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Nov 13, 2008 - blog life    57 Comments

ARRIVA UN BASTIMENTO CARICO DI…PREMI !**************************(ULTERIORE AGGIORNAMENTO)****

                                                                            

    Ho l’onore di ricevere da Paola dei gatti ,da Mammola,da Memole,da Ester e da Aisha

 il PREMIO DOLCEZZA 

riservato a tutti quei blog che si sono distinti per aver dato un messaggio di dolcezza e/o amore.


 

Regolamento
  • Preleva il premio facendo “copia e incolla” del codice html, che trovi a fine regolamento, e inseriscilo nel tuo blog.
  • Scrivi un post linkando il blog che ti ha consegnato la targa come simbolo di gratitudine.
  • Crea un link anche a questa pagina ( http://dolce-memole.blogspot.com/2008/11/premio-dolcezza.html ) per permettere ai premiati di leggere il regolamento e prelevare il codice del premio.
  • Per poter ritirare la targa devi premiare almeno sette blog.
  • Se vuoi indica la motivazione per cui consegni la targa ai blog premiati.
  • In seguito puoi, in qualunque momento, assegnare il premio ad altri blog.

 Ringrazio vivamente BRAVO_COOK,

GIRL.VERYCRAZY

  KEKKO

                                             e AISHA(con questa motivazione:

Perchè tutti voi mi avete insegnato e trasmesso grandi valori con piccoli gesti…)

 per avermi donato  il PREMIO DARDOS 

  • premio%20dardos.jpg

     

    Regolamento del premio:

    Questo è un premio che riconosce i valori che ogni blogger dimostra ogni giorno nel suo impegno a trasmettere i valori culturali, etici, letterali e personali. In breve mostra la sua creatività in ogni cosa che fa’.

    1) Accettare e visualizzare l’immagine del premio e far rispettare le regole.

    2) Linkare il blog che ti ha premiato.

    3) Premiare altri 15 blog e avvisarli del premio.

 

 KEKKO mi ha onorato anche di questo premio :

 PRIZE INTERNATIONAL BLOGGER

 GRAZIE KEKKO!!!

le regole sono le stesse degli altri premi

international%20b120.jpgQuesto premio Internazionale è in riconoscimento ai Blogger di tutto il mondo, che si impegnano quotidianamente a trasmettere informazione, arte, cultura, sport, e creatività .

DA LUCA HO RICEVUTO IL PREMIO DA LUI CREATO:CAVALLINO GOLD

grazie mille!

REGOLAMENTOSe è la prima volta che ricevi il premio, devi inserire nel tuo blog tramite un post le regole del premio.

Nel ricevere il premio, devi scrivere un post citando l’url del blog che ti ha premiato.

  •  Premia altri 5 blog. (NON E’ OBLIGATORIO)

  • Il premio non va  modificato.

 

Come mia abitudine non pubblico il nome dei premiati,li avviserò privatamente con la speranza che il premio sia di loro gradimento.Un bacio a tutti,a chi me lo ha assegnato e a chi lo riceverà .

A questo punto rimango in argomento e ringrazio la redazione per la 5° coccarda che ha assegnato al mio fotoblog http://turistapercasa.fotoblog.it/

coccarda_fotoblog.gif
Nov 13, 2008 - blog life    8 Comments

STRESSSSSSSSSSSSSSSS

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Uffa, che traffico!

Sei incastrata in un ingorgo? Approfittane per fare alcuni esercizi di rilassamento: chiudi gli occhi, rilassa le mani e appoggiale sulle ginocchia, infine distendi le spalle e respira profondamente. Quando riaprirai gli occhi l’ingorgo probabilmente ci sarà ancora ma lo affronterai con più serenità.

Il mio povero stomaco!

Uno stato d’animo stressato mette a dura prova l’apparato digerente. In caso di bisogno rimedia con le erbe. Per i crampi e l’aerofagia: menta in foglia in acqua bollente per 15 minuti; per la nausea e la cattiva digestione, un cucchiaino di zenzero in polvere o grattugiato in infusione per 15 minuti.

Staccare la spina

Sempre in movimento? Agitata dalla mattina alla sera? Quando ti cala l’energia prendi un caffè e riparti? Attenzione: è giusto essere attivi ma il tuo corpo non gradisce i ritmi incessanti. Per non sovraffaticarti cerca di concederti delle pause tra un impegno e l’altro. Siediti a sfogliare un giornale, bevi una tisana in tutta calma, fatti un massaggio alle tempie e rilassati con qualche esercizio di respirazione.

La sindrome dell’urgenza

Il tempo non ti sembra mai abbastanza? Per sentirti più distesa, prendi l’abitudine di fare le cose un po’ prima: la mattina anticipa la sveglia di mezz’ora, avrai più tempo per la doccia, la colazione, i figli… Mentre per le incombenze lavorative non rimandare a domani, rischiando che si accumulino inesorabilmente. Cerca di sbrigarle il prima possibile, ci guadagnerai in serenità e buonumore!

Via lo stress camminando

Cerca di fare attività fisica almeno due o tre volte alla settimana (basta anche una semplice camminata di mezz’ora): il moto attiva la produzione di endorfine, ormone anti-depressivo, e dà un senso di benessere ed euforia. Adesso che arrivano le belle giornate cerca di trascorrere più tempo all’aria aperta: la luce influisce notevolmente sulla produzione della serotonina, un vero antidepressivo naturale.

Integratori naturali

Nei periodi in cui ti senti più stressata e fai fatica a concentrarti, puoi ricorrere ad integratori di ginseng o pappa reale. Entrambi danno più sprint all’organismo, il primo è più attivo a livello fisico, il secondo a livello mentale.

Nov 11, 2008 - blog life    21 Comments

I NEONATI SONO NON-PERSONE?ANCORA VI STUPITE?

1.jpg

I NEONATI MOLTO PREMATURI,I RITARDATI MENTALI NON SONO CONSIDERATE PERSONE

Inorridire di fronte a questa frase in realtà vuol dire vivere fuori del mondo.Ormai è concetto comune che si è persona solo a certe condizioni .Non sei autonomo?Non esisti, cioè non hai diritto alla ” cittadinanza “,solo a chi ha autocoscienza e sa agire in conseguenza è un essere con tutti i diritti. Questo significa togliere dal novero delle persone una gran fetta dell’umanità (bambini, feti, embrioni, disabili, anziani gravi) e al resto “elargire” i “nuovi diritti”: aborto, eutanasia, droga libera, suicidio… Insomma, è decidere che l’autonomia è la legge e chi passa questo esame può fare tutto ma proprio tutto (a patto di non disturbare gli altri). Su cosa altro si basa il credere che il “feto” valga meno dell’adulto se non sul fatto che non ha autonomia? E nessuno si scandalizza più. Dato che i filosofi che spiegano che chi non ha autonomia non è persona sostengono in gran parte che neanche il bambino fino ad una certa età è persona , state tranquilli che tra un po’ anche questo (che oggi ci inorridisce) sarà accettato tranquillamente. Invece io (e tanti altri) crediamo una cosa diversa: che o tutti siamo persone, o tutti siamo da buttare.

Nov 10, 2008 - blog life    22 Comments

PER NON DIMENTICARE…PER NON FARE FINTA DI NIENTE…PER SAPERE…PER CHI NON SA…

3.jpg2.jpg «Ho visto persone con le mani mozzate, una bambina di 10 anni rapita e uccisa, e molti uomini e donne bruciati vivi… molte volte ho pianto solo nel mio cuore perché non potevo farmi vedere.»
Sarah, Sierra Leone
 

 

  Un missionario appena tornato dal Congo ha descritto il dramma di questo popolo. Recentemente si sono formati raggruppamenti di bambini soldato! Sapete cosa significa? Ecco il racconto di un ex bambino soldato.

“ Quando mi hanno preso mi hanno fatto una puntura nella testa. Ho cominciato a sentirmi forte e a non sentire il dolore! Avevo solo 12 anni! Mi hanno addestrato a non avere pietà. Poi hanno cominciato a drogarmi: ogni giorno, prima e dopo ogni incursione. Ho tagliato mani e piedi a donne e bambini; ho amputato seni e tagliato testicoli. Non sapevo cosa volesse dire amare: in quegli anni ho solo violentato donne come ho visto, quando mi hanno catturato, violentare mia madre e uccidere mio padre e i mie fratelli. Ora presso questo centro di recupero per ex bambini soldato dei padri saveriani cerco di dimenticare e di cominciare a vivere una vita normale”.

Una volta reclutati, i bambini soldato vengono sottoposti a un periodo di addestramento militare insieme alle reclute adulte, durante il quale subiscono violenze. In alcuni campi di addestramento, le condizioni sono così dure da causare la loro morte. Dopo alcune settimane, i bambini sono inviati in prima linea per essere usati come carne da cannone. Qui, vengono impiegati come guardie del corpo e schiavi sessuali, sono inviati in avanscoperta per adescare il nemico o individuare le linee nemiche e vengono obbligati a commettere stupri e omicidi contro i militari e la popolazione civile. Alcuni bambini soldato sono costretti a uccidere i propri familiari, altri a compiere atti di cannibalismo o atti sessuali sui cadaveri. Spesso, sono riempiti di droga e alcol per poter svolgere più facilmente questi compiti.

Questo è il caso di Kalami, 15 anni, sei dei quali trascorsi in un gruppo armato :

 “Ci avevano detto di uccidere la gente costringendola a rimanere all’interno delle loro case mentre appiccavamo il fuoco. Alcuni li abbiamo dovuti seppellire ancora vivi. Un giorno ci hanno costretto a uccidere una famiglia, a tagliare i loro corpi e a mangiarli. La mia vita è finita. Non c’è più niente per cui valga la pena vivere. Non riesco più a dormire. Continuo a pensare alle cose orribili che ho visto e che ho fatto quando ero soldato.”

Il prezzo personale pagato dai bambini soldato è spesso elevato: brutalizzati e profondamente traumatizzati dalla loro esperienza, molti di loro continuano a essere perseguitati dai ricordi degli abusi cui hanno assistito o che sono stati costretti a compiere. Per le bambine soldato, oltre alla brutalità e al traum1.gifa dello stupro in sé, il prezzo da pagare è ancora più alto: danni fisici, gravidanze forzate, contagio da Hiv o da altre malattie a trasmissione sessuale.


 

 

Congo: boom di bambini soldato

Lo denuncia l’organizzazione Save the Children 

(ANSA) – LONDRA, 6 NOV – L’organizzazione Save the Children denuncia l”esplosione’ del reclutamento di bambini soldato nelle ultime settimane in Congo.’Gli attacchi contro gli scolari sono uno sviluppo inquietante’, scrive in un comunicato l’organizzazione. Molti ragazzi, dice ancora Save the Children, non vanno piu’ a scuola per paura di essere uccisi, rapiti o comunque costretti a lavorare per i gruppi armati.

Nov 5, 2008 - blog life    16 Comments

6 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA DISTRUZIONE DELL’AMBIENTE A CAUSA DI GUERRE E CONFLITTI ARMATI

Guerra ambientale e uranio impoverito

Intervento all’incontro su “Inquinamento bellico e uranio impoverito”
5 novembre 2007 – Francesco Iannuzzelli

Buongiorno a tutte e tutti
innanzitutto un grazie sentito agli organizzatori di questo evento, che cade non solo dopo la festa delle Forza Armate del 4 novembre, ma anche il giorno prima della Giornata Internazionale contro la distruzione dell’ambiente a cause di guerre e conflitti armati.
Giornata voluta dalle Nazioni Unite e che come Campagna Internazionale per la messa al bando delle armi all’uranio abbiamo scelto come giorno in cui concentrare i nostri eventi principali.

Introduzione

 

La campagna e’ nata nel 2003 ed e’ nota con l’acronimo ICBUW, che in effetti un po’ difficile da pronunciare… E’ nata su iniziativa di un gruppo di associazioni europee e statunitensi ed e’ oggi composta da 91 associazioni da tutto il mondo, non solo pacifiste ma anche ecologiste e rappresentanti di militari veterani o tuttora in servizio.
Il 91-esimo membro si e’ aggiunto giusto qualche giorno fa ed e’ il CND, storica associazione pacifista britannica, segno che anche le associazioni di un certo peso stanno ora avvertendo la necessita’ di collaborare a questa campagna.

Come PeaceLink abbiamo aderito sin dagli inizi, in base all’esperienza accumuluta in particolare durante la guerra contro il Kosovo, che ci vide particolarmente impegnati nel documentare quanto avveniva nei Balcani. Negli anni successivi pubblicammo varie e dettagliate informazioni sull’uranio impoverito e sul suo uso in Bosnia, Kosovo e Iraq.
Il nostro database geografico dei bombardamenti con uranio impoverito nei Balcani divenne una preziosa risorsa, tradotta anche in serbo-croato e albanese. Erano i tempi in cui circolava pochissima informazione sull’uranio impoverito e sui rischi correlati, e fummo contattati anche da numerosi militari che ci chiedevano aiuto, non ricevendo nessun supporto o informazione dal Ministero della Difesa.
Queste richieste continuano, seppur con intensita’ minore, ancora oggi, ma per fortuna possiamo girarle all’Osservatorio Militare, che si e’ nel frattempo affermato come l’associazione piu’ affidabile nel fornire loro assistenza informativa e legale.

Campagna – Obiettivi, metodi e risultati

 

La Campagna Internazionale si e’ posta da subito due obiettivi

1. Fermiamoli
Ci rendemmo subito conto che i militari statunitensi e della Nato avevano utilizzato un nuovo tipo di arma dalle caratteristiche inquietanti, e che bisognava fare qualsiasi cosa, nell’ambito degli strumenti nonviolenti a nostra disposizione, per impedire che ne ripetessero l’uso

2. Aiutiamo le vittime
I casi dei militari e dei volontari di associazioni umanitarie che si ammalavano di tumore dopo pochi mesi di servizio erano solo la punta dell’iceberg: l’impatto devastante sulla popolazione civile dei Balcani e dell’Iraq cominciava ad emergere dai primi contatti con medici degli ospedali delle zone colpite, e occorreva urgentemente fornire loro informazioni e strumenti adeguati.

Nel corso di questi anni abbiamo quindi lavorato su piu’ fronti, cercando sempre di ispirarci agli obiettivi sopra elencati

Informazione

Vittima predestinata di ogni guerra, l’informazione sugli effetti dell’uranio impoverito era in parte carente, in parte presente ma colpevolmente non diffusa ai militari impiegati e tantomeno alle popolazioni colpite.
Nel corso di questi anni abbiamo pubblicato vari dossier, smascherato imprecisioni e falsita’ diffuse dalla propaganda militare, e anche recuperato e pubblicato alcune coordinate dei bombardamenti per permettere almeno alla popolazione locale di sapere quali zone evitare.
Per aumentare la consapevolezza a riguardo nei paesi produttori, o comunque coinvolti nelle azioni militari in quanto facenti parto della Nato, abbiamo prodotto documenti e interviste sulla situazione nei paesi colpiti.
Uno strumento che si e’ rivelato particolarmente efficace e’ stato quello audiovisivo. Grazie al coraggio di alcuni fotogiornalisti, come il giapponese Naomi Toyoda che ha visitato piu’ volte l’Iraq in questi anni, abbiamo realizzato una mostra fotografica con le foto dei bambini malati dell’ospedale di Bassora. Bambini ormai purtoppo quasi tutti morti, e ai quali dedichiamo il nostro pensiero anche in questo momento, e le cui famiglie hanno autorizzato l’uso delle immagini per poter raccontare la loro sofferenza al resto del mondo, e far si’ che non si ripeta mai piu’.
Questa mostra fotografica e’ stata portata in giro per l’Italia l’anno scorso, proprio in questo periodo, e un opuscolo che racconta questa esperienza e’ disponibile gratuitamente all’ingresso, realizzato dal Centro di Documentazione “Semi Sotto la Neve”, di Pisa. Vi invito a leggerlo. Infine la mostra e’ stata anche portata al Parlamento Europeo in concomitanza di una conferenza organizzata grazie ad alcuni parlamentari europei.

 

Ricerca scientifica

Abbiamo interpellato e coinvolto nella campagna esperti di varie discipline per poter fare chiarezza sugli effetti dell’uso di armi all’uranio. Di particolare rilievo e’ stata la conferenza internazionale che si e’ svolta ad Hiroshima nell’agosto 2006 a cui hanno partecipato numerosi scienziati provenienti da tutto il mondo.
Vorrei pero’ ricordare l’importanza, per tutto cio’ che ha a che vedere con l’ambiente, del principio di precauzione.
Ovvero non toccherebbe a noi dimostrare scientificamente che l’uranio impoverito fa male, ma toccherebbe a chi lo usa dimostrare al di fuori di ogni dubbio che non ci sono effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana.
Questi studi, in effetti, sono stati in parte gia’ svolti dal Pentagono, e evidenziano appunto gli effetti negativi (come si evince anche dalle raccomandazioni fatte ai soldati che operano sul campo). Peccato che la parte piu’ significativa di questi studi, che potrebbe anche essere utile per curare le attuali vittime, sia tuttora coperta dal segreto militare: un atteggiamento che non esito a definire criminale e irresponsabile, e che ricorda il vergognoso segreto militare imposto ai medici che lavoravano con le vittime dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
Di conseguenza, ci troviamo a dover investire notevoli sforzi scientifici indipendenti per indagare sugli effetti delle armi all’uranio.

 

Supporto medico

I medici che operano nelle zone colpite dai bombardamenti hanno bisogno di tutto. Dalle cose piu’ semplici, come degli antidolorifici per offrire una morte piu’ dignitosa ai loro pazienti, a quelle piu’ complesse, come strumenti e medicine per combattere leucemie e altri tumori.
Siamo tutti volontari, e siamo una coalizione di associazioni piccole, per cui senza fondi significativi. Pero’ siamo lo stesso riusciti a fare qualcosa, e in questo devo sottolineare lo straordinario impegno delle associazioni e dei medici giapponesi, mossi da una spontanea e intensa solidarieta’, alimentata anche dal riconoscere nelle vittime irachene delle similitudini con le vittime giapponesi dell’inquinamento radioattivo che ha ucciso per decenni nei dintorni di Hiroshima e Nagasaki.
Ai medici iracheni mancava tutto, pensate che l’embargo degli anni ’90 bloccava anche numerose medicine e, ridicolo se non fosse tragico, gli stessi libri di medicina. Sono quindi stati invitati in Giappone, per acquisire conoscenze e metodologie nel trattare malati di questo tipo, e vari esperti giapponesi si sono recati in Iraq e in paesi limitrofi in modo da aiutarli piu’ da vicino, in particolare con le indagini epidemiologiche.
A un progetto epidemiologico nella zona di Bassora abbiamo dedicato alcuni fondi e materiali, e i primi risultati di questo studio verranno presto pubblicati su una rivista media internazionale.

 

Bonifica

Parlare di bonifica delle zone colpite e’ un discorso assai arduo, e non pochi esperti ammettono che, francamente, non ci sia piu’ niente da fare una volta che le polveri dell’uranio e degli altri eventuali inquinanti si siano diffuse nell’ambiente.
Apro a riguardo una parentesi, raccontandovi un aneddoto: se cercate nel database pubblico statunitense dei brevetti sui sistemi di bonifica, troverete che sono gia’ presenti alcuni brevetti di bonifica ambientale da uranio impoverito.
Il detentore di questi brevetti e’, guarda caso, la Lockheed Martin, noto produttore armiero statunitense. Ovvero, anche se un giorno otterremo che il problema venga riconosciuto e vengano avviati dei progetti di bonifica, gli stessi produttori di armi sono gia’ pronti a farci i soldi sopra.
Marginalmente, a chi sostiene che l’uranio impoverito non faccia male, farei notare che, se cosi’ fosse, che bisogno ci sarebbe di brevettarne la bonifica? O forse che i produttori di armi all’uranio siano a conoscenza del suo reale impatto ambientale?

 

Produzione di uranio impoverito

Anche se non riguarda l’Italia, altri stati europei sono coinvolti nella produzione e nel commercio di armi all’uranio.
Non solo, numerosi istituti bancari europei appoggiano operazioni finanziarie che hanno a che vedere con la produzione e l’esportazione di uranio impoverito.
Ha avuto particolare successo una campagna che si e’ svolta nelle Fiandre, in Belgio, e ha ottenuto che alcune banche, anche di alto livello, rinunciassero ad essere coinvolti in affari “impoveriti”.

 

Diritto internazionale

Quando parliamo di bloccare l’uso di armi all’uranio, e’ chiaro che ci riferiamo principalmente agli strumenti legislativi.
Ci sono gia’ numerose convenzioni e trattati internazionali, ma l’uranio impoverito, per le sue caratteristiche, sembra non cadere in nessuno di essi, o caderci solo marginalmente, al punto che chi lo usa sostiene con tranquillita’ che non sta facendo niente di illegale.
Abbiamo quindi deciso di redarre un trattato di messa al bando delle armi all’uranio e di intraprendere la lunga e difficoltosa strada che porta a un trattato internazionale.
Vogliamo innanzitutto far crescere consapevolezza sul problema, anche da parte dei governi e degli organismi internazionali, e costituire sufficiente massa critica di stati in grado da fornire appoggio, politico e finanziario, a progetti di sostegno alle vittime, cosa che resta comunque la nostra priorita’.

 

Nella redazione dal trattato di messa al bando abbiamo usufruito del fondamentale aiuto di alcuni giuristi di Ialana, l’associazione internazionale di giuristi contro le armi nucleari. La terminologia che abbiamo usato e’ “armi all’uranio” ed e’ intenzionalmente piu’ generica rispetto a “uranio impoverito”, per poter includere anche eventuali, chiamiamole cosi’, variazioni sul tema.
Siamo stati pero’ attenti ad evitare che questo trattato possa essere interpretato come riguardante anche le armi nucleari, che vorremmo sicuramente bandire ma che non possiamo includere in questa campagna, che vogliamo essere focalizzata sul tema dell’uranio impoverito.

Il trattato internazionale non e’ l’unica via perche’ esistono anche altre metodologie, come ci insegnano alcune campagne gia’ concluse con successo, come quella contro le mine, o come quella tuttora in corso contro le cluster bomb.
Ad esempio stiamo cercando di chiedere l’estensione della convenzione CCW su alcune armi convenzionali, per far in modo che il suo protocollo numero 3 sulle armi incendiarie possa includere anche le armi al fosforo e all’uranio impoverito.
Cerchiamo quindi di ribaltare quelli che sono i noti vantaggi militari del DU in vari fronti su cui agire per bloccarne il suo utilizzo.

 

Risultati

 

Tutti questi sforzi hanno portato a due risultati estremamente positivi.
Lo scorso marzo l’uranio impoverito e’ stato messo al bando, a livello nazionale, dal Belgio.
Sebbene abbia effetto solo sul territorio belga, si tratta di un evento particolarmente importante perche’ si tratta comunque di un paese membro della Nato, e una volta fatto questo primo passo altri stati potrebbero seguire.
Inoltre si tratta di un fatto di buon auspicio, perche’ anche nel caso della campagna contro le mine, che poi raggiunse i suoi obiettivi, il Belgio fu il primo paese ad adottarne la messa al bando.

La seconda notizia positiva e’ proprio di alcuni giorni fa.
E’ stata approvata dalla prima commissione delle Nazioni Unite una nostra risoluzione riguardante l’uranio impoverito.
Si trattava di un’azione diplomatica particolarmente delicata, in quanto se avessimo fallito ci saremmo bruciati e non se ne sarebbe piu’ parlato per un bel po’. Gia’ in passato altre risoluzioni avevano incontrato notevole resistenza.
Dopo un lungo lavoro di pressione e mediazione, grazie al sostegno di alcuni paesi non allineati, la risoluzione e’ stata presentata ed approvata a larga maggioranza. 122 voti a favore, 6 contrari e 35 astenuti.
Nella risoluzione si chiede al Segretario Generale di consultare gli stati membri e organismi internazionali, produrre un rapporto e riferire all’assemblea generale, cosa che avverra’ nel 2008.
L’uranio impoverito e’ quindi tornato nell’agenda delle Nazioni Unite, ed e’ un fatto estremamente importante perche’ ci permette di portare la campagna a un livello di visibilita’ decisamente superiore.
Hanno votato contro stati coinvolti nella produzione, nell’uso o nel commercio di uranio impoverito. Facciamo i nomi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Israele, Francia, Olanda, Repubblica Ceca.
Tra i si’ possiamo segnalarne alcuni particolarmente significativi, come la Germania, il Giappone e l’Italia.
Credo che possiamo anche dire che parte del merito di questo si’ italiano va a tutte le associazioni, giornalisti e volontari che hanno lavorato in questi anni per una crescita della sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul problema dall’uranio impoverito.

 

Conclusione

 

Vorrei concludere chiarendo un aspetto che mi sta particolarmente a cuore, in quanto rappresento un’associazione pacifista che si trova cosi’ impegnata sul tema dell’uranio impoverito.
Ovvero, per quale motivo dovremmo dedicare, come pacifisti, i nostri sforzi a questa campagna e non ad altre, altrettanto importanti ma forse anche piu’ semplici ed immediate, e quindi con piu’ probabilita’ di successo?

Innanzitutto non si tratta di una scelta esclusiva: siamo contro tutte le armi e tutte le guerre, e continuiamo a lavorare quotidianamente contro tutte le armi e contro tutte le guerre.

Dobbiamo pero’ prendere atto di una trasformazione in corso nella strategia militare di questi ultimi decenni, che vede l’ambiente sempre piu’ come obiettivo militare, e non come cosiddetto “effetto collaterale”.
Non si tratta di un’affermazione delirante di un pacifista, ma di una strategia precisa che si puo’ tranquillamente leggere in documenti desecretati del Pentagono, e magari anche in qualche buon libro. La guerra moderna porta intenzionalmente caos e distruzione per poter instaurare un piu’ efficace sistema di sfruttamento e rapina delle risorse naturali presenti sul territorio colpito (mentre la propaganda militare racconta esattamente l’opposto, ovvero quanto la guerra moderna sia “chirurgica” e “umanitaria”); al tempo stesso, il caos contribuisce alla destabilizzazione geopolitica utile a mantenere sotto controllo la situazione.

In questo contesto, il danno ambientale e’ un fine dell’azione militare, non un incidente.
E i mezzi sono piu’ subdoli e meno eclatanti: non si lanciano bombe chimiche, ma si bombardano petrolchimici. Non si usa piu’ il napalm, ma il fosforo bianco. E chissa’, non si usano armi nucleari, ma mini-nukes.
Ovvio che ci sono delle distinzioni da fare, ma vorrei invitarvi a leggere l’uso dell’uranio impoverito in questa ottica, e a comprendere come questa campagna per la sua messa al bando sia significativa perche’ esplora, per la prima volta, metodologie di lavoro nuove che dobbiamo trovare e attuare in risposta a questa situazione.

Ci troviamo di fronte a delitti quasi perfetti, con tracce ormai disperse nell’ambiente, scarsissime informazioni, letteratura scientifica inadeguata, mancanza di collaborazione e trasparenza da parte dell’apparato militare (quest’ultima a dire il vero non e’ una novita’).
Oggi l’indiziato e’ l’uranio impoverito, potrebbe non essere il solo, e in futuro potrebbero essercene degli altri che gli subentreranno, perche’ appunto c’e’ il tremendo sospetto che siamo di fronte a una strategia e non a un episodio.

Per questo diventa ancor piu’ necessario collegarci in rete, aprire canali di collaborazione con la comunita’ accademica e scientifica, ripercorrere la strada del diritto internazione che speravamo conclusa dopo le lezioni del secolo scorso, e infine lavorare insieme a chi, all’interno delle forze armate stesse, percepisce la gravita’ del problema, anche perche’ lo sperimenta sulla propria pelle.

Da questa follia della guerra ambientale ne usciamo solo se lavoriamo tutti insieme, perche’ in fondo l’ambiente e’ di tutti, e la guerra e’ di nessuno.

Vi ringrazio per l’attenzione

Nov 3, 2008 - blog life    13 Comments

CARA LAURA…

1.jpg2.gifCara Laura,

  sono ben altre le battaglie che sto cercando di vincere oltre quella dei parcheggi riservati ai disabili. D’altra parte penso che le colpe siano anche degli stessi disabili che non si espongono, rimanendo una realtà ai margini del tutto invisibile, si vergognano. Del resto, nella natura dell’uomo c’è necessariamente una forma di egoismo. Anche i disabili, una volta ottenuto quel qualcosa di cui hanno bisogno, si rinchiudono nelle loro false sicurezze, una famiglia, i parenti, qualche amico. Vorrei invece che fossimo tutti più attivi nel far presente i problemi. Manca una rete tra le associazioni di volontariato, le notizie quindi non circolano, le persone non sono sufficientemente informate e coscienti. Anche se qualche problema si risolve, il contesto in cui si vive non cambia. Se conosci qualche associazione o qualche persona che vuole entrare in contatto (in rete) anche per esporre i suoi problemi fammelo sapere. Qui a Livorno (dove abito) le cose non vanno bene e anche in Toscana le cose non funzionano come certa propaganda politica vorrebbe farci credere. Io stesso ho toccato il fondo dei problemi e, a discapito dei sacrifici del governo, ho visto solo persone sacrificate pagare sulla propria pelle.

Ciao!!
Diego

PER CONTATTARLO QUESTA E’ LA SUA MAIL:     nuovamenteabile@gmail.com  

Mi raccomando, scrivete a “nuovamenteabile@gmail.com” se avete delle esperienze da raccontare. Non è vero che le cose non cambiano, ma siamo noi a dover cambiare prima di tutto.
Se invece avete delle domande o delle curiosità, scrivete. Non tutto è da buttare. Solo che spesso le cose ricadono nell’oblio come se non fossero mai esistite. Siamo come singole gocce d’acqua, insieme possiamo fare un mare. Agli amici che si scandalizzano di fronte a certi comportamenti ho detto: cominciate voi a dare l’esempio e a credere che quello che fate sia importante

Nov 1, 2008 - blog life    2 Comments

consapevolezza

1557692963.3.jpgL’interezza nasce dall’attrito consapevole


L’azione consapevole può essere prodotta solo da una persona che nel proprio percorso comincia ad avvicinarsi ad una maggiore interezza, che ha cominciato cioè a conoscere e ad integrare dentro di sé tutte le proprie parti.
La scissione, infatti, è il principale meccanismo automatico che adoperiamo: scindiamo per non soffrire, anche se il frutto della scissione praticata quotidianamente è un vero inferno.
Possiamo scindere un pensiero o un’emozione, per evitare la sofferenza dell’attrito che ne può scaturire, come pure possiamo tendere ad evitare le persone che meno sopportiamo: le allontaniamo, creando una barriera di protezione, che ci separa da loro.
Ebbene, il primo livello di azione consapevole nasce dalla ricerca di un attrito consapevole. L’attrito prodotto dal tentativo di ‘mantenere gli occhi aperti’ su qualcosa che scopriamo di noi stessi e che ci fa profondamente soffrire ci aiuta a creare dentro di noi un nuovo spazio di ascolto. La possibilità è quella di non volgere lo sguardo altrove, anzi, di chiedere sostegno agli altri affinché ci aiutino a scoprire proprio le parti più inaccettabili, per tenerle tra le mani, mentre respiriamo profondamente. Questa pratica quotidiana produce una serie di effetti.
1) La nostra attenzione cresce e si dilata, sia verso l’interno che l’esterno del nostro corpo.
2) Comincia ad accrescersi uno ‘spazio interno’, che consente una nuova capacità di ‘tenere’ la tensione. La capacità di Vedere, Ascoltare e Toccare nasce proprio in quello spazio dove abbiamo imparato a reggere la tensione e dove la nostra energia può cominciare a manifestarsi in un modo maggiore.
3) I diaframmi interni, che separano le diverse parti di noi stessi cominciano ad incrinarsi e cominciamo ad avvertire un senso di maggiore intimità con noi stessi e con gli altri.
4) Cominciamo a gestire gradualmente le nostre paure, acquisendo una maggiore forza interiore.

Ott 30, 2008 - blog life    10 Comments

avere un figlio autistico che viene insultato

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Dal blog:http://blackcat.bloggy.biz/archive/3280.html

Email che fanno male.

Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago

Mi chiamo Barbara  e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.

Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:

• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco   Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.

Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.

Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.

Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.

Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.

Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.

Ho pianto. Dal dolore.

Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:

-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.

Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.

Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.

Ott 28, 2008 - blog life    14 Comments

PAZIENTI PERICOLOSI

Paziente uccide operatore: Asl condannata

QUELLA STESSA sentenza dove si attribuisce una condotta colposa all’Ausl «per aver avviato all’Albatros Musiani. Condotta dove si ravvisano imprudenza e imperizia perché il paziente non era adatto alla comunità e gli operatori non preparati e neppure informati sulle caratteristiche patologiche di Musiani», schizofrenico paranoide cronico.
Un’ulteriore condotta colposa viene individuata nell’avvio da parte di Seacoop, con l’appoggio dell’Ausl, di Cardelli ad Albatros, struttura «per cui non era preparato». L’Ausl deve poi rispondere (articolo 2049 codice civile sulla responsabilità dei padroni e dei committenti) «anche della mancata attivazione del trattamento sanitario obbligatorio e del caos sulla somministrazione dei farmaci da parte dello psichiatra Euro Pozzi». Tutto questo va anche miscelato con «la macroscopica sottovalutazione» da parte di Seacoop «nella decisione di non adottare un provvedimento di controllo sulla disponibilità dei coltelli della cucina». Tanto che uno di quei coltelli venne poi utilizzato da Musiani per ammazzare Cardelli. (Fonte: Il Resto del Carlino)La  morte di Ateo Cardelli , operatore sociale:
Il giovane venne ucciso a coltellate nel 2000 da un paziente psichiatrico della casa protetta Albatros di Imola,Giovanni Musiani.
Venne  condannato  a 4 mesi di carcere Euro Pozzi lo psichiatra che aveva in cura Giovanni Musiani, morto nel frattempo. Il medico venne accusato di responsabilita’ per aver ridotto la dose di farmaci tranquillanti al paziente che poi si accani’ su Cardelli.

Ott 27, 2008 - blog life    23 Comments

PREMI

Nuovi premi da Michela!

Ho ricevuto altri due super premi: ringrazio vivamente Michela! E le mando un bacione ed un “in bocca al lupo” per la sua nuova creazione.                                                                                                                                        Ecco qua i premi:

                                 
PREMIO DARDOS E PREMIO DOLCEZZA

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