il cassetto degli appunti

DONARE FA BENE A NOI STESSI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sentite quella nostalgica sensazione di benessere nel regalare un sorriso?
Vi piacerebbe trovare qualcuno a cui cedere il posto in un autobus affollato?
Sono le piccole cose, che un giorno o l’altro possono diventare grandi, è la stretta di mano che domani può diventare un bacio sulla fronte.
Non c’importa sapere che c’è tanta, troppa gente così, che ha bisogno di una mano, o anche di due. Quando ci viene chiesto aiuto spontaneamente, noi enfatizziamo frasi cercando di cambiare discorso, arrampicandoci sugli specchi. Poi sprofondiamo davanti al televisore, afflitti da un inevitabile scompiglio: davanti ai nostri occhi
scorrono immagini…immagini che ci aprono gli occhi e la coscenza.
Ma è la pura verità e ci sentiamo male.
Ci sembra che nulla ci sia degno, che nulla sia completamente nostro.
E anche se il nostro conto corrente è cospicuo, diventiamo poveri dentro.
Uno sferzante scompiglio ci affligge, e ci accorgiamo di non essere i soli al mondo, che non è così piccolo e bello.


Vi racconto una favola, che esprime, anche se con poche parole, il vero significato
della bellezza nel donare.
Racconta la storia di un ragazzo e di una ragazza che si amavano tanto.
Era Natale, il periodo dei doni, cosa si sarebbero regalati?
Erano molto poveri, tanto da non avere i soldi per acquistare un vero regalo.
Se l’amore si potesse usare al posto dei soldi, loro avrebbero potuto comprare un pianeta intero.
Il ragazzo si frugò in tasca, cercando qualche spicciolo, ma non ne aveva.
Poi si accorse del suo antico orologio, regalatogli da suo padre: sarebbe stato un ottimo oggetto da baratto.
Anche la ragazza aveva trovato qualcosa da barattare per un regalo: avrebbe venduto i suoi bellissimi e lunghi capelli dorati pur di trovare un dono per il suo amato.
Quando giunse la sera, si sorrisero a vicenda, poiché lui aveva barattato il suo antico orologio con
un pettine d’avorio e lei aveva tagliato i suoi bei capelli per una catenina da orologio.
Si abbracciarono, ricchi l’uno dell’altra, come mai stati prima.


Dovremmo anche noi regalare con nonchalance, ma è difficile scegliere un regalo.
Non potremmo certo regalare un apribottiglie a chi percorre molti chilometri per trovare l’acqua e non certo in bottiglia.
Non è sempre materiale un regalo, io vorrei donare il cuore, ma non si può.
Ammiro coloro che offrono la loro vita agli altri, che danno tutto di se stessi.
Mi accorgo che non è importante la distanza, il luogo o il tempo, non serve andare lontano per diventare “eroi”.
Mi guardo intorno: anche la signora afflitta dalla solitudine della vecchiaia potrebbe aver bisogno d’aiuto, anche il bambino che cammina triste senza amici potrebbe averne bisogno.
Bisogna cercare di capire più in là di quello che ci raccontano: siamo troppo “piccoli” per affrontare grandi imprese ma a piccoli passi si scalano anche le montagne.
Non ci accorgiamo che, se volessimo, potremmo ridare felicità a chi ormai è rassegnato.
Quindi: cerchiamo di essere meno schivi, di metterci nei panni degli altri e, qualche volta, di rinunciare ai piaceri che i nostri soldi ci offrono.
Cerchiamo di fare il possibile per dare una mano al prossimo, poiché donare è ricchezza per il cuore e perché il mondo è bello se siamo in tanti a dirlo.
La cosa più bella che potremmo imparare, è amare e lasciarci amare.

DONARE FA BENE A NOI STESSIultima modifica: 2009-01-07T21:27:00+01:00da
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