Come mai gli esseri umani si attaccano così strettamente all’immagine di se stessi? Attaccarsi all’immagine di se stessi e renderla sempre più gradevole rappresenta una scorciatoia alla felicità: invece di arricchirmi interiormente, mi arricchisco esteriormente, di una serie di poteri che sfoggio per catturare l’approvazione e l’invidia degli altri. In questo modo, partecipo e riproduco un sistema che tende a schiacciare gli altri, in un’ottica di competizione a chi possiede di più. Tra il contadino che si arricchisce nel tempo e sfoggia una bella macchina e la persona che usa ogni potere raggiunto (anche la cultura), per farne mostra con gli altri, non c’è molta differenza: si tratta sempre dell’Ego che cresce, lasciando inalterata la paura di fondo. Mi accetteranno così vestito? La domanda utile è in realtà: mi accetto fino in fondo per ciò che sono?
Tutto ciò è assai distante dal reale potenziale evolutivo dell’uomo, che si basa sull’essenzialità e sull’amore per la Vita. Pertanto, per ripulirsi di tanta immondizia e per evolvere realmente, occorre cominciare ad occuparsi seriamente delle proprie paure.
In tale processo di trasformazione è possibile descrivere alcune fasi, definite per ogni singola paura, che si intrecciano in una spirale che va dal basso verso l’alto, dal buio verso la luce: 1) Riconoscere le tracce; 2) Definire la paura; 3) Gestire la paura; 4) Insegnare agli altri.
Il percorso non ha mai fine, perché insegnare ad affrontare una paura significa immediatamente entrare nel campo di tracce di una paura più profonda, utilizzando la libertà, la fede e la conoscenza che si conquistano continuamente in questo tipo di viaggio.
l’ego e la paura
l’ego e la pauraultima modifica: 2008-11-13T23:43:00+01:00da
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