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L’IMMAGINE DELL’UOMO AL SERVIZIO DELLA TECNOLOGIA

L’immagine dell’uomo al servizio della tecnologia

In una dimensione dove la ricerca spirituale fosse al primo posto, l’organizzazione sociale potrebbe essere strutturata in modo da orientare la tecnologia al reale servizio dell’uomo. Cioè, la tecnologia potrebbe servire per rendere meno preoccupanti le basi della sopravvivenza, come il vitto e l’alloggio, così da lasciare gli esseri umani liberi da queste preoccupazioni e con una maggiore possibilità di investire sullo scambio e la crescita interiore.
Nella realtà dei fatti, invece, non è difficile incontrare una pubblicità dove un telefono cellulare è associato all’idea di “libertà”, o di “crescita” ed una macchina all’idea di “forza” e di “felicità”. Siamo circondati di stimoli ipnagogici, dove il messaggio continuo è sempre lo stesso: ti sentirai finalmente sicuro (o libero, o forte, o potente) se comprerai questo o quel prodotto.
Capite? La tecnologia non è al servizio dell’uomo, ma l’immagine dell’uomo è al servizio della tecnologia ed è da alcuni anni che l’industria ha capito che il fatturato cresce di parecchio se assieme al prodotto si vende una immagine apprezzabile e desiderata di se stessi. Tutto ciò produce più guadagni (economici), a breve termine, ed una continua miseria interiore (che è la stessa che poi si cerca di utilizzare per continuare ulteriormente a vendere con questo stile), a lungo termine. Infatti, questo tipo di organizzazione commerciale ha bisogno dell’insicurezza incolmabile, per continuare a vendere immagini.
Esasperando la riflessione, possiamo dire che se guardiamo interagire le persone per strada, in buona percentuale sono immagini che interagiscono con altre immagini, osservandosi tra di loro per l’immagine che ciascuno mostra all’altro, non esseri umani che scambiano tra loro arricchendosi reciprocamente.

L’IMMAGINE DELL’UOMO AL SERVIZIO DELLA TECNOLOGIAultima modifica: 2009-03-20T20:39:00+01:00da
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