammina triste senza amici potrebbe averne bisogno.
Bisogna cercare di capire più in là di quello che ci raccontano: siamo troppo “piccoli” per affrontare grandi imprese ma a piccoli passi si scalano anche le montagne.
Non ci accorgiamo che, se volessimo, potremmo ridare felicità a chi ormai è rassegnato.
Quindi: cerchiamo di essere meno schivi, di metterci nei panni degli altri e, qualche volta, di rinunciare ai piaceri che i nostri soldi ci offrono.
Cerchiamo di fare il possibile per dare una mano al prossimo, poiché donare è ricchezza per il cuore e perché il mondo è bello se siamo in tanti a dirlo.
La cosa più bella che potremmo imparare, è amare e lasciarci amare.1456684036.jpg

Gen 6, 2009 - blog life    36 Comments

i bambini…

1557692963.jpgL’ Indifferenza
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Cos’e’ L’indifferenza?
Non è certo la mancanza di reazione alla notizia di un bambino abusato e poi ammazzato, non è certo la mancanza di emozione al sapere che alcuni personaggi navigando in internet si scambiano fotografie dei propri bambini, figli, nipotini, figli di amici mentre vengono costretti a fare delle cose che nulla hanno a che fare con il loro essere bambini.
NO ! L’indifferenza è ben altro!
E’ qualcosa di più sottile.
L’indifferenza subentra “dopo”, dopo l’indignazione, dopo lo sconcerto, dopo il giudizio morale che con determinazione e molta sicurezza siamo ogni volta capaci di dare.
L’indifferenza è l’incapacità di trasformare il nostro piccolo mondo, fatto di noi, della nostra famiglia, l’incapacità di lasciare aperta la porta al resto della comunità, all’ambiente circostante.
L’indifferenza è “pretendere” che queste cose non accadano MAI a noi, credere inimmaginabile che possa accadere alla bambina vicina di casa, a quella bambina così allegra e con dei genitori tanto “per bene” .
L’indifferenza è l’ignoranza profonda che abbiamo sul fenomeno, o per meglio dire è l’essere consapevole di questa nostra ignoranza, e non fare nulla per saperne di più, per cercare strumenti che ci permetterebbero di capire e di prenderci finalmente così la responsabilità dura e faticosa di difendere i nostri bambini, tutti i bambini, senza più demandare alla fortuna, senza più sperare soltanto che a NOI non accada mai.

Dic 28, 2008 - blog life    32 Comments

PER NON DIMENTICARE

I FATTI – Rachel arriva da Olympia, nello stato di Washington, in Palestina nel gennaio del 2003 per unirsi agli attivisti dell’International Solidarity Movement e partecipare ad azioni di resistenza non violenta all’occupazione militare israeliana. E muore. Muore, mentre tenta di fermare la demolizione di una casa. Pratica, questa della demolizione, che lascia senza tetto più di 13mila palestinesi dall’inizio della seconda Intifada (settembre 2000). La stessa ruspa (di fabbricazione Caterpillar) che travolge Rachel fa parte degli aiuti che annualmente Israele riceve dallo zio Sam. Roba da 4-5 miliardi di dollari l’anno. Un altro particolare: negli Stati Uniti esiste una legge che proibisce l’uso dei rifornimenti inviati all’estero per colpire la popolazione civile. Anche sulla morte di Rachel ci sono due versioni. Omicidio volontario versus omicidio colposo? Il governo israeliano si autoassolve un mese dopo, individuando le responsabilità nei comportamenti “Pericolosi, irresponsabili e illegali” degli attivisti dell’ISM (ricordate il ragazzo di piazza Tian’anmen?).rachel_corrie.jpg

LA VERSIONE ISRAELIANA L’ambasciata di Israele presso la Santa Sede scrive cosi: ”Durante un’operazione di bonifica di un’area in cui erano nascosti congegni esplosivi, che i terroristi erano intenzionati ad utilizzare contro soldati e civili israeliani, un gruppo di membri dell’Ism è entrato nella zona delle operazioni cercando di bloccarle. I soldati israeliani hanno tentato di allontanare i dimostranti e nello stesso tempo hanno spostato il luogo delle operazioni per evitare incidenti. I manifestanti sono riusciti a mantenersi sempre in vicinanza ai luoghi dei lavori. Si precisa che questi avvenimenti si sono svolti al confine tra Israele ed Egitto, in un’area sotto il controllo israeliano, come stabilito dall’accordo di pace firmato dai due Paesi. Verso le 17 Rachel Corrie si trovava nascosta da un mucchio di terra, formato dal lavoro delle ruspe, alla vista del conducente, che ignaro ha proseguito nello svolgimento della sua attività. La giovane è quindi stata accidentalmente investita da un oggetto contundente. (…)Il risultato delle investigazioni è stato che Rachel Corrie non è stata investita da un veicolo, ma piuttosto è stata travolta da un oggetto molto pesante, probabilmente una lastra di cemento, caduto per un cedimento del terreno causato dai lavori. Siamo davanti, quindi, ad un incidente che non ha avuto nulla d’intenzionale.”

DOMANDE Leggendo queste righe non si capisce una cosa: gli attivisti sono a conoscenza o no dell’esistenza di questi esplosivi? Se si, e non sono lì (ignari) per impedire la demolizione delle case, allora sono collusi con i terroristi. Questa è un’accusa gravissima. Rachel muore perché tenta di impedire un’azione di bonifica di un terreno in cui sono nascosti congegni esplosivi che i terroristi palestinesi avrebbero poi usato contro l’esercito e la popolazione civile israeliana? Rachel e gli attivisti di ISM sono accusati con le loro azioni di coprire e proteggere gli arsenali dei terroristi palestinesi? Gli attivisti di ISM in quei giorni sono lì per mettere in pratica azioni di resistenza non violenta contro la demolizione della case. Anche Rachel è lì per quello in quel maledetto 16 marzo.

L’ALTRA VERSIONE Loro hanno un’altra versione della storia: quel giorno Rachel porta la pettorina arancione proprio per essere visibile. Si arrampica sulla montagna di terra che la pala accumula arrivando fino all’altezza della cabina del guidatore. Il bulldozer non si ferma, (forse per un tragico errore), Rachel scivola, la terra la seppellisce e la pala meccanica la colpisce due volte infierendo sul suo corpo. “Non può non averla vista”, dice uno di quelli che è con lei. Nel testo dell’ambasciata si parla di terroristi, congegni esplosivi e bonifiche. Non c’è nessun accenno alla demolizione delle case. Non c’è nessun colpevole, se non la malasorte, per la morte di una ragazza di 23 anni. Quel testo è un vero e proprio insulto alla memoria di Rachel Corrie, attivista statunitense. L’incubo raccontato a sua madre si trasfigura nel braccio meccanico che le sfonda il cranio e le spezza la colonna vertebrale. Questa è la verità che non si può smettere di raccontare.Grazie a Roberto e ad Elena per avermi fatto conoscere questo triste episodio per il quale ho deciso di fare questo post in memoria di Rachel

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