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Lug 8, 2011 - messaggi    Commenti disabilitati su 8 LUGLIO

8 LUGLIO

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Giu 3, 2011 - messaggi    3 Comments

a me leggendo queste parole sono venuti gli occhi lucidi…vale la pena leggerle…perchè fanno riflettere

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Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi … abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose … non mi interrompere … ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finche’ non ti addormentavi.

Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare … ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perche’ non volevi fare il bagno.

Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie , dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso … dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire ….. la cosa piu’ importante non e’ quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti.

Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.

Quando dico che vorrei essere morto … non arrabbiarti un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive.

Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te.

Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te.

Ti amo figlio mio e prego per te anche se mi ignori

Mag 13, 2011 - messaggi    3 Comments

come ci vedono gli altri…

 

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In condizioni normali passiamo un sacco di tempo a cercare di capire come gli altri ci vedono, ci considerano e ci rappresentano nella loro mente.
Sono stimata dai colleghi? Piaccio a mio marito? Il mio capo mi reputa affidabile? I miei amici trovano brillante la mia conversazione? I lettori del mio blog mi giudicano competente?
Leggere nella mente degli altri è vitale per la nostra esistenza: il frutto di tale lettura ci orienta nel mondo, calibra i nostri atteggiamenti e modifica i nostri comportamenti nella direzione di un perfezionamento positivo della nostra immagine ai loro occhi.
Se i miei colleghi mi stimano, potrò invitarli a pranzo questo lunedì, se il mio capo mi reputa inaffidabile dovrò dargli dimostrazioni speciali di affidabilità, se i miei lettori mi trovano noiosa, dovrò raccontare una barzelletta .
Tuttavia nella nostra percezione di come gli altri ci considerano non siamo proprio accuratissimi. Le ricerche dimostrano che le persone, quando si tratta di identificare con precisione quanto e chi le trova attraenti, intelligenti, o simpatiche ci azzeccano quanto farebbero tirando a indovinare.
Questo è dovuto massimamente al fatto che, per leggere la mente degli altri, siamo costretti a …passare dalla nostra. Siamo portati a usare le stesse lenti che utilizziamo per valutare noi stessi, lenti colorate dalle nostre credenze, attitudini e intenzioni.
A questo proposito Nicholas Epley della University of Chicago Graduate School of Business ha proposto alcune riflessioni interessanti su Capital Ideas.
Secondo Epley una grande differenza fra auto-percezione ed etero-percezione è il livello di astrazione e dunque il grado di dettaglio.
Epley spiega che noi  osserviamo gli eventi della nostra vita quotidiana in un lungo e continuo flusso di esperienza, come in un film. Possiamo usare ogni minuto di questa esperienza per plasmare le nostre impressioni sulla nostra vita, il nostro comportamento e noi stessi. Ma nessun altro prende parte alla nostra vita da  vicino come facciamo noi.
Amici, parenti e conoscenti entrano ed escono dalla nostra vita, spesso potendone apprezzare solo il senso generale e non i singoli elementi.
Le impressioni che gli altri si formano di noi sono quindi basate su una visione “da satellite”, mentre le nostre sono basate su una visione “al microscopio”.
Eppure spesso agiamo come se gli altri ci osservassero nello stesso modo con cui noi osserviamo noi stessi.

Epley ha condotto un esperimento per dimostrare che il livello di dettaglio con cui pensiamo a noi stessi influenza la nostra accuratezza nella lettura della mente altrui.
Ha chiesto a 202 volontari di posare per una fotografia stile annuario, che i partecipanti potevano poi visualizzare sullo schermo di un computer.
Ha quindi comunicato ad alcuni soggetti che il giorno stesso le loro immagini sarebbero state giudicate da un osservatore di sesso opposto, a cui sarebbe stato chiesto “quanto è attraente costui?”, mentre ad altri ha detto che i giudizi sarebbero stati espressi tre mesi dopo.
Infine ha chiesto a tutti di anticipare come l’ osservatore avrebbe valutato la loro attrattività.
I risultati hanno evidenziato che il gruppo che pensava sarebbe stato valutato in futuro, si formava aspettative più accurate e vicine alla realtà di quanto facesse il gruppo che pensava sarebbe stato valutato il giorno stesso.
Secondo Epley quando ci si immagina nel momento attuale si pensa a sé stessi con  un grado di dettaglio finissimo, ci si concentra su aspetti specifici e ci si cala profondamente nel contesto contingente e, per esempio, si possono pensare cose come “Il grigio dei miei capelli è così visibile con questa luce!” (dettaglio + contesto)
Quando il pensiero su sé stessi si sposta in un contesto futuro invece, le persone tenderebbero a porre minor attenzione a caratteristiche peculiari e ad adottare prospettive più generali e acontestuali (“Ho bei capelli”).
Poiché la prospettiva a un maggior livello di astrazione, quella “da satellite”, è più vicina a quella con cui gli altri ci vedono, assumerla consentirebbe a tutti di aumentare l’accuratezza nella lettura della mente altrui.
Esempi pratici di prospettiva satellitare?
Non dare importanza alla smagliatura sulla coscia destra di cui nessuno probabilmente si accorgerà, non sentirsi osservati dal pianeta intero quando si inciampa, non pensare che un piccolo errore sul lavoro possa compromettere anni e anni di ligio impegno, non attribuire a se stessi tutta la responsabilità di quanto accade intorno a sè, accettare in definitiva che siamo, ovviamente, piuttosto salienti per noi stessi, ma non siamo altrettanto “giganti” nelle menti degli altri.( CAPACCHIONE )

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