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Giu 11, 2009 - messaggi    4 Comments

AVANTI, C’E’ POSTO…

L’Inferno era al completo ormai, e fuori della porta una lunga fila di persone attendeva ancora di entrare.

Il diavolo fu costretto a bloccare all’ingresso tutti i nuovi aspiranti.
“E’ rimasto un solo posto libero, e logicamente deve toccare al più grosso dei peccatori”, proclamò. “C’è almeno qualche pluriomicida tra voi?”.
Per trovare il peggiore di tutti, il diavolo cominciò ad esaminare i peccatori in coda.

Dopo un po’ ne vide uno di cui non si era accorto prima.
“Che cosa hai fatto tu?”, gli chiese.
“Niente. Io sono un uomo buono e sono qui solo per un equivoco”.
“Hai fatto certamente qualcosa”, ghignò il diavolo, “tutti fanno qualcosa”.
“Ah, lo so bene”, disse l’uomo convinto, “ma io mi sono sempre tenuto alla larga. Ho visto come gli uomini perseguitavano altri uomini, ma non ho partecipato a quella folle caccia. Lasciano morire di fame i bambini e li vendono come schiavi; hanno emarginato i deboli come spazzatura. Non fanno che escogitare perfidie e imbrogli per ingannarsi a vicenda. Io solo ho resistito alla tentazione e non ho fatto niente. Mai”.
“Assolutamente niente?”, chiese il diavolo incredulo. “Sei sicuro di aver visto tutto?”.

“Con i miei occhi!”. “E non hai fatto niente?”, ripeté il diavolo.
“No!”.
Il diavolo ridacchiò: “Entra, amico mio. Il posto è tuo!”.

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Giu 10, 2009 - messaggi    6 Comments

SOGNI A OCCHI APERTI

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Chi è distratto sa risolvere meglio i problemi

Se il cervello si rilassa, è più disponibile ad affrontare le situazioni complicate trovando una soluzione
 Se ne facciano una ragione i professori brontoloni che rimproverano i propri studenti distratti in aula:
i sogni ad occhi aperti non sono una perdita di tempo, potrebbero anzi essere un momento in cui il cervello, rilassandosi, risolve determinati problemi, anche complessi, riflette sul futuro anche se noi non ne siamo coscienti.
Infatti uno studio diretto da Kalina Christoff della University of British Columbia (Canada) dimostra che sognare a occhi aperti, lasciare che la mente divaghi, attiva aree del cervello importanti per la risoluzione di problemi complessi, come la corteccia prefrontale.
La scoperta, che rivoluziona il concetto stesso del sognare a occhi aperti, è stata pubblicata sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
 Finora si credeva che il distrarsi, il perdersi in fantasticherie estraniandosi dalla realtà contingente (che occupa un terzo della nostra vita da svegli) fosse una perdita di tempo, sinonimo di pigrizia.
Al sognare da svegli era stata associata peraltro l’attività di certe aree neurali dette “circuiti di default”, quelli cioè accesi quando siamo alle prese con attività mentali di routine.
Ma studiando il cervello di alcune persone con la risonanza magnetica funzionale é emersa una realtà più complessa:
nei sogni a occhi aperti questi circuiti di default si accendono in parallelo a quelli legati alla risoluzione di problemi complessi che di solito si pensano accesi solo nei momenti più cruciali della nostra giornata.
“Quando sogni a occhi aperti non puoi portare a termine un compito immediato come leggere un libro o stare attento in classe”, spiega Christoff, “ma è possible che in quel momento la tua mente si stia prendendo del tempo per focalizzare problemi più importanti nella tua vita, per esempio questioni che riguardano la tua carriera o i tuoi rapporti sociali”.

 …

Giu 4, 2009 - messaggi    4 Comments

ricevuto da Paola

2.jpg“Successus ad perniciem multos devocat.
Aesopo quidam petulans lapidem impegerat.
“Tanto” inquit “melior.” Assem deinde illi dedit,
Sic prosecutus: “Plus non habeo mehercules,
Sed unde accipere possis (int ind) monstrabo tibi.
Venit ecce dives et potens: huic similiter
Impinge lapidem et dignum accipies praemium”.
Persuasus ille fecit quod monitus fuit
Sed spes fefellit impudentem audaciam:
Comprensus namque poenas persolvit cruce

Il successo trascina molti alla rovina-

Uno screanzato aveva tirato un sasso ad Esopo.

“Tanto meglio gli disse Esopo”.

 Poi gli diede un soldo e continuò così:

 “Non ne ho di più, ma ti mostrerò dove puoi riceverne altri.

Ecco, sta arrivando un uomo ricco e potente, tiragli un sasso alla stessa maniera e riceverai una ricompensa adeguata”.

 Convinto, fece quello che gli era stato consigliato, ma la speranza ingannò la sua temeraria impudenza:1.jpg

 fu arrestato e scontò la pena sulla croce”

Mag 24, 2009 - messaggi    9 Comments

BUTTA LA PASTA E SPEGNI IL FUOCO

risparmio energetico in casa, mentre si cucina. foto Montrasio InternationalUna pentola d’acqua bollente ha una inerzia termica spesso non sfruttata. Tradotto in termini pratici significa che l’acqua resta calda anche se spegnete il fuoco sotto la pentola. Ci sono persone che per risparmiare gas cucinano la pasta a fuoco spento.

Il procedimento e’ semplice: si porta l’acqua a bollore, si butta la pasta, si spegne il fuoco, si copre il tutto con un coperchio (volendo si può coprire tutto con un panno per mantenere il calore) e si aspetta. I tempi di cottura sono leggermente più lunghi, circa un paio di minuti, rispetto a come siete abituati.

Lo stesso principio si può applicare al forno. Si può spegnere parecchio tempo prima della fine della cottura, visto che, se non si apre lo sportello, il forno mantiene il caldo al suo interno e lo usa per cuocere. Scusatemi se propongo questi trucchetti. Se per voi l’idea di un forno caldo senza nulla dentro e’ uno spreco ovvio, per molti, purtroppo, non lo e’.

Mag 21, 2009 - messaggi    5 Comments

pensieri

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Il volo delle anatre

Un giorno il maestro Ma-tsu e Pai-chang stavano passeggiando quando videro uno stormo di anatre in volo.
Il maestro chiese: “Che cosa sono?”.
Rispose Pai-chang: “Anatre selvatiche”.
“Dove sono andate?”.
“Sono andate via”.
Allora Ma-tsu afferrò il naso di Pai-chang e glielo torse. Il discepolo gridò di dolore.
E poi il maestro chiese: “Quando mai sono volate via?”.
In quel momento a Pai-chang si aprì la mente.

Ovviamente le anatre sono i pensieri. Non possono che essere selvatiche, così come i pensieri sono inconsapevoli e incontrollati: un vortice che ci prende e ci frastuona, rendendoci totalmente succubi della nostra mente scomposta e diseducata.
Pensare un pensiero non è vederlo. Così come non è detto che se passa un’anatra in cielo, tu la veda: devi alzare gli occhi. Allora il primo passo è osservare i pensieri. Poi riconoscerli come ‘anatre selvatiche’: impermanenti e insoddisfacenti nella loro impermanenza. A questo punto si realizza la loro natura, che è quella propria di qualcosa che continuamente ‘va via’.
Ma è un ‘continuamente «va via»’! Non un ‘va via’ una volta per tutte! Se Pai-chang dice “Sono andate via” come per dire: discorso chiuso, se ne sono andate, non ci sono più anatre in cielo, … allora non ha capito. Non ha capito la metafora: si parla della mente e dei pensieri. Allora: se credi che i pensieri siano quelle cose che a forza di osservarle, un giorno potrai dire: “sono andati via”, sei come il povero Pai-chang. È naturale che ci siano i pensieri? Certo! Allora cercare che vadano tutti via è un po’ artificioso, è uno sforzo contro-natura. No? Il flusso dei pensieri continuamente sta: così come – paradossalmente – in questa storia zen le anatre non sono mai andate via (‘Quando mai sono volate via?’).
Pensare che le anatre siano andate via è ritenere la meditazione come una tecnica per cambiare il nostro stato. Cosa massimamente inopportuna! Non c’è nulla da cambiare, non c’è nulla a cui arrivare, non c’è nulla da capire, non c’è nulla che si debba trasformare. E allora uno dice: ma cosa serve dunque? Ecco: in questo caso non si sarebbe capito proprio niente. La meditazione non serve: la meditazione non è serva di nulla. La meditazione non è uno strumento, con la meditazione non c’è nessun utilitarismo. Meditare è realizzare, nient’altro: se realizzi, non realizzi questo o quello. Realizzi e basta. Ma anche se mediti per realizzare, pure in questo caso non cogli nel segno. Meditare è esso stesso realizzare. Quindi: non meditare per realizzare, ma meditare e realizzare.
Eppure le anatre sono volate via. Non va scartata questa verità a scapito dell’opposta. Non è un si/no. È pieno di significato questo non specificare dove siano andate: sono semplicemente andate via. Un ‘via’ indefinito, così come è indefinito anche il ‘da dove’. Arrivano le anatre, passano nel cielo e vanno via. Sono una indeterminata provenienza e un indeterminato ‘verso dove’ non a causa di una nostra non conoscenza, di una nostra ignoranza in merito alla questione. È invece sull’indefinito vuoto che si stagliano i pensieri, così come è attraverso la presenza dei pensieri stessi che fruisco liberamente di questo vuoto. I pensieri costituiscono quei tratti neri su un foglio bianco dalle dimensioni infinite, che mi offrono la possibilità di realizzare la bianchezza di quel foglio medesimo. Altrimenti non vi sarebbe realizzazione, ma un semplice vivere inconsapevolmente quel bianco.
È proprio questo vuoto che causa l’indefinibilità del ‘da dove’ e del ‘verso dove’. Il vuoto non è qualcosa; non è un ente; non è indicabile, riscontrabile. Non guardi dentro te stesso e puntando l’indice da qualche parte dici: ecco il vuoto! È  uno (non-) stato di assenza, di non-essere. Non ha un suo inizio né un suo termine: è il luogo della provenienza, della danza e della conclusione dei pensieri.

Mag 20, 2009 - messaggi    25 Comments

LA STORIA DI BEATRICE RACCONTATA DALLA SUA MAMMA MIKKA

 
 Mikka  è una amica conosciuta in questa fantastica blogosfera.
Ha una bimba deliziosa di nome Beatrice con un problema di salute che Mikka ci ha voluto descrivere per poter essere di aiuto e consiglio ad altre mamme  che, magari inconsapevolmente , si trovano ad affrontare lo stesso problema.
Il suo blog è questo, dove troverete consigli, ricette e tanto altro di molto interessante:
FORZA MIKKA, FORZA BEBA,  NON SIETE SOLE !!!
INTRODUZIONE DI MIKKA
Questo è uno spazio dedicato a mia figlia. Lei, che è la mia gioia e la mia ragione di vita. Lei che in tutti questi anni ha sofferto e sopportato tanto dolore. Qui di seguito c’è tutta la sua storia, dai suoi primi mesi di vita fino ad oggi che ha 10 anni. Quanto scrivo vorrei che fosse di aiuto a tutte quelle persone che, in qualche modo, stanno vivendo un momento simile magari con gli stessi problemi e le stesse difficoltà che ho dovuto affrontare io.
 
 
 
Mia figlia Beatrice fin dai primi mesi di vita, dopo che ho smesso di allattarla, ha avuto problemi digestivi.
Vomitava a getto dopo ogni poppata, non aumentava di peso ed era sempre irritata. Ho girato vari ospedali, ho cambiato i pediatri, mi sono rivolta a specialisti di gastroenterologia, ma in tanti anni non ho mai ricevuto un minimo di attenzione. Mi sentivo sempre rispondere che i suoi malori erano passeggeri e che col tempo sarebbero spariti.
Sono andata avanti così (cioè con la bambina che vomitava più volte alla settimana, con il fatto che spesso rifiutava di mangiare, e tanti altri disturbi ………………………..) fino all’età di 7 anni quando sono subentrati altri problemi.
Dolori addominali, mal di testa, insonnia ed irritabilità. Spesso rimaneva a casa da scuola perchè piegata in due dal mal di pancia. Io non sono stata di certo con le mani in mano a guardare mia figlia che stava sempre peggio, anzi, ho contattato specialisti spendendo fior di euro per cercare di capire da dove venissero tutti questi problemi.
Ma …………………nulla, di nulla.
Poi un giorno nella mia farmacia di fiducia, ho conosciuto una nuova dottoressa che mi ha messo la pulce nell’orecchio al riguardo della celiachia. Non sapevo molto di questo argomento e così mi sono piano piano documentata, togliendo anche gran parte degli alimenti glutinati dall’alimentazione di Beatrice. Ho subito notato un miglioramento e ne ho parlato con il medico il quale però, non mi ha creduto assolutamente e non si è nemmeno degnato di prescrivermi degli esami specifici.
Devo dire anche che a quel tempo, non conoscevo l ‘A.I.C. (Associazione Italiana Celiachia) e non sapevo che il glutine fosse contenuto in tantissimi alimenti oltre che al pane, pasta, pizze e focacce. E non mi rendevo conto quindi che la bambina in qualche modo (attraverso gelati, bibite, yogurt e altro) ingeriva ancora piccole quantità di glutine. Quindi, anche se inizialmente era migliorata un po’, alla fine avevo creduto che il medico avesse ragione perchè piano piano tutti i disturbi erano ricomparsi. Pensavo si trattasse di qualcosa d’altro ma non sapevo COSA !!!!
L’ho persino portata da uno psicologo perchè il pediatra riteneva che avesse dei problemi legati alla scuola, cioè che lo stress e l’impegno la portassero inconsciamente a rifiutare il cibo e a digerirlo male.
 
Insomma, tra problemi vari, alti e bassi, siamo arrivate fino alla primavera del 2007 quando Beba ha iniziato ad avere ulteriori problemi. Un giorno mi telefona la scuola dicendo che la maestra voleva parlare assolutamente con me perchè notava in Beatrice una disattenzione troppo marcata. L’andamento scolastico peggiorava giorno dopo giorno e, praticamente, non riusciva nemmeno a risolvere semplici addizioni o sottrazioni.  Ero disperata e non sapevo più cosa pensare, non capivo il perchè di tutto questo. Beba aveva sempre avuto un buon rendimento scolastico e, d’improvviso, tutto stava cambiando. 
Ormai avevo tentato ogni strada. Privatamente le avevo fatto fare i test allergologici compreso quello dell’intolleranza al lattosio, ma tutto era risultato negativo. 
Credevo veramente che potesse avere problemi psicologici legati allo studio. Ma cavoli era solo in terza elementare !!!! Come avrebbe allora reagito andando alle medie e poi alle superiori ????
 
La scorsa primavera poi c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da gennaio, si sono aggiunti altri disturbi e cioè sono apparsi dei movimenti involontari agli arti superiori, dolori articolari, nistagmo oculare e svenimenti, soprattutto a scuola. E’ stato allora che mi sono incavolata ed ho preteso dal medico una carta di ricovero per accertamenti approfonditi. Se non l’avesse fatto, l’avrei denunciato per negligenza ed avevo anche dei testimoni che potevano deporre a suo sfavore.
 
Sono così riuscita a farla ricoverare presso un’ospedale pediatrico dove siamo state trattenute (la mamma accompagna sempre i figli minorenni) dai primi di maggio fino alla metà di giugno dell’anno scorso. Quasi un mese e mezzo.
Le hanno fatto di tutto. Sondino naso-gastrico, Elettroencefalogramma, TAC, Risonanza Magnetica, Ecografie, esami del sangue, delle feci e delle urine e, dopo un lungo calvario è saltato fuori che Beatrice era affetta da una forma di epilessia parziale, forte gastrite con eccesso di acidità di stomaco, anemia,  decalcificazione ossea e rallentata coagulazione del sangue.
Con questi esiti veniamo dimesse dopo un mese e mezzo con ben 3 cure farmacologiche: una neurologica, una gastrica ed una ossea. Ma i dolori, il vomito e il mal di testa e alle ossa non passano. Contatto nuovamente il medico dell’ospedale spiegando tutto e ponendogli il discorso della celiachia. Lui le fa le analisi del sangue che però risulteranno negative e così cade nuovamente tutto il discorso. 
Ma non mi fermo perchè leggendo e informandomi attraverso internet, libri e anche con l’AIC, vengo a scoprire che tutti i disturbi di Beatrice sono legati e causati da una celiachia trascurata e non curata. Non solo, scopro anche che spesso dagli esami del sangue non risulta nulla e che, l’unico modo per risalire a questa patologia, è un’endoscopia con biopsia intestinale.
Ne parlo al medico dell’ospedale che comunque non mi da retta ed insiste dicendo che i disturbi di Beba sono legati solo all’epilessia e che dovrà sopportarli tutta la vita. ASSURDO !!!!
Non potevo di certo andare avanti così. Lei peggiorava di giorno in giorno. Sveniva quotidianamente, non mangiava quasi più, non voleva alzarsi da letto e non ne aveva nemmeno le forze. I mal di testa aumentavano e si associavano spesso a delle vertigini e così, da sola, ho preso la decisione di iscrivermi all’AIC, di informarmi bene su tutti gli alimenti che non dovevo assolutamente dare a mia figlia ed ho così iniziato una dieta completamente priva di glutine.
Risultato ????
Dopo solo 1 settimana ho visto i miglioramenti. Ho tenuto un diario con scritto tutti i giorni i sintomi che Beba aveva prima e dopo aver iniziato la dieta e, alla fine dopo tanta insistenza, ho ottenuto la tanto attesa endoscopia con biopsia dell’intestino.
                                                                 Ma in ritardo!!!
L‘esito infatti sarà negativo e questo perchè la dieta senza glutine era stata iniziata già da più di un mese compromettendo il risultato dell’esame.
Nonostante questo ho proseguito per la mia strada e non ho più dato glutine a mia figlia.
Non avreste fatto la stessa cosa ???
 
Oggi Beba sta abbastanza bene. Non soffre più di dolori addominali, di nausee, vomito, o vertigini, ma le restano comunque strascichi dell’epilessia. E’ in cura farmacologica e devo sottoporla 4 volte all’anno a visite neurologiche. Spesso ha forti mal di testa e deve sempre essere seguita in tutto perchè le possono capitare svenimenti o blocchi agli arti. Non può correre a lungo, non può stancarsi troppo e fatica a mantenere la concentrazione. Insomma va seguita tanto.
 
Morale ?!?!?!
A causa della superficialità medica, oggi mia figlia ha una patologia neurologica ed è costretta a mangiare senza glutine ma senza essere considerata celiaca. Le viene riconosciuta solo l’intolleranza a questa sostanza e questo vuol dire non avere il rimborso mensile per la spesa da noi sostenuta per l’acquisto in farmacia dei prodotti per celiaci. Ha solo una carta dell’ospedale che le da il diritto ad una detrazione del 20% sulla dichiarazione dei redditi, ma se si tiene conto che questi prodotti hanno un costo altamente superiore rispetto a quelli normali, si può capire benissimo che quello che ci viene riconosciuto è veramente poco. E poi non ha nemmeno il diritto di effettuare i controlli annuali con i prelievi di sangue. Insomma nulla !!!! E questo non è giusto !!!!
Come noi ci sono altre persone di mia conoscenza che hanno affrontato lo stesso iter e gli stessi problemi. Ci vorrebbe meno superficialità e più coraggio da parte di tutti noi ad esporre le proprie storie lamentandosi ed accusando anche taluni incompetenti.
 
Ecco spiegata tutta la storia di Beatrice.

 
 

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