Nov 13, 2008 - blog life    5 Comments

l’ego e la paura

1557692963.2.jpg460912883.2.jpgL’animale si ferma e fiuta l’aria per capire da dove arriva il pericolo e che forma abbia, cominciando a drizzare le antenne.Ma chiediamoci come mai l’uomo, pur non rischiando la non esistenza fisica, è così schiavo delle paure e dei meccanismi che le mantengono? La risposta va cercata sul piano simbolico. Cosa teme di perdere l’uomo? Il proprio Ego è la risposta. L’Ego rappresenta l’attaccamento alla personalità, cioè l’immagine che ciascuno ha di se stesso. Il senso di identità, infatti è intimamente legato a tale immagine. Se riflettiamo sullo stesso termine “identità”, ci accorgiamo che proviene da “identico”, cioè “uguale a se stesso”, che a sua volta significa che “non cambia mai”. E’ evidente, a questo punto, la differenza con il Sè, che è invece la radice della creatività e del fluire continuo, da una forma all’altra.
Come mai gli esseri umani si attaccano così strettamente all’immagine di se stessi? Attaccarsi all’immagine di se stessi e renderla sempre più gradevole rappresenta una scorciatoia alla felicità: invece di arricchirmi interiormente, mi arricchisco esteriormente, di una serie di poteri che sfoggio per catturare l’approvazione e l’invidia degli altri. In questo modo, partecipo e riproduco un sistema che tende a schiacciare gli altri, in un’ottica di competizione a chi possiede di più. Tra il contadino che si arricchisce nel tempo e sfoggia una bella macchina e la persona che usa ogni potere raggiunto (anche la cultura), per farne mostra con gli altri, non c’è molta differenza: si tratta sempre dell’Ego che cresce, lasciando inalterata la paura di fondo. Mi accetteranno così vestito? La domanda utile è in realtà: mi accetto fino in fondo per ciò che sono?
Tutto ciò è assai distante dal reale potenziale evolutivo dell’uomo, che si basa sull’essenzialità e sull’amore per la Vita. Pertanto, per ripulirsi di tanta immondizia e per evolvere realmente, occorre cominciare ad occuparsi seriamente delle proprie paure.
In tale processo di trasformazione è possibile descrivere alcune fasi, definite per ogni singola paura, che si intrecciano in una spirale che va dal basso verso l’alto, dal buio verso la luce: 1) Riconoscere le tracce; 2) Definire la paura; 3) Gestire la paura; 4) Insegnare agli altri.
Il percorso non ha mai fine, perché insegnare ad affrontare una paura significa immediatamente entrare nel campo di tracce di una paura più profonda, utilizzando la libertà, la fede e la conoscenza che si conquistano continuamente in questo tipo di viaggio.

l’ego e la pauraultima modifica: 2008-11-13T23:43:00+01:00da lauratani
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5 Commenti

  • Un saluto caro di Buona Notte.
    Ros

  • Buongiorno Sindaco,

    post interessante anche se molto teorico, molto psicologico, ma la psicologia ha fatto spesso più danni che altro. Le paure sono spesso la conseguenza di un pensiero distorto. Talvolta è molto semplice venirne fuori.

    Buona giornata

  • Buona giornata e buon fine settimana.
    don luciano

  • ho agiornato album blog.
    per ciò che riguarda le paure, le mie sono quelle animali: percepisco pericoli effettivi , tensioni, e dichi fidarmi o no. è la stessa cosa con i cibi.d’istinto so cosa mi va bene e cosa no. per tanto ho una filosofia che ho passato a mio figlio. c’me ca son a son chi! ossia dal piemontese: come sono sono qui! personalmente mi accetto senza paure e senza fisime.
    a prposito di sapventi, ieri sera un povero fattorino deve aver creduto di essere finito a casa addams: dato che sono rincasata tardissimo, è arrivato con un plico che era ormai buio, sono scesa a ritirare in tuta mimetica (tenuta ottimale per accudire la tribù, il blog, i compiti in classe, lo sdpostamento dei mobili e varie ed aventuali): nel buio del cortile sono emersa preceduta da una mezza dozzina di cani urklanti, tre decisamente grossi, i cui occhi, mi sono accorta dopo, erano fosforesscenti! il poveretto mi fa: non apra il cancello per favore:passo il plico dalla cancellata…ma la mano dentro non la metto!

  • Sono sempre stato dell’idea che la felicità la raggiungi sì stando al passo coi tempi ma, soprattutto, mostrandoti per come sei, agendo spontaneamente e non come gli altri magari vorrebbero vederti, mantenendo inalterato il piacere per le piccole cose, che spesso poi sono i gesti dal significato più profondo. Così facendo sono maturato molto ed ho conosciuto momenti molto belli, persone piacevolissime e nei momenti duri sono stato capace di non arrendermi…