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Giu 7, 2009 - case infestate    2 Comments

DECLUTTERING

0628ff544fc2d8df6c4e41d622ce32e2.jpgE da oggi faccio ordine

Per fare ordine, non chiederti se un oggetto serve, ma se ti dà sensazioni positive.

Impara a lasciare andare le cose antiche.

E segui i consigli di una nuova tecnica, il decluttering.

Il guardaroba?

La cantante Mariah Carey se l’è fatto costruire su misura, ed è gigantesco: quasi cento metri quadrati, necessari per riporre in fila oltre 1.000 paia di scarpe.

L’attrice Eva Longoria, invece, si «accontenta» di 13 metri quadrati, nei quali però stipa ben 50 paia di jeans.

Se anche tu soffri del vizietto delle star e detesti separarti da abiti, scarpe, oggetti che hai accumulato negli anni, ma vivi in una casa «da comune mortale», l’estate può essere la stagione giusta.

Per fare pulizia.

E provare a liberarti di quel vestito irrimediabilmente fuori taglia e fuori moda, che nonostante le buone intenzioni non metterai più.

Basta con i vecchi fardelli

Si chiama decluttering (dal termine inglese «clutter», disordine) ed è una tecnica inventata dagli anglosassoni per fare piazza pulita delle cose inutili e vivere meglio.


“Ci insegna a eliminare il superfluo e recuperare l’essenziale”, sottolinea Lucia Larese, esperta di decluttering.

Ma che cosa si nasconde dietro l’ansia dell’accumulo a tutti i costi?

“A livello psicologico, non buttare via nulla significa non volersi separare dal passato”, spiega la professoressa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta.

“Bisogna però distinguere tra l’oggetto tenuto come ricordo, ma che rappresenta una situazione ormai interiorizzata, e quello che invece conserviamo perché ci permette di non chiudere con una parte di passato che non abbiamo ancora risolto”.

Valuta le tue cose

“Il “clutter” ha una valenza personale”, sottolinea Lucia Larese.

“Ciò che per alcuni è superfluo per altri può essere importante”

Prima di buttare un oggetto, quindi, prendiamoci il tempo necessario per valutare quanto conta per noi:

 “Se un vecchio regalo suscita ancora gioia e affetto, teniamolo.

Liberiamoci invece senza esitazioni di una cosa che ci lega a una persona che non ci è mai piaciuta, anche se è costosa”.
La domanda giusta da porsi, poi, non è: “Potrà mai servirmi?”

Al contrario, chiediti come l’oggetto potrebbe esserti davvero utile e se ti trasmette sensazioni positive o negative. Fuori da casa mia!

La decisione è presa?

Non lasciare a lungo gli oggetti in casa.

 “Le cose vanno lasciate andare con amore” consiglia Lucia Larese.

”Per questo, anziché buttarle, possiamo offrirle a chi ne potrebbe avere bisogno”.

Per esempio, puoi contattare il centro Caritas più vicino a casa tua, www.caritas.it.

o fare baratti su Zerorelativo, http://www.zerorelativo.it come faccio io.

Giu 3, 2009 - case infestate    11 Comments

attenti alle chiavi !

Per duplicare una chiave basta una foto

Attenti a chi vi fotografa le chiavi con il cellulare, o alle foto dei vostri mazzi che inconsapevolmente avete messo in rete.

[ZEUS News www.zeusnews.it – ]

 
Foto di Karen Roach

Non molti, probabilmente, considerano le chiavi di casa (o dell’ufficio, o dell’auto) come “dati sensibili”. Secondo il professor Stefan Savage, dell’Università di San Diego, dovremmo invece farlo tutti.

Il professor Savage ha infatti guidato un gruppo di studenti che con MatLab ha realizzato un programma, chiamato Sneakey, in grado di ottenere tutte le informazioni necessarie per duplicare una chiave partendo da una foto di quest’ultima.

Le creste e le valli di ogni chiave, infatti, rappresentano in fondo un codice numerico; ottenuto tale codice, anche solo analizzando una fotografia, si può ricreare una copia della chiave che permette di sbloccare quella specifica serratura.

Non serve nemmeno una risoluzione elevata, un’angolazione particolare o una ripresa da una distanza ravvicinata: gli esperimenti hanno dimostrato che, usando un teleobiettivo, si può ottenere una foto perfettamente adeguata anche stando a 200 piedi (circa 71 metri) di distanza.

1.jpg Questa foto è stata analizzata con successo da Sneakey,
nonostante sia stata scattata da più di 70 metri di distanza.

Il programma non è stato ancora reso noto, ma Savage sostiene che non sarebbe particolarmente complicato scriverne uno analogo per chiunque possieda una conoscenza basilare di MatLab. La parte più difficile è stata far sì che Sneakey fosse in grado di “digerire” fotografie prese dalle più diverse angolazioni e distanze.

Il vero problema – ha spiegato il professore – è che in Rete, su siti come Flickr, si trovano dozzine di immagini di chiavi. Mentre la gente pensa a oscurare i numeri della carta di credito, non ritiene necessario fare lo stesso con le chiavi.

Inoltre, la diffusione delle fotocamere nei cellulari implica che chiunque, potenzialmente, potrebbe “rubarci” un’immagine delle chiavi di casa e poi duplicarla con comodo senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

Per questo Savage consiglia l’adozione di chiavi dotate di chip Rfid come quelle fornite in dotazione con alcuni modelli di automobile: come una copia priva di chip non è in grado di avviare la macchina, così l’equivalente per la casa non potrebbe aprire la porta d’ingresso.

 

Apr 27, 2009 - case infestate    6 Comments

il fantasma che faceva ridere

1.jpgANDRE’ E IL CLAN DEGLI INVISIBILI

Nella verde campagna francese sorge una vecchia fattoria.
I proprietari, che vivono in città, trascorrono qui le vacanze estive.
La casa, ad ogni modo, è occupata regolarmente da insoliti inquilini: i fantasmi!
E’ un luogo ideale per loro, tranquillo per la maggior parte dell’anno, interessante quando arrivano i padroni di casa. Eh sì, perché dovete sapere che quei fantasmi si divertono da pazzi a fare scherzi ai bambini e ad impaurire gli adulti.
Prima di raccontarvi la storia, però, vorrei presentarvi il clan degli amici invisibili:
RENE’ è il capo fantasma dalla voce tonante, grande e grosso come un orso e zoppo ad una gamba a causa di una ferita di guerra. Va fiero delle medaglie al valor militare che gli luccicano sul petto e coglie ogni occasione per ricordare a tutti le sue battaglie.
MIMI’, sua moglie, è sottile come un fuscello. D’inverno piagnucola per il freddo e gironzola con una mantellina di lana logora trovata in un baule polveroso nella soffitta.
PIERRE e JEAN sono due gemelli villani e litigiosi che si azzuffano spesso perché entrambi vogliono avere il primato di chi ulula più forte.
MARION, la sorella, è così grassa che i fratelli la prendono in giro urlando:
-Spostarsi! Fare spazio! Sei più ingombrante di un tricheco obeso! –
Marion ha una sfrenata passione per il canto e ulula arie d’opera a tutte le ore del giorno. Purtroppo è stonata e per questo i fratelli la insultano senza pietà.
Infine c’è il vecchio ANDRE’, un fantasma senza testa e primo inquilino della casa.
Dovete sapere che c’è stato un periodo in cui, in Francia, i traditori e i malfattori erano ghigliottinati, in pratica era tagliata loro la testa con la ghigliottina.
Di conseguenza Andrè, dopo esser stato per anni in prigione ingiustamente accusato di alto tradimento, fu ghigliottinato.
Andrè è un fantasma che non fa paura a nessuno, nemmeno ai polli, ed ha la specialità di fare il solletico alle persone mentre dormono.
Quando queste si svegliano, invece di gridare alla vista del fantasma, scoppiano in una fragorosa risata. Tempo fa il povero Andrè scappava via pieno di vergogna, adesso ride anche lui della situazione.
Questa è la sua avventura più importante.
Mimì, quando lo vedeva rientrare mogio mogio dalle sue scorribande notturne, gli diceva:
-E’ meglio che ti ritiri, che tu vada in pensione, ti stai rovinando la vita! E poi va a finire che la gente non avrà più paura nemmeno di noi! –
Andrè cominciò allora a passare intere notti chiuso nell’armadio della vecchia soffitta, ma era una sofferenza.
-Che fantasma sono se posso uscire soltanto di giorno quando nessuno mi può vedere, e di notte devo stare rinchiuso come una mummia nel suo sarcofago? – pensava malinconicamente Andrè.
Una notte, mentre i suoi amici se la spassavano a spaventare i mortali arrivati dalla città, gli venne un’idea:
-Potrei far visita al piccolo Philippe, almeno lui si metterà a strillare!
Lo so che non è da buon fantasma spaventare i bambini, ma ho pur sempre la mia reputazione da salvaguardare. –
Andrè, dopo aver indossato il mantello, sgusciò fuori dal suo nascondiglio; Marion ululava giuliva un’aria di Puccini, ed era talmente presa che nemmeno lo notò. Il fantasma attraversò lesto la soffitta, scese fluttuando le ripide scale di legno, percorse il corridoio lungo e stretto, cercò la porta della camera di Philippe ed entrò.
Il bambino dormiva tutto rannicchiato sotto le coperte, abbracciato al suo cagnolino di peluche.
-E’ un po’ un problema, devo trovare dove sono i piedi. – pensò il fantasma.
Andrè sollevò lentamente le coperte:
-Ah, ecco il primo piedino, ed ecco il secondo. Bene bene! –
Prese da sotto il mantello una piuma di struzzo e con maestria iniziò a solleticare le piante dei piedi del piccolo.
Poco dopo Philippe si mosse nel sonno, rise sommessamente, poi più forte, si agitò nel letto, quindi… come Andrè si aspettava si mise a sedere e lo guardò con gli occhi sbarrati.
Ma l’urlo non arrivava! E quel bambino nemmeno rideva!
Finalmente parlò: – Oh poverino, come deve essere brutto non avere la testa! Cosa ti è successo? Dove l’hai persa? Come ti chiami? –
Andrè non rispose e, rassegnato, si avviò verso la porta.
Ma Philippe lo fermò:
– Aspetta, forse ti posso aiutare! –
Scese dal letto e andò a rovistare nella cesta dei giocattoli. C’era davvero di tutto, ma non quello che cercava.
Intanto Andrè si chiedeva cos’avesse in mente il bimbo.
Alla fine Philippe, dopo aver aperto l’armadio, esclamò:
– Ho trovato ho trovato, ecco qua! – E prese un bastone che portava in cima una grossa testa di pezza dai capelli color zafferano. Due grandi bottoni blu lo fissavano insolenti, mentre una rossa cerniera aperta gli sorrideva mostrando due file di denti metallici.
-Posso montarti questa testa se vuoi, è sempre meglio che andare in giro conciato così! – si offrì il piccolo.
Andrè era perplesso:
-Non assomiglierà molto alla faccia che avevo, ma lo lascerò fare. E’ molto gentile questo bambino. –
-Siedi su questo sgabello, – lo invitò Philippe – altrimenti non riesco a lavorare.
Prima stacco la testa dal bastone, poi, con un po’ di pazienza, la fisserò a quello che è rimasto del tuo collo. Non ti farò male, ho una colla potentissima, ma devo usarla con attenzione. –
Così Philippe diede un nuovo aspetto ad Andrè.
– Wow, sei il fantasma più originale che esista! – esclamò divertito – Chissà come urleranno i grandi! Non c’è uno specchio invece in questa camera, dovrai andare nel bagno a specchiarti. Ti sembrerà strano vedere solo la testa, poi ti piacerà!
Beh, adesso mi dici come ti chiami e dove hai perso la tua vera testa? –
Andrè faticò un poco a riprendere l’uso della parola e balbettò:
-Mmi chiaamo A A Andrè, tii ri ringraazio di c c cuoore per queello c c che hai f f fatto. Tti raccoonterò un’altra volta la mia stooria. Scu scusami, mma deevo andare. –
-O.K. ci vediamo un’altra volta, anch’io sono stanco. – rispose Philippe sbadigliando. E s’infilò sotto le coperte.
Andrè, ansioso di vedere il suo nuovo aspetto, si diresse verso il bagno.
Non appena mise piede nella stanza, sentì un urlo così forte che lui stesso si spaventò alla vista dell’anziana signora più spettrale di uno spettro, con gli occhi strabuzzati e la bocca spalancata al punto tale da vedere l’ugola tremante in fondo alla gola.
Il fantasma si rese conto di essere la causa di tale spavento e si precipitò in soffitta.
Intanto la povera zia Corinne che aveva avuto la terribile visione stava gridando:
-Aiutoo aiutoo, c’è un mostro in casa, un extraterrestre, un essere orribile, una testa volante… -.
Tutti si svegliarono di soprassalto e accorsero. Solo Philippe rimase tranquillo nel suo letto.
La nonna, sorella della zia Corinne, cercava di calmarla:
– Mon cherì, non c’è niente di terribile nella nostra bella dimora, guardati attorno! Forse hai avuto un incubo. Su, vieni con me! –
Il padre di Philippe, con il fucile da caccia, girava guardingo per le stanze; la mamma entrò in camera del piccolo per vedere se fosse spaventato, mentre le sue sorelle strepitavano come oche:
-Maman maman stai qui con noi, che paura che paura… -.
Nel frattempo Andrè aveva raggiunto il suo nascondiglio nella soffitta e sperava che i suoi amici fantasmi rientrassero quando tutto fosse ritornato tranquillo.
Nel suo armadio, stanco e pensieroso, il fantasma rifletteva:
-Non so se sono contento di essere diventato così terrificante! Non è un divertimento spaventare le persone se poi stanno così male! E’ molto meglio farle ridere! E chi se ne importa se continuerò ad essere un fantasma divertente! –
Così, la notte seguente, Andrè attese con ansia che scoccasse la mezzanotte per recarsi da Philippe.
Tese i nuovi orecchi per accertarsi che Renè non fosse nei paraggi: tutto bene, non si udiva alcun rumore di medaglie!
Uscì dall’armadio, attraversò la buia soffitta facendo squittire di paura una famigliola di topolini e scese le scale.
Era quasi giunto alla fine, quando la porta in fondo cigolò e Andrè, improvvisamente, si trovò davanti i due gemelli.
Pierre e Jean lo riconobbero subito e scoppiarono in una delle loro odiose fantasmatiche risate.
Poi presero a burlarsi di lui:
-Guarda un po’ il nostro nobile Andrè che acconciatura s’è fatta! Pensi sia l’ultimo giorno di carnevale? –
-E chissà da che dentista sei andato per avere un sorriso così metallico! Aha aha aha… –
-Dove ti credi di essere, ad un ballo in maschera nella reggia di Versailles? – sghignazzò Pierre.
-Scusate, – rispose educatamente Andrè – ma non sono cose che vi riguardano, almeno per il momento. –
Con Pierre e Jean era meglio essere diplomatici, altrimenti non gli avrebbero dato pace. Sperando di non fare altri incontri imbarazzanti, Andrè volò fino alla cameretta del bimbo.
Lo svegliò dolcemente e gli disse:
-Prima ti confido perché sono un fantasma senza testa e poi mi toglierai questa che mi hai generosamente montato. Mi sono reso conto di fare troppa paura e la tua cara zietta per poco non ci rimaneva secca ieri notte! Vorrà dire che continuerò ad essere un fantasma anomalo, senza testa. –
-D’accordo, – rispose il bambino – però la terrò sempre a tua disposizione nel caso tu la
voglia indossare per spaventare qualcuno! E adesso sono tutt’orecchi! –
Andrè si accomodò sullo sgabello e raccontò a Philippe di come lui, nobile alla corte del re, durante la Rivoluzione francese fosse stato decapitato:
-Tutto cominciò nel lontano 1789, quando la popolazione insorse contro il re Luigi XVI e il suo potere assoluto. Le cose andarono di male in peggio per lui e la famiglia reale, ma anche per tanti che vivevano a corte.
Quattro anni più tardi il re fu ghigliottinato assieme a molti nobili, fra quelli c’ero anch’ io. Quando sarai più grande studierai questi fatti e capirai. –
-Che fine orribile! Mi dispiace tanto, tu non dovevi essere una cattiva persona! – esclamò Philippe dispiaciuto.
-Su, non essere triste! –
-E’ stato bello conoscerti, Andrè! Adesso farò il lavoretto. –
Infine, prima che Philippe gli togliesse il testone di pezza, i due si abbracciarono.
E per tutta la vita, il bimbo avrebbe portato dentro di sé quella sensazione stranissima che aveva provato abbracciando un corpo fatto di niente.

Feb 20, 2009 - case infestate    7 Comments

STOP AGLI ODORI

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Difendere la tua casa dai cattivi odori è più semplice di quanto pensi

Patatine no problem

Tuo figlio adora le patatine fritte ma tu (e i tuoi vestiti) non sopporti quell’odore persistente. Come mettervi d’accordo? La soluzione è una fetta di mela: prima di friggere depositane una con la buccia nell’olio ed eliminala appena è dorata. E per fermare gli schizzi bollenti quando si frigge, butta nell’olio alcuni stuzzicadenti.

Ho bruciato l’arrosto!

Sei immersa nella lettura dell’ultima pagina di un romanzo, ma uno strano odore ti interrompe. L’arrosto! Per eliminare l’odore di bruciato puoi bollire per dieci minuti quattro o cinque spicchi di limone in un po’ d’acqua.

Cavolo, che odore!

Fanno bene alla salute ma rendono impraticabile la cucina. Sono cavoli, broccoli e affini. Per non rinunciare a un alimento sano e gustoso puoi aggiungere delle noci all’acqua di cottura o un cucchiaio di latte, in questo caso il sapore ne guadagnerà.

Bicarbonato assorbitutto

Aromi sgradevoli in frigo? Mettici un pacchetto di bicarbonato aperto. Se invece il problema è la lettiera dei gatti versane qualche cucchiaio. E per cancellare l’odore di fumo mettine un po’ nel portacenere.


Se le spezie insistono

Stai cercando il modo per eliminare il profumo delle spezie dal tritattutto?. Basta macinare una cucchiaiata di zucchero, per far tornare l’elettrodomestico inodore come sempre.

Armadi felici

Per profumare gli armadi, appendi una vecchia calza di nylon piena di trucioli di legno Cedrus. È gradevole e ottimo come tarmicida. E se stando al chiuso il tuo bucato perde freschezza, metti nei cassetti della biancheria dei sacchetti di cotone pieni di scaglie di sapone di Marsiglia.

Quando lo scarico si fa sentire

Appena ti avvicini al lavandino un odore ti dice che lo scarico ha bisogno di assistenza? L’ideale è un mix di aceto caldo e sale grosso sciolto. Lascia in posa un’ora e poi fai scorrere l’acqua.

Selvaggina con aromi

Tua suocera ti ha regalato della selvaggina e si è invitata a cena. Ma tu non sopporti l’odore di selvatico. Niente paura: taglialo a pezzi, infilalo in un sacchetto per alimenti, assieme a qualche rametto di rosmarino, e sistemalo nel congelatore. Trascorsi un paio di giorni l’inconveniente è eliminato e la cena con la suocera salva.

Dic 27, 2008 - case infestate    3 Comments

riciclare il pane

3pane.jpg

Avete fatto anche voi un presepe con il pane?

Ora farete la torta con il pane avanzato

 

 

 Ingredienti

pane raffermo

 

1 uovo

latte

due cucchiai di zucchero

frutta a piacere

Naturalmente le quantità andranno calibrate in funzione della quantità di pane che utilizzerete.

Procedim1pane.jpgento

Dentro a una terrina, spezzate il pane in pezzi di media grandezza, quindi versateci sopra il latte che avrete fatto scaldare preventivamente. Date una prima mescolata e aggiungete l’uovo e i due cucchiai di zucchero. A questo punto tagliate in piccoli pezzi la frutta che avete scelto e aggiungetela agli altri ingredienti. Amalgamate tutto aiutandovi con un cucchiao di legno e versate dentro a una teglia che infornerete a temperatura medio-alta per circa 30 minuti. Lasciate raffreddare prima di servire.

Dic 25, 2008 - case infestate    11 Comments

AUGURI !!!!

10natale.jpg                                                                                                                               AUGURI !

Sinceri e di cuore 

Ma,dopo tanti dolci ,non è il caso di andare a vedere dove è finito Babbo Natale?

Ott 25, 2008 - case infestate    4 Comments

mi sento un pò spiata…

460912883.3.jpgCome gli Usa ti spiano dentro casa

Il Pentagono sta studiando una tecnologia che permetta di realizzare la mappa di un edificio senza dovervi nemmeno entrare, grazie a una rete di sensori che indichino anche dove e che cosa fanno le persone all’interno.

[ZEUS Newswww.zeusnews.it – ]

L’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata per la difesa (Darpa) degli Stati Uniti sta pensando a un sistema (denominato Hibr, acronimo Harnessing Infrastructure for Building Reconnaissance, ossia Sfruttamento dell’Infrastruttura per la Ricognizione degli Edifici)per riuscire a ottenere la mappa di un edificio tramite un sistema di sensori – e possibilmente anche i movimenti delle persone all’interno.

Già ora, in effetti, esistono apparecchiature in grado di capire che cosa stia facendo chi si trova al 1557692963.5.jpgdi là di un singolo muro sfruttando i segnali a radiofrequenza. Portare questa tecnologia su scala più vasta, però, è problematico.

Realizzare una rete di sensori in grado di esplorare un edificio dall’esterno e costruire così una mappa precisa della costruzione (“completa dei sistemi elettrico, idraulico e di ventilazione”, come si legge sulla pagina dedicata al progetto) pone problemi tecnici causati dalla riflessione del segnale.

“Attraversare un muro non è così difficile, ma un edificio è sostanzialmente un casa degli specchi per i segnali a radiofrequenza. I segnali rim1808265901.jpgbalzano da tutte le parti, ha spiegato il dottor Edward J. Baranoski, manager del programma.

Se e quando il problema di dare un senso ai dati raccolti sarà superato, il Pentagono potrà ridurre o eliminare i vantaggi derivanti dalla conoscenza del territorio e delle strutture in cui il “nemico” – è stato ipotizzato lo639160643.2.jpg scenario di un rapimento in Paesi lontani, piuttosto che quello del sequestro di una scolaresca – sia asserragliato.

Della capacità di individuare dall’esterno i 1453841181.jpgmovimenti delle persone, invece, non si fa esplicitamente parola; tuttavia è la spiegazione più ovvia per gli “aggiornamenti in tempo reale” che i sensori dovranno fornire.

 

Mag 14, 2008 - case infestate    2 Comments

ATTENZIONE!!!ATTENZIONE!!!

Occhio ti hanno scoperto


13 maggio 2008

Riporto la breve analisi di una mail ricevuta oggi e che tenta di farci installare malware sul pc.
Questo genere di mail circola gia’ da qualche tempo in rete, presumibilmente da fine aprile 2008, cosa che sarebbe anche confermata dalle date dei files presenti nel file zip allegato.
La mail porta come oggetto ‘Occhio ti hanno scoperto‘ e come mittente roberta1979@libero.it
(img sul blog)
Il contenuto del messaggio, cosi come l’oggetto tentano di indurre curiosita’ in chi la riceve per cercare di fargli eseguire il file allegato.
(img sul blog)
In allegato abbiamo poi un file zip contenente a sua volata due files.
(img sul blog)
Come si vede, il file con estensione jpg che dovrebbe essere la foto di cui si parla nel messaggio, presenta la particolarita’ di avere lunghezza 0 e di conseguenza ogni tentativo di visualizzare l’immagine con un normale software e’ nullo.
Lo scopo e’ chiaramente quello di indurci ad eseguire il file nokiaphotoreader.exe che dal nome appare come un visualizzatore di immagini e che potrebbe risolvere il falso problema della non riuscita apertura della foto
.
In realta’ si tratta di un file eseguibile contenente malware e che Virus Totale evidenzia come
(img sul blog)
Anche se ormai e’ passato qualche tempo dalla creazione del file malware , se prendiamo per buone le date dei files presenti nello zip e riferite a fine aprile, sembra che alcuni software non riescano a rilevarlo (es. symantec)
Ancora una volta e’ quindi evidente che l’eseguire files ricevuti via mail e’ sempre una operazione rischiosa e comunque , anche se il messaggio con gli allegati provenisse da persona conosciuta , chiedere conferma a chi ci ha inviato la mails prima di aprire i files in quanto molti virus hanno la particolarita’ di proporre come mittente indirizzi di mails noti e quindi ritenuti affidabili.