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Dic 1, 2008 - messaggi    22 Comments

LE ANATRE HANNO BUON SENSO E SI RISPETTANO

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Cos’è il rispetto?L’unione delle persone. Come le anatre di uno stesso stormo.Tecnologia del volo collettivo. La prima anatra si lancia ed apre la strada alla seconda che indica il percorso alla terza, e la spinta della terza fa spiccare il volo alla quarta, che trascina la quinta, e lo slancio della quinta provoca il volo della sesta, che fa coraggio alla settima… Quando l’anatra esploratrice si stanca, raggiunge la coda dello sciame e lascia il posto ad un’altra che risale alla punta di questa V capovolta che le anatre disegnano in volo. Tutte a turno prenderanno la testa e la coda del gruppo.”

 

Nessun’anatra si considera animale “super” per il fatto che vola davanti, né animale “minus” se vola in coda.  

 Ecco;questo è il rispetto.

Dic 1, 2008 - messaggi    15 Comments

e se un lupo cova…

1.jpgDa qualche giorno, il lupo stava seduto sopra le uova e le covava.Covando, il lupo s’era fatto un amico: un vecchio riccio dagli aculei brizzolati che, siccome era già in pensione, andava a spasso tutto il giorno per il bosco e spesso canticchiava la famosa canzoncina: «Andiamo per il bosco
a vedere se c’è il lupo:
lupo, ci sei?»
Pensate la meraviglia del riccio quando, andando per il bosco, il lupo lo trovò davvero.
«Scusi, ma lei è un lupo?» gli chiese tremebondo.
«Sì».
«E cosa sta facendo, se non sono importuno?».
«Quello che vede».
«Ma io vedo che sta covando. Però, mi permetta, essendo un lupo…».
«Essendo un lupo cosa?».
«… non dovrebbe covare!».
«E perché?».
«Perché i lupi non covano!».
«E chi l’ha detto?».
Il riccio ci pensò su a lungo. Non era un vero e proprio pensatore. Lui di mestiere aveva fatto il gonfiatore di palloncini. Suo padre, uomo severo e intransigente, lo aveva educato con rigore e gli aveva ripetuto per anni: «Scegli sempre la cosa più difficile, ragazzo mio!».
Così, quando s’era trattato di decidere del suo futuro, aveva scelto di gonfiare palloncini. Che, per un riccio, è sicuramente il mestiere più difficile del mondo, avendo tutti quegli aculei che sembrano fatti per bucar palloncini.
La sua vera passione però, adesso che era diventato vecchio, era il cinema. Quasi ogni sera andava a vedersi un film. Gli piaceva tutto del cinema, anche le poltroncine reclinate, i venditori di popcorn e i «prossimamente». I prossimamente gli piacevano più di tutto, non se ne perdeva uno, arrivava apposta un quarto d’ora prima e si godeva quei pezzettini di film futuri, titoli in programmazione, spezzoni di storie, immagini di qualcosa che verrà ma non c’è ancora.
Tanto, era scapolo. Sua madre lo aveva avvertito di lavorare meno, quand’era giovane: «Sta’ attento» gli diceva, «nessuna riccia ti vorrà se lavori troppo, diranno: eh, che si sposi uno dei suoi amati palloncini! Dammi retta, figlio mio, se vai avanti così ti perderai le ricce!». E infatti… Ah, quanto spesso hanno ragione le mamme! Se solo i figli le ascoltassero di più! Ma ormai era andata così, il riccio non poteva più far niente per correggere la direzione della sua vita.
Comunque ci pensò un bel 2.jpgpo’, ma proprio non gli tornava che i lupi covassero: non l’aveva visto in nessun film, dunque non era realistico. Ci pensò così a lungo che passarono tre o quattro giorni.
Poi tornò dal lupo e disse:
«Lei mi vuole dire che la realtà spesso contraddice i film?».
«Esattamente» rispose il lupo, che non capiva cosa c’entrassero i film, e s’era pure dimenticato l’argomento iniziale, ma non voleva in nulla contraddire colui che gli pareva stesse per diventargli amico, perché a contraddirli subito, gli amici nuovi appena nati, poi si rischia di perderli.
Il giorno dopo il riccio tornò trascinandosi dietro una panchina. Ansimava, perché lui era vecchio e la panchina pesante, di quelle di una volta, con le listarelle di legno verniciate di verde.
La piazzò davanti al lupo, si sedette comodo e rimase ad osservarlo un po’. Il lupo armeggiava con le uova e sembrava in netta difficoltà. Le aveva messe in una bella cesta di vimini perché stessero più raccolte e addossate le une alle altre, e le andava risistemando ogni momento.
Poi provava a sedersi sopra, ma si teneva sollevato con la forza delle braccia facendo leva sul bordo della cesta, che però rischiava di rompersi.
Il problema infatti, per uno che voglia sedersi sulle uova, è di non schiacciarle.
«Scusi» s’intromise il riccio, «di questo passo combinerà una bella frittata! Lei è un lupo, signor Lupo, e i lupi sono pesanti…». Il lupo, scuro in muso, grugnì qualche storta sillaba come a dire che lo sapeva bene, ma non era colpa sua se era un lupo.
«Se permette» continuò il riccio, «avrei un’idea…».
Si assentò per un certo tempo, lasciando soli e smarriti il lupo, le uova e la panchina, e tornò trascinando un macchinario strano, che era la sua personale, vecchia gonfiatrice. Non la usava da un bel po’ e il meccanismo, semiarrugginito, perdeva colpi. Ci mise ore e ore per gonfiare una mezza dozzina di palloncini, poi li legò uno all’altro formando una specie di ciambella che sistemò attorno alle uova, e disse:
«Si accomodi, signor Lupo, adesso secondo me potrà covare tranquillo».
Il lupo grugnì qualche altra storta sillaba, ma ci provò: si sedette sui palloncini e si sentì sollevato. Molto sollevato da terra. Stava comodo e, cosa ben più importante, non schiacciava le uova, le sfiorava soltanto, dando loro comunque quel tepore di cui abbisognavano. Il grugno gli si aprì in un sorriso, ringraziò il riccio e i due divennero amici.
Perché mai può nascere migliore amicizia, che quando uno dei due è felice di rendersi utile all’altro, e l’altro è felice che qualcuno si renda utile a lui.
Si presentarono, dunque, stringendosi la zampa:
«Piacere, Lupo» disse il lupo.
«Piacere, Richmond» disse il riccio3.jpg.

 

Autore: Paola Mastrocola

Nov 27, 2008 - messaggi    10 Comments

tratto da NON DI SOLO PANE… di Don Luciano

LA VOCE DI Etty Hillesum UNA GIOVANE EBREA MORTA NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

A volte,inaspettatamente,qualcuno si inginocchia in un angolino di me s1.jpgtessa:

quando cammino per la strada o sto parlando con una persona.

E quel qualcuno che s’inginocchia sono io.

E’ come se qualcosa di me si fosse accordata a una preghiera continua.

In me c’è qualcosa che prega,anche quando rido e quando scherzo.

Nov 26, 2008 - messaggi    31 Comments

Non ci stò

1.jpgSe è questo il vero mondo della blogosfera,la blogosfera non fa per me.

 

Non riesco ad accettare l’ipocrisia che vedo in alcune persone,io non riesco sempre e solo a dire :baci,bacini,bacetti,amici per sempre,miele quà,miele là,TVB,ti amo,ti adoro,come il sugo di pomodoro…

Sono convinta che non tutti gli abbracci virtuali che ricevo sono sinceri,molti lo sono sicuramente,altri lo sono solo per rispetto,anche se devo ammettere che se fossero anche solo per quello non sarebbe poco.

Infatti sarebbe meraviglioso se anche nel mondo reale(anche se io non amo definire virtuale la blogosfera ,dal momento che noi esistiamo e siamo veri,certo non meno veri di una telefonata o un sms!) ci si salutasse sempre così!

Spero solo,e lo voglio credere,che nessuno finga totalmente.

Ma non è questo il punto che mi interessa chiarire,quello che mi importa sottolineare è questo:

Io sono del parere che sotto un post ,nei commenti,si possa e si debba commentare.Ben inteso nel pieno rispetto di chi scrive.Ma che non si debba solo lodare,altrimenti,invece che commenti,si dovrebbero chiamare Elogi.I commenti sono…commenti,e questo ha il semplice significato di commentare,termine generico.

Se poi si ricevono commenti che non ci piacciono questo fa parte del “gioco”.Io preferisco che mi si dica un parere autentico,che porti al dialogo e alla discussione,anche contrario al mio,ma con garbo e rispetto,piuttosto che mi diano ragione non pensandolo.Perchè è così che si cresce,confrontandosi.E non si cresce se si rimane dentro i propri confini senza aprirsi agli altri e senza dare spazio alle idee altrui,giuste o sbagliate che siano.

Invece qui,in alcuni blog,ho visto che…guai a dire qualcosa,guai se contraddici,guai se azzardi a precisare,guai a dire …perchè basta che dici qualcosa che subito vieni male interpretato.

Ho letto in alcuni blog dei commenti che criticavano,con rispetto,dei post.Apriti cielo!Come si è permesso?!?Ma se non gli piaceva quello che leggeva poteva benissimo non leggerlo!Come si permette di criticare?Di contraddire?Di approfondire?Di precisare?Di commentare?Di leggere?Ma che maleducato!…

Questo si è beccato il tipo!

Poveretto ho pensato io…

Ma ragazzi…siamo su internet!Se non volete venire letti e commentati scrivete un diario personale!

Ma ci pensate?Se ci comportassimo così nella vita reale saremmo irrimediabilmente soli,ma chi ci sopporterebbe!

Ma non è così per fortuna,per mia fortuna.

Questo è quello che penso io…

Pretendete il rispetto,quello si,ma c’è la libertà di parola!C’è lo scambio di opinioni,c’è sempre da imparare da tutti,al di fuori del nostro pensiero c’è un mondo,un universo a noi sconosciuto,non offendiamolo chiudendolo fuori e sbattendo la porta!

Inoltre dobbiamo anche pensare che quello che scriviamo potrebbe anche non essere giusto,sbagliare è umano…perciò può capitare di venire corretti.Meglio no?O vogliamo continuare a sbagliare?

Capita anche che chi scrive usi un tono e poi chi legge lo interpreta con tono diverso sconvolgendo tutto il significato del commento.Qui sta nell’intelligenza di chi legge di riuscire ad interpretare in modo giusto,senza arrivare a conclusioni affrettate.

Si impara molto più da una critica costruttiva che da un elogio piatto,ma bisogna essere modesti per accettare e capire tutto questo,e la modestia è un gran dono,insieme all’intelligenza.

Beato chi li ha! 

Nov 26, 2008 - messaggi    15 Comments

IL SOGNO DI ANTONIO

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Salve,
Sin da piccolo ho sempre avuto un Sogno che purtroppo ad oggi le istituzioni mi vietano, asserendo che manca la legge affinché il mio Sogno possa realizzarsi.
Mi chiamo Antonio e sono di Milano. Sono paraplegico e quindi in carrozzina ed il mio più grande Sogno è essere Carabiniere. Sono otto anni che scrivo a destra e a manca con la speranza che qualcuno ascolti la mia richiesta.
Dopo tanto cercare ho scovato una Legge del 1999 che permette l’inserimento dei disabili nelle Forze di Polizia in ambito amministrativo; detta Legge viene attualmente inserita in alcuni bandi concorsuali per Polizia Locale/Municipale. Dopo consultazioni con esperti in legge mi è stato confermato che non si tratta solo della Polizia Locale/Municipale ma esteso a tutte le Forze di Polizia ed il mancato inserimento contravviene anzi agli art. 3 e 4 della Costituzione Italiana.

Conoscenti hanno creato una Petizione on line (di cui sotto riporto il link) che nonostante non abbia valenza legale abbia quantomeno il tentativo di smuovere le acque e far sì che anche ai “diversamente abili” sia dato ciò che gli spetta.
Scrivo a Lei anche in seguito all’articolo pubblicato venerdì 1 febbraio in prima pagina sul quotidiano gratuito “Leggo” il cui titolo: “I carabinieri chiedono aiuto” dove si evince una richiesta da parte del Generale Siazzu (massimo esponente dell’Arma dei Carabinieri) di ben seimila uomini, mi aiuti a far sì che quei seimila possano esserci e che questi siano anche diversamente abili.
Conscio che non potrei andare di pattuglia, conservo da sempre un Sogno nel Sogno e cioè entrare nell’Arma magari entrarvi nei R.I.S., completamente diverso dalla fiction, dove potrei abbinare l’indagine investigativa come esperto d’informatica attraverso il lavoro di squadra in laboratorio e quindi senza l’obbligo di utilizzo degli arti inferiori.

… il bicchiere non è mai mezzo vuoto ma sempre mezzo pieno.
Sò bene che forse non realizzerò questo sogno ma ho deciso di tentarci comunque e non vivere di rimorsi… il mio futuro potrebbe continuare ad essere ciò che è ora il presente ed andrebbe bene lo stesso, senza remore… con la differenza che… ci avrei provato.
Spero che in tanti firmino la Petizione e la divulghino stando bene attenti una volta compilati i campi obbligatori a fare il preview e poi confermare, ricevendo poi direttamente all’indirizzo di posta elettronica una e-mail di notifica della sottoscrizione…
Spero che tanti firmino e non perchè sia giusto o meno che i “diversamente abili” facciano parte dell’Arma o altre Forze di Polizia (anche se secondo me lo è e, la legge lo prevede ribadendo tra l’altro “in ambito amministrativo”) ma perchè adesso come adesso, si nega ad un “diversamente abile” di godere di un suo diritto e dato che in tutte le aule dei Tribunali campeggia la scritta: “La Legge è uguale per tutti”… dimostriamolo firmando e divulgando così che…. una Legge che c’è non venga ancora ignorata… anche se non ha valenza legale per essere “ascoltata” avrà bisogno di qualche migliaia di firme e questo… è già un paradosso perchè la Petizione non dovrebbe nemmeno esserci…ma semplicemente… rispettata la legge…
Spero possiate e vogliate fare qualcosa, sia a livello personale che pubblicizzandola…

purtroppo ad oggi le porte sono sempre state chiuse e qualora lo foste…

vi chiedo di firmare e divulgare la petizione…

il passaparola è la migliore pubblicità.


Per chi fosse interessato… il link è il seguente

http://www.petitiononline.com/Dis0001/petition.html

Salve e grazie qualsiasi cosa decidiate,


Antonio

 

nota di laura:

FINO AD ORA SONO STATE RACCOLTE 1064 FIRME !!!

Nov 25, 2008 - messaggi    12 Comments

FESTA DELL’ALBERO 2008

1.FestaDellAlbero_2006.png1locandinaTesseramento2008.jpg 1 FestaAlbero.jpg

Più clorofilla e meno effetto serra: l’obiettivo della quattordicesima edizione di Festa dell’Albero, la campagna di Legambiente dedicata alla messa a dimora di nuovi alberi. Abbiamo obiettivi ambiziosi: è per questo che chiediamo il tuo contributo, adotta un albero, piantalo e prenditene cura.

Vuoi una città più bella? Vivibile? Verde?

Hai mai piantato un albero? Ogni angolo grigio e brutto della tua città è il posto giusto! Rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a pennellare di verde la nostra città. 

Grazie alla Festa dell’Albero l’anno scorso, Legambiente e ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori) sono riusciti a dare dimora a ben un milione di alberi! E quest’anno sono ancora più ambiziosi: vogliono arrivare a quota 1.500.000 per accrescere il contributo verde al protoco1locandinaTesseramento2008.jpgllo di Kyoto per salvare il Pianeta dall’effetto serra e dal surriscaldamento globale.

ED IO MI SONO FATTA UN REGALO,ANZI,DUE.

DUE PIANTINE DI PROFUMATISSIMO ALLORO.

ECCOLE QUI,NON SONO CARINE?

CE LA METTERANNO TUTTA PER FARE LA LOR231120082629-001.jpgO VERDE PARTE.

Nov 24, 2008 - messaggi    14 Comments

DONNE FATEVI CORAGGIO E SMETTETE DI SUBIRE!

1-.jpgNon mi rivolgo a quegli esseri viventi che io non riesco a considerare “umani”,e che vengono definiti “UOMINI” ,perchè loro, di quello che dirò, non saranno interessati affatto.
Mi rivolgo invece alle donne,
vittime SILENZIOSE di quegli esseri,
vittime in tutti i sensi:
vogliatevi bene,
non subite,
non siete voi in torto,
ribellatevi,
denunciate,
di uomini come quello potete farne a meno,
non vergognatevi,
non è colpa vostra,
non premiatelo con il vostro silenzio,
non lo merita,
non vi merita,
non lo meritate . . .
URLATELA la vostra rabbia!
liberatevi dalle catene
rinascete,
risorgete,
fatelo per voi.
FATELO!
STARETE MEGLIO!
non sarete sole . . .
Nov 20, 2008 - messaggi    15 Comments

e tu come stringi la mano?


C’è chi la stringe come a volerla spezzare, chi invece ne offre solo la punta. Salutare con una semplice stretta di mano può dire molto su di noi ma anche su chi ci sta di fronte. Il gesto di porgerla e la forza con la quale stringiamo la mano è il primo biglietto da visita ad un colloquio di lavoro ma anche con le persone nuove.  Vediamo come catalogare i vari tipi di saluto.

Coloro che mentre salutano mettono l’altra mano sulla spalla dell’interlocutore o torcono la mano verso l’alto danno un chiaro segno di voglia di superiorità; la persona che offre una mano ‘molle’ è solitamente schiva e non ama il contatto con le persone, chi offre solo le dita potrebbe invece essere un timido oppure un arrogante.

 

La mano sudata è una conseguenza diretta della gestione dell’ansia quindi chi offre una mano ‘bagnata’ è spesso una persona che non riesce a controllare il proprio stato emotivo e non è disinvolta nei rapporti umani. Nelle donne la mano fredda è più frequente in quanto hanno una circolazione periferica meno efficiente di quella degli uomini, se però la mano è anche bagnata può indicare un carattere introverso, la tendenza ad avere uno stato nevrotico ma anche una persona depressa.

 

Un altro aspetto importante è l’intensità impressa con la stretta anch’essa legata molto alla personalità della persona. Una stretta di mano decisa e’ sempre indice di carattere estroverso, se è una donna a darla fa pensare ad una figura intelligente e sicura di sé. Una persona dal carattere razionale e dalle grandi capacità organizzative saluta con una stretta salda, se però la pressione è eccessiva è segno di un carattere aggressivo ed esibizionista. La persona dalla indole schiva, timida e diffidente offrirà una mano molle e indecisa.

 



Quando saluti guarda com’è posta la tua mano rispetto a quella del tuo interlocutore. La tua mano è sopra la sua? Tu sei la figura predominante. La tua mano è sotto la sua? Sei in una posizione di sottomissione. Le mani sono allineate e la stretta viene corrisposta in modo identico? Siete in una situazione di parità.

 

Ma tu come stringi la mano? Capirlo è semplice. Se mentre saluti uno sconosciuto la sua mano risulta ‘molle’ la tua presa è stata salda, se invece la stretta che hai ricevuto è stata molto forte hai offerto una mano più morbida.

 

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Quali sono le peggiori strette di mano e quali è meglio evitare per non dare una brutta immagine di sé a chi ancora non conosciamo.

La presa da evitare in assoluto per non lasciare un brutto ricordo del momento dell’incontro è quella ‘molle’ perché associata ad una persona dal carattere debole, con poca autostima e mancanza di interessi, ma è da evitare anche la stretta detta ‘trita – ossa’ che lascia nella persona che l’ha ricevuta un pessimo ricordo associato ad aggressività ed arroganza.

 

Un’altra presa che trasmette nella persona incontrata insicurezza è quella fatta in punta di dita, in questo modo infatti la persona fa capire di voler tenere il suo interlocutore a debita distanza.

Un pessimo biglietto da visita è la presa ripetuta quella che continua per molti secondi con movimenti cadenzati e piuttosto vigorosi, sempre senza mollare la stretta quasi a non voler lasciare scampo alla persona appena incontrata. Lascia un brutto ricordo anche la persona che saluta tenendo il braccio rigido poiché da l’idea di non voler entrare in contatto con l’altro e di volerlo tenere a debita distanza.

 


Nov 19, 2008 - messaggi    27 Comments

IL MADE IN ITALY DELLA VERGOGNA!

1.jpgTurismo sessuale: Italia prima in Europa

L’Italia è al primo posto, tra i Paesi europei, nel praticare quella ignobile attività chiamata «turismo sessuale» a discapito soprattutto di bambine (e bambini).

Ma la cosa più grave è che sono quasi tutti mariti, quasi tutti padri i milioni di tedeschi, italiani, inglesi, americani che ogni anno affollano i bordelli della Thailandia (o del Brasile) per montare addosso a bambine di dieci, otto perfino quattro anni!!!

Sono circa 80mila ogni anno i maschi italiani che si recano all’estero per soddisfare i loro bassi istinti.

Mentre l’età di queste ultime è sempre più bassa, le prenotazioni di viaggi comprensivi di questo tipo di “servizio” continuano a crescere in modo preoccupante.

La povertà e il clima di indigenza in cui vivono gli abitanti di questi paesi aiutano il mercato verso i commerci che offrono bambine e bambini come merce fresca, schiavi del piacere di qualche maschio inappagato.

Il turismo sessuale minorile: combattere gli orchi in trasferta (tratto da Orpheus) 


Giorgio Sampec, 56enne veronese, é egregiamente rappresentato dal manifesto qui sopra.

 In quattro anni dal 2001 al 2005 ha violentato 400-500 ragazzini dai sette ai 15 anni, durante i suoi viaggi nei paradisi sessuali per pedofili.

Ho usato il termine violentare perchè é il più appropriato, anche se i ragazzini in questione erano dediti alla prostituzione minorile, obbligati da una miseria che non conosce vie di scampo, o morire di stenti o vendersi agli “orchi”, bastardi senza cuore che approfittano della situazione disperata dei bambini nei paesi poveri, per stuprarli.
Sampec é stato preso, perchè si vantava al telefono delle sue prodezze, nel suo PC la Polizia Postale ha trovato un archivio di 65mila fotografie pedopornografiche in cui lui stesso compariva in pose inequivocabili.
Ma i “sampec” ancora liberi di andare a seviziare bambini nel mondo sono tantissimi e l’Italia é al primo posto nell’orrida pratica del turismo sessuale minorile.


Il sito
Stop sexual tourism ha lanciato una campagna contro il turismo sessuale minorile.
Orpheus