Era il mattino, e il fiero cacciatore Col suo nuovo giubbetto che ha il colore Dell’erba fresca in un bel dì d’aprile, Col corno, col carniere e col fucile, Sen va pei campi e per le dense selve A far gran preda di tremende belve.
Gli occhiali ha collocato sovra il naso E d’affrontar la lepre è persuaso. La lepre intanto, che fra l’erba siede, Ride del cacciator che non la vede.
Ma sotto il sol, che lo rendeva ansante, A lui pare il fucil troppo pesante. Sotto una pianta a riposar si giace, E la lepre lo guarda e sen compiace. Quando il sente russar beatamente, La lepre s’avvicina all’imprudente; Gli porta via lo schioppo e poi gli occhiali. E via sen corre, quasi avesse l’ali. La lepre sul nasino ha collocato Gli occhiali ed il fucile ecco ha spianato. Prende di mira il fiero cacciatore, A cui per il terror traballa il core. Ei fugge strepitando: “Aita, aita, Gente, gente, salvatemi la vita!”
Davanti a un pozzo il cacciatore è giunto Vederlo e saltar dentro è solo un punto. A lui preme salvar la vita cara. La lepre in quel momento il colpo spara!
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