il cassetto degli appunti

LA LEGGE E’UGUALE PERTUTTI,MA PER ALCUNI E’MENO UGUALE

La suprema corte non ama gli animali

6-Settembre-2008 

L’avvocato Roberto Colica, scrive una considerazione relativa ad una sentenza della Cassazione in fatto di animali.

So che l’argomento non è strettamente correlato con la vita quotidiana del nostro quartiere, ma la notizia dell’ennesima assurdità giurisprudenziale della suprema corte (scritta non a caso con la minuscola), merita qualche commento.
Dunque cosa è successo? Due gatti, anni fa (teniamo sempre presente i tempi della nostra giustizia…) rimasero intrappolati in una legnaia. Un uomo, dopo aver constatato che non era possibile prenderli in un altro modo, non ha potuto fare altro che sfondare la porta e trarre in salvo i due impauriti felini. Fin qui nulla di strano. Ma il guaio è che la legnaia non era sua ed il vicino di casa ha pensato bene di fargli causa. Solita lunghissima trafila giudiziaria: primo grado, appello e infine cassazione, che emette questa “fantastica” sentenza: l’animale domestico che si trova in stato di necessità non ha gli stessi diritti delle persone e dunque non si possono danneggiare i beni del vicino nel tentativo di salvare il proprio gatto o cane, rimasto intrappolato.

Se il salvataggio avesse come destinatario una persona, invece, il comportamento sarebbe lecito”. (sentenza n. 34589/08). L’uomo, già condannato nei precedenti gradi di giudizio, aveva presentato ricorso affermando di aver agito in stato di necessità, ed invocando l’art. 54 del codice penale che, appunto, sancisce che “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”. Continua infatti la sentenza, spiegando che non è possibile invocare “il motivo concernente l’applicazione dell’articolo 54 del codice penale, in relazione al danneggiamento della legnaia al fine di salvare i gatti prigionieri, in quanto la suddetta norma, nel prevedere la non punibilità di chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sè o altri dal pericolo di un danno grave alla persona, non fa alcun riferimento al pericolo di un danno grave agli animali, non potendosi pacificamente questi ultimi farsi rientrare nel concetto di persona” (sic!). Fantastico! Anni e anni di lotte per cercare di inculcare il sacrosanto principio della tutelabilità della vita di qualsiasi essere senziente, campagne (ipocrite!) sul “non lo abbandonate!”, riforme per cercare di ampliare l’ambito di applicazione delle norme riguardanti la punibilità del maltrattamento degli animali (è stato addirittura creato un nuovo titolo del Codice Panale: “titolo IX-bis – dei delitti contro il sentimento per gli animali”), tutto vanificato dalla miopia giudiziaria degli ermellini (parlo dei giudici non degli animali)! Ormai chiunque vorrà abbandonare un animale, sottoporlo a sevizie, lasciarlo chiuso per ore in auto sotto il sole, o chissà cosa (la letteratura sulle sevizie inflitte agli animali è purtroppo molto ampia) si sentirà autorizzato a farlo: che diamine, mica parliamo di esseri umani, lo ha insegnato pure la cassazione!

Mi convinco a questo punto sempre di più che aveva ragione Henry Louis Mencken: ”

L’ingiustizia si sopporta con relativa facilità: quello che fa male è la giustizia.”
Grazie per l’ospitalità.
Roberto Colica

LA LEGGE E’UGUALE PERTUTTI,MA PER ALCUNI E’MENO UGUALEultima modifica: 2008-09-17T23:24:00+02:00da
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